Scoop: Governo italiano sotto attacco perché sta smascherando la truffa del debito pubblico

Il debito pubblico italiano non è cresciuto con il crescere della spesa – come i tecnocrati europei sostenuti dai disinformatori mediatici vorrebbero farci credere – bensì con il crescere degli interessi sul debito.

L’avanzo primario (differenza tra tutte le spese e tutte le entrate di uno Stato) che l’Italia ha realizzato negli ultimi 20 anni ci rende uno dei paesi che più ha risparmiato in Europa. Ma quel segno resta positivo fino a quando non si conteggiano gli interessi sul debito pubblico.

Dall’1982 al 2008 abbiamo pagato di interessi una cifra vicina ai 2000 miliardi di euro. In pratica il debito pubblico italiano si è formato quasi completamente a causa degli interessi sul debito stesso. Questo è folle ma nessuno potrà smentirlo.

Per questo motivo, quello che dovrebbe monopolizzare l’attenzione mediatica, quello che dovrebbe essere posto sotto esame dai tecnocrati europei, quello che dovrebbe essere oggetto di dibattiti quotidiani, quello che dovrebbe coinvolgere l’opinione pubblica è che invece, stranamente, tutti tendono a nascondere è la risposta a queste semplici domande: Cosa ha fatto realmente impennare così vertiginosamente il debito pubblico a partire dal 1982 ? Cosa rende quell’impennata inarrestabile anche durante i periodi in cui abbiamo adottato le politiche di maggiore austerity ? Cosa genera una spirale di interessi di fatto inestinguibili e totalmente svincolati dalle voci di spesa di uno Stato anche difronte ad un virtuoso avanzo primario (più entrate che uscite).

Qui casca l’asino. Il Cartello finanziario (potentati bancari, tecnocrazie europee; membri di organizzazioni della finanza speculativa) che punta il dito contro il debito dell’Italia, è lo stesso che ha causato l’impennata del debito in Italia. Il Cartello finanziario che finge di voler ridurre il debito italiano è l’unico che ci guadagna dal debito italiano.

Un recente studio dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, infatti, ha confermato quello che ogni evidenza aveva ormai mostrato da circa 20 anni e cioè che la causa principale dell’impennata del debito pubblico è stata la divisione del Ministero del Tesoro dalla Banca d’Italia del 1981. Nel 1980 il rapporto debito/pil era al 58% poi raddoppierà in soli 10 anni. Se oggi ci dicono che è stato il “Whatever it takes” (la decisione di acquistare titoli di Stato) della Bce di Draghi a far scendere i tassi e lo spread, ci dovrebbero spiegare allora perché quel “Whatever it takes” lo vietarono alla Banca d’Italia dal 1981 in poi. Anzi sarebbe più preciso dire che gli intimarono di non farlo più, anche se avrebbe potuto. Ed infatti, la Banca d’Italia, con quel divorzio, non acquistò mai più i titoli del Tesoro rimasti invenduti lasciando il paese in balia dei mercati finanziari e delle banche che trovarono conveniente fare cartello per costringerci a pagare interessi sempre maggiori per collocare i nostri titoli.

