“Clima. Lettera di un fisico alla politica”

Angelo Tartaglia spiega mutamenti climatici e contraddizioni, ed avverte il mondo: la situazione è grave e richiede azioni urgenti da parte dei nostri governi per evitare il collasso

 

Un grido al sistema: superiamo le resistenze e salviamo il nostro mondo dal riscaldamento globale. Con “Clima. Lettera di un fisico alla politica”, disponibile da aprile in formato e-book, il fisico Angelo Tartaglia ci mette la faccia, o meglio anni di esperienza e studio per spiegare i mutamenti climatici e le contraddizioni tra “dichiarazioni di intenti rilasciate in sede politico-istituzionale, tanto italiana che europea che mondiale, e scelte concrete quotidiane”. Angelo Tartaglia, professore di Fisica presso la Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino e membro dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, esprime le sue preoccupazioni direttamente al Presidente del Consiglio perché non c’è più tempo da perdere ed occorre invertire con decisione la rotta. Noi di Eventi Culturali abbiamo avuto il piacere di approfondire queste tematiche direttamente con l’autore del libro edito da Edizioni Gruppo Abele “Clima. Lettera di un fisico alla politica”.

Temperature globali che aumentano, siccità e ghiacciai che si sciolgono sulle vette alpine. Ma a che punto siamo in questa battaglia? “Siamo a zero, in concreto non abbiamo fatto nulla per cambiare la situazione”. Dopo decenni di negazionismo, spiega il fisico, negli ultimi anni siamo arrivati finalmente alla consapevolezza che il problema esiste e che la situazione “è grave e richiede azioni urgenti”. Il problema ora è il passaggio “dalla consapevolezza all’azione”. Nodo reso inestricabile dal fatto che qualsiasi intervento ipotizzerebbe un “progressivo cambiamento delle strutture dell’economia”, questione che si scontra quindi “con le resistenze di chi più ha e più conta nella nostra società”. Il problema è infatti che “saranno i più deboli a patire le conseguenze più drammatiche”. I nostri governi dovrebbero riconvertire il sistema economico verso la circolarità, che, “va detto con chiarezza, è un obiettivo che non è compatibile con la logica irrazionale della crescita materiale illimitata”. Se vogliamo evitare il collasso globale, dobbiamo mettere da parte la massimizzazione del vantaggio economico: ogni investimento “deve essere subordinato ad una valutazione indipendente di impatto ambientale locale e globale, ossia relativo al ciclo del carbonio”.

Ma qualcosa di buono è già successo. Greta Thunberg con i suoi Fridays for Future e le manifestazioni che hanno colorato il 2019 “ha suonato in maniera abbastanza efficace il campanello, e sia pur con qualche condiscendenza, ha creato un discreto imbarazzo a livello di classe dirigente”. Il risultato più notevole raggiunto dalla 17enne attivista svedese è stato quello di evidenziare una contraddizione dei nostri tempi: “i vantaggi immediati che ci si affanna a conseguire, potranno avere domani un prezzo molto pesante per gli adolescenti di oggi”. Ogni azione che impatta sul clima e sull’ambiente in questi anni, avrà un costo nel futuro prossimo. E questo le nuove generazioni lo hanno finalmente capito.

Ripensare al domani. L’emergenza Coronavirus è stata capace di spazzare via rapidamente molte nostre certezze obbligandoci a riflettere “sulla insostenibilità del nostro modo di vivere e di produrre e sulla necessità di uscirne tutti insieme. Da più parti si afferma che ‘dopo’ non potrà (né dovrà) essere come ‘prima’”. Ma quando l’emergenza Covid19 finalmente passerà cosà succederà, torneremo ad inquinare come prima? “Quello che io mi aspetto a breve è l’insorgere di un confronto, per non dire conflitto, vivace e acuto tra chi rivendica cambiamenti profondi dell’economia e chi preme per la semplice ripresa del business as usual salvo una riverniciatura più o meno green che tutto cambi purché nulla cambi”.

I pilastri della società globale e tecnologica elencati dal professor Angelo Tartaglia sono tre: “egoismo, ignoranza e consenso”. Concludendo con una buona dose di ottimismo, quali dovrebbero essere invece in sintesi i tre pilastri di un mondo ideale e finalmente attento a sostenibilità ambientale e natura? “Le basi di una convivenza sostenibile ed equa dovrebbero essere: la razionalità, cioè l’uso non marginale del sapere scientifico; la solidarietà, intesa come il riconoscimento (razionale) del fatto che collaborando si persegue l’interesse di tutti; la collaborazione in cui ci si spiega vicendevolmente ciò che ciascuno ha compreso o crede di aver compreso e in cui i “talenti” o le capacità diverse di ciascuno si combinano ed integrano con quelle di ciascun altro”.

Box informazioni:

Angelo Tartaglia

Clima. Lettera di un fisico alla politica”

Edizioni Gruppo Abele

E-book prezzo: 7,99 €

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