Intervista al prof. Francesco Pira che ha vinto il Premio Apoxiomeno 2021 nella categoria “Sociale”.

Indubbiamente con felicità e orgoglio ho voluto intervistare il prof. Francesco Pira, vincitore del prestigiosissimo Premio Apoxiomeno 2021.

Il professor Pira è un uomo instancabile e il suo impegno nel sociale non si è fermato nemmeno durante la pandemia. Ha partecipato a tantissimi webinar e a tantissime conferenze nazionali e internazionali, dove ha presentato i dati della sua ultima ricerca contenuta all’interno del suo ultimo saggio “Figli delle App”, edito da Franco Angeli Editore – Collana di Sociologia.

L’International Police Association della Toscana (IPA), ha organizzato il XXV International Police Award Arts Festival (IPAAF), riconoscimento che viene assegnato a personaggi dello sport, dello spettacolo e della cultura italiana ed internazionale che, attraverso la loro attività lavorativa o professionale, raccontano il lavoro del tutore dell’ordine. La cerimonia di consegna si è svolta domenica19 settembre 2021, a Monte San Savino in provincia di Arezzo nella splendida cornice di un Teatro restaurato nel 2000.

Il Presidente del Premio Apoxiomeno, colonnello Orazio Anania, ha comunicato al professor Pira, attraverso una lettera, che la Commissione ha deliberato di conferire proprio a lui il prestigioso riconoscimento, nella categoria “Sociale”, “per le sue indubbie qualità professionali e scientifiche, e in particolar modo per la sua fattiva collaborazione con le Forze dell’ordine nell’ambito di iniziative culturali di grande valore”.

Credo sia doveroso ricordare che il prof. Francesco Pira sociologo, è professore associato di sociologia dei processi culturali e comunicativi. Insegna comunicazione strategica e giornalismo web presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina, dove è Delegato del Rettore alla Comunicazione e Coordinatore Didattico del Master in “Esperto in Comunicazione Digitale per PA e Impresa”. È Visiting professor presso l’Università Re Juan Carlos di Madrid in Spagna e Docente Erasmus presso l’Università di Wroclaw in Polonia. Svolge attività di ricerca nell’ambito della sociologia dei processi culturali e comunicativi. Ha intrapreso una battaglia personale contro il bullismo, il cyberbullismo, il sexting, le fake news e la violenza sulle donne. Su questi temi ha svolto ricerche e tenuto seminari in Italia e all’Estero per studenti, docenti e genitori. Il quotidiano Avvenire l’ha definito uno dei maggiori analisti italiani del fenomeno Fake News. Nel novembre 2020 è stato nominato componente del Gruppo di Lavoro istituito dal Ministero della Funzione Pubblica sulla Social Media Policy nazionale. Nel giugno 2020 è stato nominato Presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle Fake News di Confassociazioni. Nel luglio 2020 componente dell’Osservatorio Internet e Soggetti Vulnerabili di Corecom Sicilia. È componente del Comitato Promotore e componente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Comunicazione Digitale di PA Social e Istituto Piepoli. Saggista è autore di numerosi articoli e pubblicazioni scientifiche. Membro del Comitato di Esperti del Research and Education Center of Security Università di Wroclaw. Ha svolto attività di formazione per Polizia, Carabinieri e Guardia Costiera. È coautore del volume Comunicazione della Polizia locale.

Prof. Pira in questo 2021 pieno di successi è arrivato anche il Premio Internazionale Apoxiomeno. Cosa rappresenta per lei questo importantissimo riconoscimento?

“Per chi fa ricerca contano l’obiettivo scientifico, la validità del metodo e il risultato. Per quanto riguarda la didattica è fondamentale la capacità di trasmettere la conoscenza. Senza dubbio per chi umilmente lavora nell’ambito della conoscenza e della cultura un Premio rappresenta una presa di coscienza che qualcosa è stato seminato e qualcuno si è accorto che questo è avvenuto. Il Premio Internazionale Apoxiomeno è stato assegnato e ritirato da tanti personaggi noti negli anni precedenti e anche quest’anno ci sarà una parata di stelle e di questo mi complimento con il Colonnello Orazio Anania uomo di cultura e sensibilità che insieme ai suoi collaboratori riesce a creare eventi che sono consegnati alla storia. Sono felice di ricevere questo Premio e davvero molto emozionato ed onorato”.

So che nel suo cuore c’è qualcuno che ha un posto davvero speciale e che sicuramente sta gioendo di questa vittoria. Ci dica a chi vuole dedicare questo momento e ci racconti le sue emozioni.

“Quando nei mesi scorsi mi arrivò la notizia del Premio Internazionale Apoxiomeno assegnatomi per il Sociale lo avevo dedicato a due persone importantissime nella mia vita: mio papà Gino, che ho perso giovanissimo e che per diversi anni è stato Assessore alla Polizia Urbana del Comune di Licata (Agrigento) e a mio nonno Salvatore Scaglione, maresciallo di Polizia, che mi ha educato dopo la morte di mio padre ai valori che ancora oggi porto dentro. Ma oggi voglio dedicarlo ad un’altra persona importantissima della mia vita: mio cugino Ugo, per me più di un fratello, morto lo scorso 8 settembre a 52 anni, dopo aver combattuto fino alla fine dei suoi giorni contro un terribile cancro. Siamo cresciuti insieme abbiamo condiviso ogni momento triste ed allegro. Il mio cuore è pieno di dolore per la sua morte e le mie lacrime sono finite. È stato straziante. Ma so che lui avrebbe voluto che io ritirassi questo Premio. E per questo voglio dedicarlo a lui e spero che dovunque sia possa gioire insieme a me e a tutte le persone che mi vogliono bene per questo riconoscimento”.