Questa scelta, presa arbitrariamente da sole due persone (Ministro del Tesoro e Governatore della Banca d’Italia) mediante una semplice comunicazione interna che bypassava ogni iter democratico, indispensabile per una questione che avrebbe influenzato negativamente la vita di 60 milioni di persone fece schizzare il debito pubblico e per farlo, fu condita con un’ulteriore ciliegina sulla torta con la scelta di un sistema truffaldino e fuori da ogni logica per gestire le cosiddette aste marginali dei Btp. La modalità scelta, infatti, è talmente incredibile e banale che per spiegarla basta un semplice esempio: Supponiamo che lo Stato metta a disposizione 10 miliardi di Btp. Arrivano i primi investitori che sono disposti ad acquistare 5 miliardi ad un rendimento dell’1%. Poi arrivano i secondi investitori disposti ad acquistare altri 4 miliardi di titoli chiedendo in cambio un rendimento del 2%. Poi arriva l’ultimo investitore disposto a sottoscrivere l’ultimo miliardo di titoli ma solamente a fronte di un rendimento del 4%. Questo ultimo investitore chiede interessi più degli altri ma siccome hanno tutti fatto cartello per ottenere il massimo degli interessi, non si trova sul mercato nessuno disposto a comprarlo per meno. A quel punto sapete cosa accade ? Accade che lo Stato deve offrire quel 4% di interesse su tutti e 10 miliardi di titoli emessi all’asta, compresi quelli dei primi investitori che erano disposti a ricevere interessi molto minori. E noi che pensavamo che il debito pubblico schizzasse a causa di qualche ripetuto episodio di corruzione. A questo bisogna aggiungere che i titoli di Stato(Btp) nelle aste vengono venduti solo ad operatori specialisti (non a tutti). E indovinate chi sono questi operatori che possono partecipare alle aste dei titoli di Stato ? Speculatori internazionali del calibro di Goldman Sachs che, guarda caso, sono spesso gli stessi che innescano le crisi sui mercati e dai quali provengono politici come Prodi, Draghi, Monti che hanno reso possibili queste folli politiche monetarie ed economiche. In pratica il nostro debito pubblico,invece, di essere venduto direttamente agli italiani, per diventare la ricchezza di cittadini e aziende, viene rivolto a banche speculative straniere o italiane con azionisti stranieri. Ed è così che finiamo nella mani del Cartello finanziario internazionale dandogli la facoltà di mettere bocca su ogni scelta politica, economica o sociale, pena la vendita massiccia di quei titoli e il rischio default del paese.

Perché non abbiamo banche pubbliche che acquistano titoli di Stato italiani quando il paese è in difficoltà ? Nessuno si pone questa domanda tra quelli preoccupatissimi per il debito pubblico ? Meglio mostrare la punta del dito o quella luna rischierebbe di eclissare completamente gli interessi del Cartello finanziario. Così il problema dei media e dei tecnocrati europei resta quello zero virgola di deficit e non quei miliardi di euro di debito che potrebbero essere spazzati via se solo ci fosse la volontà politica di farlo. Basterebbe una missiva, se volessimo usare lo stesso sistema con il quale ci hanno ingabbiato in questa spirale. Bisognerebbe anche chiedersi perché tutti elogiano i benefici del quantitative easing se a farlo è la Banca Centrale Europea omettendo di dire che la BCE non ha fatto altro che quello che una banca nazionale in un paese sovrano potrebbe fare ogni qual volta ce ne fosse bisogno ? Ma allora perché la BCE diventa prestatrice di ultima istanza solo in alcuni casi eccezionali ? Perché è mossa dalla paura che salti l’euro e si rompa il giocattolo nelle mani della finanza speculativa. Ecco perché basta una frase contro l’euro di un membro del Governo per incidere addirittura sull’andamento dello spread come vorrebbero farci credere. Perché quel differenziale viene usato semplicemente come un guinzaglio con i chiodi. Serve per non lasciare margini di movimento a chi vorrebbe uscire dalle catene imposte del debito. La BCE odia dover fare la prestatrice di ultima istanza, altrimenti sarebbe nata per fare quello che fanno tutte le banche centrali del mondo: garantire i debiti. E la frase di Draghi sarebbe stata: Whatever it takes. For ever. Ma il Cartello finanziario che ha nella BCE il suo quartier generale ha dimostrato di aver indotto l’Italia a fare le scelte che abbiamo elencato per vincolarla ad una spirale crescente di debito pubblico e soprattutto per rendere quel debito inestinguibile in modo che il debitore non smetta mai

di pagare interessi alti sui suoi titoli di Stato alle organizzazioni finanziarie e ai potentati bancari del Cartello stesso e sempre meno ai risparmiatori italiani. Ed è questo perverso meccanismo che va invertito immediatamente.

Se l’ipotesi di ritornare sovrani, cioè padroni, vi sembra un miraggio troppo lontano, basterebbe nell’immediato che avessimo la possibilità di finanziarci dalla Banca Centrale allo stesso tasso con cui si finanziano le banche speculative alle quali noi siamo poi costretti a rivolgerci. Si risparmierebbero decine e decine di miliardi all’anno ed il debito immediatamente crollerebbe. Questo perché non ce lo dicono quelli attenti allo zero virgola di deficit ? Allo stesso tempo bisognerebbe mettere in campo una serie di politiche e di strumenti per fare in modo di riportare i titoli di debito nelle mani degli italiani in modo che esso torni ad essere un “debito” per lo Stato ma una ricchezza per i cittadini di quello Stato.

