Un patto con la terra: la storia di Cantine del Notaio tra vini e valori

A Rionero in Vulture, tra le pendici vulcaniche del Monte Vulture e le testimonianze del passato che riecheggiano dalla storia lucana, sorge una realtà che è al tempo stesso una promessa e un tributo alla tradizione: Cantine del Notaio. Fondata nel 1998 da Gerardo Giuratrabocchetti, l’azienda rappresenta la settima generazione di una famiglia che ha fatto della viticoltura una missione, un’arte tramandata come un tesoro prezioso, di nonno in nipote, attraverso la terra e il tempo.

La passione per l’Aglianico del Vulture, vitigno celebrato fin dai tempi dell’Antica Grecia e cantato dal poeta latino Orazio, non è soltanto l’elemento cardine di questa azienda: è una vocazione profonda, un atto d’amore verso un territorio che, grazie al tufo vulcanico, dona al vino personalità e complessità, facendone un racconto liquido di cultura e natura. Le vigne della famiglia Giuratrabocchetti si estendono sulle colline che circondano il Monte Vulture, in un abbraccio che rende omaggio a una terra dura, che sa essere generosa verso chi la coltiva con pazienza e rispetto.

Gerardo Giuratrabocchetti, laureato in Scienze Agrarie, ha raccolto la sfida del nonno, dando nuova vita a quelle terre, facendo di quell’eredità un progetto ambizioso che unisce tradizione e innovazione, amore per il passato e sguardo verso il futuro. Ricorda ancora le parole del nonno, pronunciate in un giorno d’infanzia trascorso tra i filari: “Tu, come ti chiami?” gli aveva chiesto con tono severo. Quando Gerardo aveva risposto, il nonno aveva annuito con solennità: “Ti chiami come me. Per questo, le mie vigne ti apparterranno”. Quelle parole, una promessa silenziosa, sono state il seme di un progetto che oggi è diventato un punto di riferimento per l’enologia del Sud Italia.

L’azienda ha saputo crescere, accogliendo la modernità senza mai tradire le proprie radici. Insieme al Professor Luigi Moio, ordinario di Enologia presso l’Università di Napoli, Gerardo ha esplorato le potenzialità di un vitigno antico, capace di esprimere una complessità che solo la terra vulcanica del Vulture sa regalare. Le antiche grotte scavate nel tufo, risalenti al 1600 e originariamente utilizzate dai Padri Francescani, sono state recuperate per diventare cantine di affinamento, luoghi di silenzio e di magia, dove il vino riposa e matura in perfetto equilibrio. Là, senza bisogno di condizionatori o umidificatori, il microclima naturale garantisce un processo di affinamento unico, frutto di un ambiente che si è creato nei secoli.

L’impegno verso l’ambiente è un altro dei pilastri su cui poggia l’attività. La coltivazione delle vigne segue criteri di sostenibilità, rispettando il terreno e i suoi cicli naturali. Il suolo vulcanico, che i contadini locali chiamano affettuosamente “il tufo che allatta”, funge da riserva idrica naturale, trattenendo l’acqua dell’inverno e rilasciandola nei momenti di siccità (in estate), permettendo alle piante di crescere forti e vitali senza il bisogno di irrigazioni artificiali. Un approccio, questo, che riflette la filosofia di Gerardo: “Alla base di tutto c’è sempre il rispetto”, dice, e questo rispetto si traduce in un prodotto che racconta la storia di una terra e delle persone che la vivono. L’azienda ha inoltre ottenuto importanti certificazioni, come l’ISO 9001 per la qualità e l’ISO 14001 per la gestione ambientale, dimostrando un impegno concreto verso il miglioramento continuo e la sostenibilità. A queste si aggiunge la certificazione BRC Global Standard for Food Safety e il marchio SQNPI, che attestano l’eccellenza e la sicurezza dell’intero processo produttivo.

Cantine del Notaio non è soltanto una cantina, ma una realtà familiare che celebra le proprie origini e le proprie persone. La moglie Marcella, che ha condiviso con Gerardo l’avventura fin dall’inizio, è stata una compagna di vita e di lavoro senza la quale questo progetto non sarebbe stato possibile. Le vigne, le cantine, ogni bottiglia che nasce da queste terre è dedicata alla famiglia: al nonno che indicò la strada, al padre notaio che trasmise la tenacia, ai suoceri, simboli di generosità e di forza, e a quella squadra di persone che ogni giorno, silenziosamente, contribuisce alla crescita di questa impresa. Tra i protagonisti di questa storia ci sono anche figure come Zio Angelino, il cui impegno e la cui affabilità sono stati indispensabili per il lungo percorso della costruzione dell’azienda e tutti i collaboratori che

costituiscono una parte importante e indispensabile di questa famiglia e che hanno collaborato per rendere grande questa azienda.

La cantina offre ai visitatori la possibilità di immergersi in un viaggio alla scoperta del territorio lucano, attraverso visite guidate alle antiche grotte e degustazioni che abbinano i vini ai prodotti tipici locali. Ogni angolo è intriso di storia e di tradizioni: dal Facìle, la piazzetta che raccoglie le grotte come in un abbraccio, ai vini che portano nomi evocativi legati all’attività notarile, in omaggio al padre di Gerardo. L’Atto, Il Repertorio, La Firma, Il Sigillo: ogni etichetta è una pagina di un racconto che affonda le radici nel passato, ma che guarda con fiducia al futuro.

Negli anni sono stati circa un migliaio i riconoscimenti ottenuti dai suoi vini, testimonianza dell’eccellenza e della passione che guidano l’azienda.

Cantine del Notaio è una sinfonia di elementi in perfetta armonia: la terra, il lavoro dell’uomo, la storia, la ricerca e il futuro. Ogni vendemmia è una nuova sfida, ogni annata una nuova opportunità per raccontare una storia di passione e di dedizione. Come le vigne che affondano le loro radici nel tufo vulcanico e si aprono al cielo, così l’azienda guarda al futuro, sorretta dalle proprie radici e dal desiderio di continuare a scrivere nuove pagine di questa straordinaria storia.

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