Recovery plan vuole la solidarietà economica e non sociale.

Il Governo Italiano è al lavoro sul Recovery Plan. Questo importante documento è da presentare a Bruxelles nei prossimi mesi. Si tratta di un passaggio fondamentale per avere accesso ai 209 miliardi del Recovery Fund stanziato dall’Unione Europea. Questo cronoprogramma, infatti, verrà presentato alla commissione UE dal Governo Italiano entro gennaio 2021. In base alla congruità dei progetti presentati l’Unione conferirà la prima tranche di aiuti all’Italia, pari a 20 miliardi. Una enormità di denaro. I Politici, la Confindustria ed i Sindacati Italiani sono già pronti allo starter ed hanno un dettagliato programma relativo ad investimenti, piani e riforme che il Governo dovrebbe realizzare. Il contenuto di questo documento programmatico è determinante per ottenere le risorse del Recovery Fund che non vi è dubbio che rappresenti una straordinaria opportunità per l’Italia. L’Unione Europea pretende che i Governi debbano presentare un piano di rilancio economico ed infrastrutturale che dovrà essere approvato dalle stesse istituzioni europee. Il Governo Italiano riuscirà ad attuare questo programma nel rispetto della solidarietà sociale? La solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai affermava il filosofo americano Henry David Thoreau. La solidarietà intesa come fonte dei diritti inviolabili dell’uomo così come sancito dall’art. 2 della Costituzione della Repubblica “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. La solidarietà si manifesta in tre forme: politica, economica e sociale. La solidarietà politica consiste nell’interessarsi ai problemi dello stato, nella vita politica (votando, iscrivendosi a partiti politici o sindacati, affrontando problemi sociali come la difesa dell’ambente e la lotta alla criminalità). La solidarietà economica prevede invece che ciascuno paghi i tributi e si attivi perché lo Stato possa provvedere alle necessità e bisogni pubblici e allo sviluppo del paese. La solidarietà sociale infine è quella che attiene all’umanità che ci spinge ad intervenire e tutelare i bisogni degli altri. La domanda che ci poniamo oggi dunque è quale solidarietà? Il Governo, i Sindacati e la Confindustria parlano di sviluppo del paese e delle infrastrutture. La diatriba odierna della maggioranza di Governo ci svela che qualunque sia la decisione il Recovery Fond sembrerebbe optare per la sola solidarietà economica poiché il rischio per l’Italia di sprecare la maggior parte del Recovery Fund è concreto. A novembre la Corte dei Conti Europea ha pubblicato la relazione annuale sull’esercizio finanziario del 2019, giungendo a conclusioni negative. Dall’analisi risulta che a fine 2019, penultimo anno del bilancio pluriennale corrente, era stato erogato solo il 40% dei finanziamenti Ue stabiliti per il periodo 2014–2020. L’Italia è tra i peggiori: nel 2019 sono stati spesi poco più del 30% dei fondi, rispetto ad una media Ue del 40%. L’Italia allora dovrà seriamente adottare una solidarietà economica e non sociale poiché il riconoscimento di quei diritti che formano il patrimonio irretrattabile della personalità umana, diritti che appartengono all’uomo inteso come essere libero e sanciti dall’art. 2 della Costituzione, potrebbero inficiare la validità e la “benedizione” del Recovery Plan Europeo. La grande ricchezza dell’umanità sta nella solidarietà e quella economica è pur sempre solidarietà.

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