Massimo Gramellini Prima che tu venga al mondo

“Un viaggio interiore da intraprendere sia in veste di figli che di genitori. Un padre, un figlio, l’attesa e le cicatrici del passato: tutto questo e molto altro è “Prima che tu venga al mondo”, l’emozionante libro di Massimo Gramellini.

Immancabile la sua ironia, così come le lacrime che scendono quando ci si perde tra le sue vibranti parole, tra le sue paure e le sue confessioni.

Scritto in modo scorrevole, ironico ma anche molto tenero e confidenziale, ci aiuta a riflettere su ciò che accade emotivamente in una persona, quando sta per diventare genitore la prima volta, ovvero un momento delicatissimo e speciale della vita.

Il racconto di una trasformazione e di un’attesa che si compone di nove capitoli, quanti sono i mesi che dividono l’autore dall’arrivo di Tommaso.

Nove mesi che disegnano una lunga lettera, emozionante e insieme ironica, destinata a un bambino che non c’è ancora, mentre si fanno i conti con un padre che non c’è più. Una storia d’amore e di rinascita che ci ricorda come attraverso gli altri possiamo ritrovare in noi stessi infinite risorse e comprendere ciò che conta davvero.

L’antico tema del dolore, che accompagna inevitabilmente le nostre vite, in questo libro trova una giusta distanza nel cercare l’armonia necessaria alla gioia di vivere e allontanando l’angoscia dell’abbandono. ” Il dolore è la smagliatura che lo Sceneggiatore inserisce nella trama della vita per dare l’opportunità di stimolare una parte di te che altrimenti rimarrebbe atrofizzata”(….) agli occhi dell’Universo è solamente una prova.”

Per uno strano gioco del destino la venuta al mondo di Tommaso è prevista nelle stesso giorno e mese del padre: un padre da perdonare come tutti quelli che amano i figli senza capirli. Il figlio che sta per nascere è destinato a sciogliere nel suo venire al mondo tutti i nodi tra padri e figli che non hanno saputo sciogliersi in quel giusto momento di dover/voler comunicare. Se «la vita è un gioco e vince chi ritorna bambino», per riuscirci bisogna prima diventare adulti. Il vero protagonista alla fine non è il figlio che arriverà, che rimane nelle parole del padre in attesa; il vero protagonista è il padre, ovvero, protagonisti sono i pensieri, le sensazioni, le paure che accompagnano un uomo verso la condizione di padre. E la scrittura diventa così quasi catarsi, perchè in fondo l’uomo che scrive disegna inconsciamente la sua natura interiore, in un percorso di rimodellamento di sé.

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