“Porta Leone”: più di una semplice boutique di lusso

Radu Marian Magureanu, residente a Fontanello, ha 29 anni ed è molto fiero dell’avventura professionale da lui intrapresa che lo ha già reso titolare della boutique di lusso “Porta Leone”, collocata all’entrata di Porta Dante di Conegliano, uno degli accessi alla storica via XX Settembre.

La sua filosofia è semplice quanto esclusiva: cogliere il bisogno emotivo alla base di una richiesta e riuscire a soddisfarla, donando gioia e soddisfazione al cliente. Perché il cliente è prima di tutto un essere umano unico, con i suoi bisogni e la sua storia da raccontare.

Come nasce la tua passione?

“Questa domanda implica più di una risposta, potremmo parlare di un insieme di passioni. Passione è lavoro, impegno, dedizione e la soddisfazione che ne deriva. Sono abituato a raggiungere i miei traguardi tramite l’impegno ed il sacrificio, in ogni contesto: ho sempre colto il gusto della sfida, verso me stesso. Per questo, credo, il lavoro è una mia grande passione. Mi piace mettermi in una situazione di sfida: perché è tramite essa e tramite la difficoltà che si cresce. Sono le cose difficili che danno il gusto di raggiungere il risultato.

Questa passione per il lavoro, ad un certo punto della mia vita, si è unita alla passione per la psicologia. Passione che coltivo fin dalla prima media! Fin da piccolo sono sempre stato curioso ed attento all’altro, volevo capire il perché, di tutto. Ma soprattutto volevo capire le persone. E questa passione verso l’altro si lega a quella del lavoro: dopo una serie di esperienze, ho avuto la possibilità di lavorare nel mondo dell’abbigliamento. E qui cito un’altra mia passione che è la moda. Per l’identità e il carattere che racconta di ogni persona. E devo dire che provo gioia quando un cliente si guarda allo specchio e si sente soddisfatto dall’outfit che ho scelto espressamente per lui, perché si sente a proprio agio.

Tutte queste esperienze mi hanno portato ad aprire questa “bomboniera”: “Porta Leone”, dove riesco ad unire la mia passione per il lavoro, con quella per la moda e per l’altro, inteso come essere umano. Il cliente qui non è un è semplicemente qualcuno a cui vendere un qualsiasi prodotto. Ogni cliente qui è prima di tutto una persona e per questo unica, con la propria storia da raccontare. È questo contatto a livello personale che rende gratificante il lavoro: riuscire a capire l’emozione del cliente alla base della richiesta e vederla soddisfatta rende realizzati. A fine giornata mi sento soddisfatto”.

A chi ti senti di dire grazie?

“Sono veramente tante le persone a cui dire grazie. Credo che nella vita tutto serva a far crescere e maturare. Quindi posso anche ringraziare il datore di lavoro che mi ha trattato male perché è stata un’esperienza formativa. Grazie a tutte le esperienze dolorose. Oggi troppi giovani, per l’iperprotezione che gli viene riservata, non sono in grado di reggere le difficoltà e tantomeno trarne insegnamento.

Devo ringraziare i miei genitori che, con la loro onestà, impegno, rispetto, mi hanno sempre sostenuto e mi hanno accompagnato in tutto il mio percorso. Grazie per l’esempio che mi hanno dato. Perché sono persone educate e rispettose e il valore dell’educazione e del rispetto l’ho assimilato da loro.

Ringrazio tutti i professori del liceo socio-psicopedagogico e di psicologia, a quell’età è fondamentale incontrare insegnanti che svolgono il loro lavoro con passione: mi hanno trasmesso tantissimo. Mi ricordo il professore di latino che riusciva ad azzittirci semplicemente entrando in

classe: pendevamo dalle sue labbra, emanava autorevolezza. Piuttosto che la professoressa di filosofia che riusciva a farti cogliere la profondità dell’argomento trattato ed anche gli aspetti ancora attuali.

Tutti questi esempi consentono di crescere con uno spessore, una cultura, un’educazione che contribuiscono a rendere migliore un essere umano.

E ovviamente un grazie a tutte quelle persone che ci scelgono, che credono in quello che facciamo e che amano il nostro modo di fare. Un grazie a tutti i nostri clienti che si fanno consigliare e si fidano di noi”.

Progetti futuri?

“Nell’immediato, sto dedicando tutto me stesso a questa attività perché mi permettere di esprimere me stesso e le mie passioni. Sto cercando di implementare la mia presenza online e sui social, come Instagram e stiamo ideando dei progetti che siano interessanti. Mi piacerebbe aprire una vetrina online e forse anche un e-commerce. E poi, chissà, magari un altro punto vendita in presenza. Perché questo approccio al cliente, che si sta sempre più perdendo, credo che sia invece da valorizzare.

Poi in un futuro lontano chissà, magari quando sarò vecchio mi vedo come gestore di un ristorante, ma al momento sono concentrato sull’attività di oggi”.

Chi definiresti tuo maestro?

“Sinceramente non riuscirei ad indentificare un unico maestro. Non mi assumo questa responsabilità, né vorrei affibbiare questo fardello a nessuno. Nella mia vita ho avuto la fortuna di avere molti esempi positivi. Il mio carattere, poi, mi porta a cercare l’elemento costruttivo in ogni situazione: sono un po’ una spugna quindi tutto quello che posso cogliere lo afferro. Dai libri letti, alle persone incontrare, fino alle esperienze vissute: mi hanno tutti insegnato qualcosa. Mi viene in mente una persona, che inconsapevolmente, mi ha insegnato il valore delle piccole cose, l’importanza dell’umiltà: spesso si inseguono grandi cose, c’è la smania di possesso, invece è importante riuscire a dare valore a ciò che si ha e vedere le qualità degli altri”.

Come ami definire il bello?

“Il bello per me è un’emozione, è un qualcosa che trascina, che fa battere il cuore, è una vibrazione che si può percepire ovunque: in un’opera d’arte, in una persona, in luoghi, in un outfit, in un capo di abbigliamento.

Il bello è quel battito del nostro cuore che ci fa godere la vita e dà senso alle cose.

L’educazione è bella. Mi emoziono sempre quando incontro una persona educata, buona, gentile: quella per me è una bella persona. Quel bello pulito, elegante, soffice. Bello e basta.

Ovviamente nell’abbigliamento e la moda, il bello è la raffinatezza. Il bello è sobrio, mai volgare. Mai troppo, mai fuori dalle righe, semplice, ma adatto per ogni occasione. In un outfit maschile soprattutto, la pulizia, la mancanza di eccessi denota sicurezza ed è bello.

Poi il bello per me è arte. In questo caso il bello smette di essere emozione e diventa sentimento. Davanti alle opere d’arte io mi incanto ed immobilizzo. Nell’arte c’è qualcosa di “divino”, inteso come senso di appartenenza: se riesci ad abbandonarti davanti ad un’opera d’arte riesci ad entrare in contatto con tutto il flusso di energia ed esseri umani che hanno interagito con essa. Diventa qualcosa di travolgente, come un fiume”.

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