Nell’anno del centesimo anniversario dall’apertura della prima boutique a Hollywood, nel 1923, il Museo Ferragamo inaugura la retrospettiva Salvatore Ferragamo 1898-1960, tracciando un nuovo viaggio della memoria per celebrare la vita del fondatore con il suo spirito pioneristico, le sue relazioni e le sue creazioni iconiche, le sue straordinarie visioni di invenzione e innovazione.
La mostra ripercorre i momenti e gli eventi più importanti della storia dell’uomo e dell’artigiano, dell’imprenditore e del visionario, del “Calzolaio delle Star” che ha saputo anticipare i tempi costruendo una tradizione di creatività e modernità che ancora oggi guida e ispira la Maison nelle sue espressioni di eleganza ed eccellenza. Il contributo di Salvatore Ferragamo alla rinascita dell’artigianato e alla valorizzazione del Made in Italy è testimoniato da un universo di scritti, oggetti, opere d’arte, fotografie e filmati che ne raccontano l’infinita passione e la sorprendente lungimiranza.
L’esposizione riunisce e connette dimensioni molteplici di ricerca, esplorazione e ispirazione: gli studi anatomici, la perizia delle lavorazioni e delle decorazioni, la sperimentazione cromatica, la ricerca audace compiuta sulle forme e sui materiali, le diverse ispirazioni artistiche e culturali.
Il percorso espositivo, articolato in otto sezioni, parte dalla nascita, si sofferma sul periodo trascorso a Hollywood – tra il 1923 e il 1927, con l’apertura della prima boutique che diventerà in breve tempo la destinazione preferita di star e celebrità internazionali – per passare poi ad una rara antologia di pellami, oggetti e opere d’arte che riflettono lo spirito avanguardista di un artista che amava inventare, innovare e sperimentare. Una sala è dedicata agli studi di Salvatore, sulla struttura e sulla meccanica del piede, alla sua capacità di individuare nuove soluzioni per la distribuzione del peso del corpo, che gli hanno consentito di rivoluzionare il mondo delle calzature. Segue infatti un focus con otto modelli di scarpe selezionate per la loro forma particolare e per l’assenza del colore, dimostrando uno studio quasi architettonico della calzatura. Non può mancare la parte inerente ai brevetti realizzati da Salvatore per la costruzione delle scarpe che riflettono la sua attitudine progettuale tipica del mondo del design e l’idea di poter riprodurre in multipli anche le creazioni artigianali più esclusive. Naturalmente si arriva alla sezione dedicata al nuovo Rinascimento in cui l’idea progettuale è sempre collegata alla cultura dei materiali e al talento delle mani dell’uomo. L’essenza Made in Italy di Ferragamo, infatti, emerge dall’unicità di motivi e lavorazioni riconducibili alla tradizione orafa e alle opere dei grandi artisti del 1500. Si conclude in bellezza, prima con le calzature conservate nell’Archivio Ferragamo, che sono un esempio dell’uso disinvolto dei colori, interpretati in monocromie primarie, patchwork geometrici ed effetti optical; per poi arrivare all’ultima sala che crea una connessione invisibile tra le calzature del calzolaio prodigioso e le loro destinatarie: star del cinema, aristocratiche e protagoniste del jet set internazionale.
Dopo la prima retrospettiva itinerante, inaugurata nel 1985 a Palazzo Strozzi e seguita dalla fondazione dell’Archivio Ferragamo e del Museo Ferragamo, questa nuova indagine a ritroso non rappresenta solo una sintesi delle idee e delle opere di Salvatore Ferragamo, ma anche un’occasione di riflessione sul ruolo del Museo come complesso sistema culturale e curatoriale impegnato nel dialogo costante tra passato e presente, tra heritage e contemporaneità.
Ed è proprio a partire da questo costante dialogo tra presente e passato che nasce la nuova collezione per l’Autunno-Inverno 2023 firmata da Maximilian Davis, che torna proprio a Hollywood, la seconda casa di Salvatore Ferragamo, per attingere ai guardaroba delle star con cui la maison ha lavorato negli anni ‘50. “Volevo raccontare il lato più romantico degli anni Cinquanta, e i due elementi – l’etereità e il rigore – producono un contrasto così diretto che in qualche modo sembrano complementari”, spiega Davis che aggiunge: “È la mia visione di ciò che le persone degli anni ‘50 penserebbero del futuro: lucentezza elevata ed effetti metallici alienati”.
Esplorate con la precisione lineare di Davis, le silhouette di metà secolo rivelano una purezza grafica che viene sfalsata dalla sua visione futurista: una gonna a ruota è realizzata in un nylon bianco ottico; un taglio cocoon ripreso dalla couture degli anni Cinquanta è applicato alle camicie e al bomber tecnico. Gli squarci nei tessuti disturbano la sensibilità classica: tailleur con tagli netti, e pelli che si aprono per svelare lampi di colore, racchiudono sia l’estetica decisa di Davis che lo spirito dirompente dei motociclisti degli anni ‘50. Lo stile biker irrompe a più riprese attraverso tutta la collezione, dal velluto floccato al denim metallizzato, dalle canotte in viscosa bianca alle brogue con punte accentuate. Le stampe esotiche degli archivi vengono scansionate e rimanipolate sulle serigrafie dei capi in shearling e degli accessori in pelle e cavallino, con una leggera distorsione “che li fa sembrare dei cimeli del passato trasportati nel futuro”. Il lessico ornamentale di una scarpa d’archivio, originariamente prodotta in oro 18 carati nel 1956, è rievocato nella forma angolare dei tacchi a spillo e nella corda intrecciata. La silhouette di una borsa della SS98 è reinventata con nuove proporzioni e nuovi elementi metallici; la Wanda bag appare in una miriade di nuove espressioni.
“Ferragamo ha iniziato il suo percorso realizzando scarpe per i film degli anni ‘30, fino a conquistare star del cinema degli anni ‘50 come Sophia Loren e Marilyn Monroe. Ho guardato al loro glamour, alla loro bellezza e al loro modo di vestire, pensando a come renderlo moderno nel presente”.
Il sentimento della stagione nasce dall’immaginazione e re-immaginazione di epoche ed estetiche cinematografiche disparate, scoprendo un’assoluta modernità nei nuovi codici di Ferragamo.
