Niko Romito: uno chef per caso.

La strabiliante carriera professionale del pluristellato chef, Niko Romito, nasce per caso, deviando da quello che era stato il suo percorso di studi universitari in Economia. Studente a Roma, e a 5 esami dalla laurea, che doveva aprirgli le porte della finanza, per farlo diventare broker, Niko decide di ritornare, con la sorella Cristiana, in Abruzzo, nella loro città d’origine, dove il padre, negli anni ’90, aveva trasformato la pasticceria di famiglia, in una trattoria: il Reale. Da quell’Abruzzo Niko venne via con le sorelle all’età di 14 anni, per volontà della mamma, che pensò di far crescere i suoi figli in un contesto culturale e sociale di più ampio respiro come Roma, decisamente diversa, rispetto al paesino montanaro, in cui erano nati e cresciuti. Fu, così, che Romito cominciò a vivere una vita del tutto diversa, in una grande metropoli come Roma, dove le possibilità e le prospettive sono altamente diverse. Ma il cuore, forse, è rimasto altrove, e quella scelta di tornare in Abruzzo, anni dopo, non risulterà essere una casualità, ma piuttosto un appuntamento con il destino, che stava lì ad aspettare, il momento giusto. Un destino, che si andrà delineando, a seguito della malattia e della morte del papà Antonio Romito, che costringerà fratello e sorella a dover mandare avanti, d’un tratto, la trattoria, che sulle prime si vorrebbe vendere, ma che alla fine, inaspettatamente svela una passione latente, che Niko non avrebbe mai pensato di possedere.

Da sinistra Claudio Catino (Executive chef) Salvatore Brancaccio (Chef del Caffè) Niko Romito Emilio di Cristo (Chef de Il Ristorante) Pier Simone Guarino (Pasticcere)

Niko, non aveva alcuna esperienza nell’ambito della cucina, e tutto quello che nel tempo è riuscito a fare, lo ha fatto da autodidatta, dimostrando che se si è bravi a fare qualcosa, così senza sforzo, e senza troppe conoscenze alle spalle, significa che quello è il tuo talento. Ed, infatti, lo chef pluristellato, cimentandosi nell’arte culinaria, ha sviluppato quella che è la sua filosofia di cucina, e che nel giro di 7 anni ha saputo farsi conoscere ed apprezzare, tanto da far guadagnare al Reale, la sua prima stella Michelin. Un percorso culinario, che è partito dai piatti tipici montanari, serviti nella trattoria dal papà, per cominciarli a rivisitare in una chiave tutta diversa, scontrandosi con la forte reticenza dei clienti, che all’inizio non riuscivano ad apprezzare i nuovi piatti. Ma, il grande successo di Romito, è solo agli inizi. Nel 2011, il ristorante si trasferisce a Casadonna, un ex monastero del’500 a Castel di Sangro, che Cristiana e Niko, decidono di acquistare e di ristrutturare con materiali ed opere d’arte che seguono uno stile, elegante, puro e bello, in un continuum con la cucina stessa del Reale.

In questo splendido edificio, oltre al ristorante e alle camere, prende forma l’Accademia, una scuola di alta formazione e specializzazione professionale di cucina, che permetterà a Niko, di dare altre declinazioni al suo talento da chef. Un talento che nel 2014, gli farà prendere la terza stella Michelin, e che gli consentirà, anche, di far diventare le sue capacità gastronomiche, corsi di formazione, format e prodotti per il consumo domestico. Una serie di realtà, che si sono concretizzate, grazie al suo approccio innovativo, che passa sempre per la sperimentazione, guidata dal suo istinto innato.

Corteggiato più di una volta dalla Maison Bulgari, Romito nel 2017, accetta questa nuova sfida aprendo il suo primo ristorante, all’interno del Bulgari Hotel di Pechino, poi a Dubai e l’anno seguente a Milano e Shangai. L’intento progettuale di questa collaborazione, è quello di far conoscere la tradizione culinaria italiana, attraverso le innovative rivisitazioni alla Romito, mai scontate, esclusive e di una piacevolezza senza paragoni. D’esempio potrebbe essere l’antipasto all’italiana in otto assaggi, che prende spunto da diverse regioni italiane, per portare sulle tavole internazionali, uno spaccato d’Italia. Un format tutto italiano, carico delle sue tradizioni e dei suoi prodotti di altissima qualità, che nello stesso medesimo modo, vengono presentati e serviti nei diversi ristoranti “Niko Romito”, in Cina, Dubai, o in qualsiasi altra parte del mondo.

Oggi, invece, la nuova sfida accettata da Niko, si gioca in casa, a Roma, con l’apertura a Piazza Augusto Imperatore 10, del nuovo Bulgari Hotel Roma. Qui Romito, insieme al resident chef, Emilio Di Cristo, giovane molto promettente, ha realizzato un piatto che ricordasse l’antica Roma, proprio in onore della nuova struttura immersa nel cuore del rione Campo Marzio: trota, mandorle e fichi. Un piatto molto innovativo, nato dalle sperimentazioni dei due chef e che presto, potrebbe entrare a far parte del format Bulgari.

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