Questo per quanto riguarda le cause primarie del debito pubblico. Quelle che nessuno ci racconta. Quelle che effettivamente causano il debito e lo rendono una trappola per gli Stati.

Se poi volessimo focalizzare l’attenzione anche noi su altre cause minori che determinano l’aumento del deficit, per rispondere tono su tono a quelli sensibili agli zero virgola di deficit, allora sarebbe giusto raccontare la verità completa, ossia che se il Quantitative Easing di Draghi ha fatto abbassare lo spread e quindi i tassi di interesse, andrebbe anche detto, invece di nasconderlo a tutti che il Tesoro si era “tutelato” in passato contro l’innalzamento previsto di quei tassi con dei costosi derivati tossici. Quindi, se da una parte abbiamo guadagnato con l’abbassamento dei tassi di interesse, dall’altra ci abbiamo rimesso con i derivati. L’Italia è l’unico Paese in Europa che ha un impatto così negativo sui derivati di Stato. Oggi questi contratti pesano come macigni sul nostro deficit. Quel deficit che oggi sembra sia sotto la lente di tutti eppure nessuno ci dice che nel 2016, per esempio, i derivati l’hanno aumentato di 4,2 miliardi, pari allo 0,3% del Pil.

Pensate che anche questo sia stato un errore involontario ? Come il divorzio tra Ministero e Banca d’Italia; come le modalità di asta dei BTP. Come il cambio lira/euro. Come il pareggio di bilancio in Costituzione. Tutti errori o tutte azioni mirate ? Perché il sospetto viene dato che proviamo a scrivere su un pezzo di carta il nome degli autori di queste scelte che hanno portato al completo svuotamento delle sovranità nazionali in favore, esclusivamente, degli interessi della finanza speculativa ci accorgiamo che provengo proprio tutti dalle stesse organizzazioni del Cartello finanziario e dai potentati bancari che lo costituiscono. Di esempi ce ne sarebbero tanti ma ho già citato il fatto che dalla Goldman Sachs – che è una delle principali banche a cui è permesso partecipare all’asta dei nostri titoli e che spesso li rivende massicciamente per influenzare lo spread – provengono tra gli altri Romano Prodi, Mario Draghi, Mario Monti che si sono resi responsabili di molte di queste scelte che hanno penalizzato il paese e favorito le speculazioni.

Per concludere torniamo alla situazione attuale e al famoso 2,4% di deficit che i media italiani ed i tecnocrati europei vogliono far passare come una manovra folle.

In realtà tutti i governi italiani dal 2012, come dimostrano i dati ufficiali, hanno sempre promesso un rapporto deficit/pil inferiore al 2,4% ma poi si sono spinti sempre vicini al 3% andando ben oltre le promesse fatte e ben oltre il 2,4% attualmente dichiarato dal Governo Conte. La prima finanziaria di Padoan nel 2015 era al 2,6% del rapporto defici/pil, eppure nessuno gridava alla catastrofe. Renzi promise addirittura di tenerlo al 2,9%. La situazione europea è ben peggiore, soprattutto quella della

“virtuosa” Francia. Ma perché allora tecnocrati europei e media hanno cominciato una tale opera di terrorismo mediatico legata a quella scelta del Governo ?

Molto semplice. Il problema è che per la prima volta il Governo non userà quel disavanzo per ricapitalizzare istituti di credito di altri paesi in crisi salvando gli interessi di Francia e Germania; non userà quel disavanzo per creare Bond per salvare le banche degli amici del Cartello; non userà quel disavanzo per il MES o per rimborsare in anticipo derivati tossici.

Allora Juncker ha ragione, se i paesi europei entrano nell’ottica che i soldi vadano spesi per gli interessi dei popoli ed in linea con i principi democratici sanciti dalla nostra originale Costituzione e non di quella da loro artatamente modificata, allora è davvero arrivata la fine dell’euro.

Ma soprattutto, stanno venendo a galla i meccanismi che hanno portato alla truffa del debito pubblico. Ecco perché al Cartello finanziario europeo è cominciata a tremare la terra sotto i piedi. Abbiamo dato un motivo in più a Juncker per barcollare.

Approfondimenti nel libro/inchiesta La Matrix Europea

https://www.ebay.it/itm/La-Matrix-Europea/382570075941?hash=item5912f41725:g:E5UAAOSw2JxbpRhN

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