Roberta Coni: sentirsi ed essere artista. Volti di sè e volti dell’arte

Il grande studioso Ernest Gombrich, storico dell’arte e accademico austriaco, così si pronunciava sull’opera del grande artista fiorentino, Sandro Botticelli, la nascita di Venere: “Tutte queste libertà che Botticelli si prese con la natura per ottenere la grazia della linea, accrescono la bellezza e l’armonia del disegno, in quanto accentuano l’impressione d’un essere infinitamente tenero e delicato, spinto alle nostre rive come un dono del cielo”.

Un’armonia che l’artista ricercava sempre nelle sue opere, una sottile linea di grazia e perfezione che si misurava con la morbidezza della carne e con la sensualità delle sue protagoniste; opere voluttuose e candide insieme, che incarnano l’emblema del Rinascimento: l’eternità ricalcata nell’arte. 

Innamorarsi di quest’opera a soli 8 anni, osservandola disincantata alle Gallerie degli Uffizi a Firenze, vuol dire rivelare a se stessi, quello che poi il pennello avrebbe tracciato, ovvero diventare una bravissima artista ed una validissima pittrice. 

Stiamo parlando di Roberta Coni artista romana, diplomatasi all’Accademia di Belle Arti, con studi in Spagna e negli Stati Uniti, che ha fatto di quel guizzo da bambina la sua professione da adulta.

Avevo 8 anni quando decisi di voler vivere di arte e da allora per me dipingere è sempre stata una esigenza”, ci racconta l’artista che, nelle sue opere, si ispira ai classici ed ai fiamminghi.

Roberta ha vinto la sua sfida più grande: cibarsi di colori che hanno in sé le sfumature del bello, dell’arte; vivere di una passione che ha il tubetto del mestiere, un mestiere inebriante che ogni giorno, vivendo nella culla dell’arte antica e non solo, ovvero Roma, ti fa guardare il mondo con uno sguardo sensibile, attento, colto e non banale. 

Roberta, nelle sue opere, indaga lo sguardo femminile, il volto, con un forte richiamo alla classicità, ai maestri del ritratto italiani ed europei e, nello stesso tempo, con una pennellata vivida e molto forte, li incanala nel presente, nell’epoca odierna e le rende eroine del 2020. Negli ultimi anni ha avviato un ambizioso progetto legato alla realizzazione pittorica della Divina Commedia di Dante Alighieri. 

Roberta Coni ha ricevuto numerosi riconoscimenti all’estero tra cui, Inghilterra, Turchia e Cina ed oggi collabora con Les galeries Bartoux, con opere di grande impatto, immagini che da sole si raccontano, raccontano e si fanno leggere: lo sguardo dello spettatore entra, filtra in quegli occhi, rimane quasi in silenzio, in un dialogo fatto di sfumature, di veli, di incarnati e dove ci si fonde… due anime che diventano tre, con quella dell’artista.

Questa la grandezza di Roberta: la capacità di fare non solo, o meglio, non tanto dei ritratti, ma calchi di cuore, timbri di io e forti immagini di impatto che fanno riflettere e restano dentro di noi dopo aver osservato le sue opere; immagini che si fanno apprezzare e che ci fanno innamorare.

Sei così calma e silenziosa, non ti apri mai. Ma dentro di te ci sono dei segreti. Qualche volta li vedo, nascosti nei tuoi occhi”: questo il commento all’opera di Johannes Vermeer pittore olandese, geniale nella sua arte che sottolinea una quiete grandezza nella famosa opera famosa “La ragazza con l’orecchino di Perla”.

Un richiamo a questa quiete silenziosa, a questa sensuale rumorosità dell’anima, a questo eco del cuore che da Vermeer ci riporta ai giorni nostri e con un tuffo dal 1600 ci accompagna al 2020: protagonista di questo viaggio oltre il tempo è lei, Roberta Coni.

 

 

 

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