Alda Merini e la bellezza dei suoi componimenti

E’ il frutto di studi per un dottorato di ricerca ma è anche l’occasione per ripensare e riscoprire, da angolature sempre nuove e diverse, la profondità e la bellezza dei componimenti di Alda Merini.

“Se decantarmi può solo Dio…” – scritto da Edi Natali e edito da “Le Paoline” – è una analisi su “la notte e le poesie” della poetessa, aforista e scrittrice milanese forse più citata ma non sempre compresa. Alda Merini occupa un posto rilevante nella storia della poesia ma la critica solo recentemente le sta dedicando la giusta attenzione, trasformandola in un’icona. A dieci anni dalla sua scomparsa, Natali, laureata in filosofia ed in teologia, mette insieme in questo lavoro tutte le sue competenze, proponendosi come apripista per nuovi studi e riletture, concentrandosi sull’aspetto mistico e sull’importanza della religione cristiana nell’esperienza esistenziale e poetica dell’autrice. Non sono numerosi, infatti, gli studi sulla sua poetica e, per lo più, sono in forma di articoli, eppure a Merini era toccato in sorte di essere “scoperta” dai grandi letterati del suo tempo, a partire da Pier Paolo Pasolini, per giungere a Salvatore Quasimodo; gli stessi Eugenio Montale e Mario Luzi usarono parole benevole per la giovane poetessa. Le notti e i giorni della Merini, allora, dalla giovinezza alla morte del marito, dalla malattia alla spiritualità, dal male di vivere di cui soffrì al suo sentire con estrema sensibilità ogni eventi intorno a lei sono il cuore di quest’opera.

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