Tenuta Pinto, esclusiva country house pugliese Un’azienda di famiglia tra solide radici e sguardo al futuro

A Mola di Bari, nel cuore della Puglia, a metà strada tra il capoluogo regionale e Alberobello, sorge la Tenuta Pinto, antica masseria del XVIII secolo acquistata nel 2008 da Domenico Pinto e dalla sua famiglia e da questi ristrutturata fino a farne una elegante ed esclusiva country house. Qui è oggi possibile trovare, accanto alla tradizione di famiglia dell’agricoltura – iniziata negli anni ’60 da Vito Pinto con la coltivazione di carciofini e uva da tavola e tuttora viva grazie alla produzione, ad esempio, di confetture, marmellate e olio extravergine d’oliva proveniente dagli ulivi plurisecolari che circondano la masseria – un’offerta di ospitalità piuttosto variegata, il cui merito va riconosciuto soprattutto alla terza generazione della famiglia Pinto e, in particolare, a Chiara e Nicole Pinto, figlie di Domenico.

Wedding planner la prima e direttore commerciale dell’azienda la seconda, Chiara e Nicole hanno scelto di fare di Tenuta Pinto anche una esclusiva location per matrimoni, nella forma, che va sempre più diffondendosi, del country wedding: circondati dalla natura pugliese e dalla bellezza della tipica pietra bianca, gli sposi potranno scegliere tra diversi luoghi in cui pronunciare il loro “si”, dall’immenso uliveto all’elegante fienile fino ad arrivare alla corte esterna illuminata. Ogni matrimonio è poi sempre accompagnato dalle pietanze preparate dalla cucina di Tenuta Pinto, guidata dal giovane chef Giuseppe Pedone, originario di Castellaneta (Taranto), che, dopo importanti esperienze in ristoranti stellati in tutto il mondo, ha scelto di tornare nella sua regione natia, mettendo la sua arte a disposizione della filosofia della famiglia Pinto, mirata a coniugare al meglio in ogni campo tradizione e innovazione, come si dirà anche più avanti; di suo, lo chef Pedone ci ha messo la cura nella scelta di sole materie prime locali e l’attenzione a qualità e stagionalità dei prodotti. La cucina dello chef ventisettenne si lega poi, come componente essenziale, anche all’ulteriore sfaccettatura dell’offerta di Tenuta Pinto, ovvero la possibilità di pernottare in una delle camere dai nomi vegetali – Glicine, Carrubo, Lavanda, Ulivo, Rosmarino e Corbezzolo – che altro non sono che spazi rustici dell’antica masseria ripensati e resi accoglienti dall’arredamento studiato, ancora una volta, da Chiara e Nicole Pinto.

Come si diceva, il connubio tra tradizione e innovazione è al centro della filosofia della famiglia Pinto, e tale connubio si è espresso al massimo livello in alcuni recenti e recentissimi progetti ed eventi di cui la Tenuta è stata protagonista, facendo di questa un possibile modello di “masseria didattica”. Il riferimento è, tra l’altro, all’orto didattico di 2000 metri quadrati da qualche anno ospitato nella tenuta, in cui sono coltivate piante officinali, verdure da foglia, ortaggi e micro-verdure (ovvero verdure raccolte immature), e che è inoltre a disposizione dei clienti e degli ospiti, che possono seguire il percorso delle materie prime dall’orto alla tavola, accompagnati dallo chef che spiega loro le caratteristiche degli ortaggi che degusteranno. Altrettanto importante, non da ultimo perché svoltosi alla fine dello scorso maggio – quindi in concomitanza con le prospettive

di ripartenza post – Covid del settore turistico e della ristorazione – è stata anche la kermesse tenutasi nella masseria il 28 maggio e che ha visto la cucina di Giuseppe Pedone e la Tenuta Pinto trasformarsi in uno dei primi luoghi, rispettivamente, di applicazione e degustazione, del cosiddetto precision cooking (cucina di precisione), ovvero dell’applicazione al cibo di tecniche di preparazione e cottura che ne mantengano e insieme esaltino le proprietà salutistiche. A tal fine, Pedone e la sua squadra si sono avvalsi dei risultati raggiunti in questo filone di ricerca dalle analisi condotte nel laboratorio di chimica degli alimenti dell’Università di Bari (Uniba), sotto la supervisione del Dipartimento Interdisciplinare di Medicina e di quello di Farmacia dell’ateneo barese (in effetti, l’evento stesso altro non è stato che la presentazione dei primi frutti dell’Accordo Quadro stretto nel 2020 tra Uniba e Domenico Pinto). Chissà che, passata l’emergenza sanitaria, non sia proprio la cucina di precisione a dare nuovo slancio ad una realtà comunque già molto dinamica, come quella di Tenuta Pinto.

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