Il suo ultimo libro “Figli delle App”, edito da Franco Angeli Editore, continua a riscuotere notevoli consensi. In questo suo ultimo lavoro ha deciso di affrontare un percorso attraverso generazioni che si sono evolute all’interno di ambienti sempre più tecnologici, spesso in assoluta solitudine, dove tutti sono accomunati dall’evidente dicotomia tra connessione e relazione. Insomma, una Generazione Z che è appunto figlia delle app e non potrebbe essere diversamente. Quale riscontro sta avendo da parte delle famiglie? Si rendono conto dei rischi che corrono i propri figli?

“Nei primi giorni di scuola la notizia di due ragazzi che si sono suicidati in Lombardia ed una in pericolo di vita dopo il lancio da balconi di palazzi molto alti, ci fa comprendere come i dati sulla fragilità dei preadolescenti ed adolescenti siano davvero reali. Neiprossimi mesi incontrerò molti genitori per parlare loro delle opportunità del web ma anche delle pericolose devianze. La nostra società è affetta da cattivismo. Dobbiamo far vincere l’amore sull’odio. Missione difficile ma non impossibile. Ci dobbiamo impegnare ogni giorno. Il Premio Internazionale Apoxiomeno riesce a portare alla ribalta attori, registi, sceneggiatori, scrittori, persone di cultura impegnate a vario titolo per affermare l’idea della legalità”.

Lei spende la sua vita nel sociale e ha dedicato agli altri tutte le sue forze con assoluta abnegazione. So che ha portato avanti numerose battaglie per prevenire i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. Cosa è stato fatto e cosa si può ancora fare per aiutare le vittime del bullismo o del cyber bullismo?

“Bisogna andare oltre le leggi, i divieti, le restrizioni. Bisogna lavorare per una grande rivoluzione culturale che permetta di far diventare il web il nuovo luogo per condividere conoscenza e valori. E soprattutto dobbiamo pensare che la fragilità dei nostri giovani è un’emergenza sociale, non un problema delle famiglie, ma dell’intera società. Quando si suicida una bimba di 9 anni per una challenge la responsabilità è di ognuno di noi. Perché non abbiamo fatto fino in fondo il nostro dovere”.

Nella sua vita un posto particolare è dedicato alle donne. Ha cercato di far conoscere a tutti, attraverso numerosi incontri e webinar, quali sono i rischi del sexting e del revengeporn. Alla luce degli ultimi eventi, moltissimi casi di femminicidio, ci dica qual è la sua opinione e quale sentiero sta percorrendo la nostra società.

“Anche su questo tema da anni provo a far passare un messaggio che purtroppo non passa: non serve contare il numero delle vittime come si fa per i morti di Covid 19. Non serve narrare nel dettaglio la violenza dell’assassino non considerando la vittima un essere umano ma soltanto un cadavere in più. Dobbiamo andare nelle scuole educare alle emozioni e al rispetto dell’altro. Ma non soltanto l’8 marzo, il 25 novembre ma ogni giorno, in ogni circostanza. Penso all’aggressione sui social sul corpo, il fenomeno del body shaming. È terribile innesca una violenza inaudita”.

Qual è stato il suo impegno nell’ IPA (International Police Association)?

“Abbiamo condiviso momenti importanti di didattica sia in Italia che all’estero. Penso al convegno annuale all’Università di Wroclaw o ad altri importanti eventi in Italia. Educare alla legalità oggi significa combattere con ogni mezzo ogni forma di devianza sulla rete”.

Lei è componente dell’Osservatorio Internet e Soggetti Vulnerabili di Corecom Sicilia. Quali sono le categorie più fragili che vanno protette?

“Non ho alcun dubbio i bambini, i preadolescenti e gli adolescenti in rete sono presi di mira e possono entrare in circuiti pericolosissimi. Ma dobbiamo anche pensare alle truffe agli anziani che entrano in rete alla ricerca di servizi e si ritrovano a rincorrere delinquenti in rete che li hanno derubati”.

Prima di salutarla voglio chiederle di lanciare un messaggio a quanti, ogni giorno, sono oppressi dalla violenza di qualunque tipo essa sia.

“Devono trovare il coraggio di denunciare per evitare che ad altri accada quello che è successo a loro. Ho conosciuto la madre di una ragazza di 12 anni che a Vittoria in provincia di Ragusa è stata vittima di una challenge e si è suicidata impiccandosi. Lei ogni giorno racconta la sua storia per aiutare altri genitori ed evitare che provino lo stesso dolore. Mi dice sempre: “Professore Pira continui a parlare ai ragazzi e ai genitori. In tanti sono in pericolo e non se ne accorgono”. Voglio anche chiedere alle Istituzioni di occuparsi dei nostri figli, anche se non votano. Sono esseri umani e cittadini portatori di doveri e di diritti”.

Voglio dedicarle una citazione di Johann Winckelmann: “L’umiltà e la semplicità sono le due vere sorgenti della bellezza” e lei è davvero una bellissima persona.

“La ringrazio per queste belle parole – conclude il professor Pira – sono soltanto un umile artigiano della comunicazione che non smetterà di impegnarsi perché è convinto che possiamo costruire un mondo migliore e non spezzare i sogni dei nostri figli. È un nostro dovere. Di questo sono convinto. Grazie a voi per avere dedicato spazio a questi argomenti”.

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