Tenute Stella: tra famiglia e territorio una storia lunga oltre tre secoli

Attraversare indenni trecento cinquanta anni di storia mantenendo alto il nome e il prestigio delle proprie attività richiede senza dubbio un importante impegno ma anche una eticità del lavoro che non è solo senso di responsabilità ma anche rispetto verso il proprio territorio, la propria comunità, la propria filosofia aziendale e di vita.

Trecento cinquanta anni sembrano un tempo troppo lungo da prendere in considerazione.

La famiglia Sella dal 1671 ha scelto di mantenere un rapporto vivo e costante con la sua terra, la sua gente e con Lessona.

Le Tenute Sella hanno legato insieme generazioni, hanno rappresentato un patrimonio di tenacia, costanza e impegno. Mai in tutto questo tempo la produzione è stata fermata e mai la proprietà si è modificata. Una roccia dunque. Un senso forte di appartenenza a un popolo. Biellesi, piemontesi e italiani. Il Lessona potrebbe essere nominato “Vino d’Italia” se volessimo, per esempio, ricordare un episodio storico: Quintino Sella, al battesimo del primo governo dell’Unità nazionale, un mese dopo l’ingresso dei soldati italiani a Roma attraverso la breccia di Porta Pia, rifiutò lo Champagne e brindò con questo vino.

In aneddoto che ha in sé tutto lo spirito di questa grande famiglia e delle sue Tenute.

L’Alto Piemonte è una regione viticola affascinante grazie alla grande varietà di suoli che lo compongono. L’acidità del terreno è una costante: ci sono livelli molto maggiori rispetto alla zona dell’Etna. L’impatto sui vini è enorme, preserva la freschezza, aumenta la potenzialità d’affinamento e dona sapidità e persistenza gustativa. Il nebbiolo è una varietà camaleontica, cioè esprime i terreni in cui cresce, per questo è l’interprete perfetto per questi territori.

Il Biellese orientale, dove insistono le proprietà di Tenute Sella, ha tre denominazioni: Lessona, Bramaterra e Coste della Sesia. Il vitigno di base è proprio il nebbiolo e c’è un consorzio di tutela dei nebbioli dell’Alto Piemonte. Al consorzio afferiscono anche Gattinara, Boca, Sizzano, Fara, Ghemme, Valli Ossolane. Alto Piemonte negli ultimi anni è un brand che si sta affermando anche attraverso numerose iniziative di promozione.

La cultura del vino implica la capacità di trovare un equilibrio tra persone, competenze, sostenibilità e dinamiche produttive e di marketing, senza mai dimenticare che il vino non è una semplice bevanda ma può essere considerato complemento culturale del cibo, della convivialità e della festività, capace di consentire a una comunità di esprimere al meglio i propri valori e le proprie tradizioni.

Ecco. Le Tenute Stella sono cultura prima ancora che prodotto.

Sono una tradizione di innovazione, perché proprio grazie all’innovazione continua ci si è potuti abituare alla mutevolezza del tempo. E questa naturale propensione si riflette anche sulla produzione e sulla modernizzazione delle tecniche di lavorazione.

Per far fronte a un mercato sempre più ampio e alla salvaguardia del carattere individuale di ciascun vino, l’industria vitivinicola ha fatto ricorso alla tecnologia che ha contribuito ad assicurare un’offerta di prodotti di qualità. Negli ultimi 150 anni, la produzione del vino è stata completamente rivoluzionata come arte e come scienza. Adattarsi al cambiamento climatico e ai fenomeni atmosferici estremi, per esempio, significa anche installare delle reti antigrandine, controllare la temperatura delle uve e implementare degli impianti di irrigazione di soccorso. Lo stress idrico è molto positivo e ricercato nella produzione di uve di qualità, però deve essere controllato in modo da evitare dei livelli di disidratazione critica che portano anche all’ingiallimento e perdita delle foglie in stagione. Grazie alla refrigerazione, poi, è diventato facile per le cantine controllare la temperatura del processo di fermentazione e, quindi produrre dei vini di alta qualità anche in climi caldi eliminando le aggiunte di solfiti in vinificazione e migliorando la qualità dei profumi e la longevità del colore. Qualche decennio fa era la natura stessa a provvedere, infatti si otteneva un effetto simile a causa della rigidità del clima e della vendemmia molto tardiva che a volte avveniva addirittura sotto la neve.

Vino, dunque, e tradizione familiare sempre proiettata verso il futuro.

Oggi agli storici tenimenti di Lessona e Bramaterra, si è aggiunta la proprietà di Cerreto Castello.

Cerreto Castello è un fantastico esempio di valorizzazione territoriale nato anche dall’amicizia tra Maurizio Sella e Alberto De Lachenal. Nelle cantine di Villa Rosazza si produceva professionalmente vino fino agli inizi del novecento. Ci sono ancora alcune bottiglie, damigiane e botti contenti le ultime annate prodotte. Nebbioli con una grande vibrazione, grandissimi bouquet di fiori e frutti. Proprio dall’analisi sensoriale di quei vini si è intuito il grande potenziale enologico della collina di Cerreto Castello e questo ha convinto la famiglia Sella a investire. Le prime vendemmie tanno confermando che la scelta intrapresa è stata quella giusta.

A oggi la superficie dei vigneti è di 23 ettari, e si producono dalle 70/80 mila bottiglie suddivise tra 12 etichette tutte posizionate nelle fasce di prezzo premium e super premium. Una resa estremamente qualitativa che si aggira tra le 3/4 mila bottiglie per ettaro a seconda della denominazione: un fattore non comune nel panorama nazionale. Questi vini sono esportati in 11 paesi nel mondo e nelle più ricercate piazze italiane. Vini di corpo, pronti e armonici, da apprezzare ora o nei prossimi venti anni.

Prossimi anni che comunque proporranno ulteriori sfide a questa azienda. Il Covid ha sicuramente cambiato le abitudini e,

anche a causa dei problemi della ristorazione, si è riscoperto il piacere di aprire una bottiglia nella quiete domestica, intorno a una tavola con i propri cari oppure accompagnati da una serie tv. Totalmente nuovo è stato il canale di approvvigionamento. Molto del vino consumato in questo periodo è stato acquistato tramite la Grande Distribuzione (supermercati) o le enoteche offline e online più che nei ristoranti e nei bar. La rapidità del fenomeno ha colto molti impreparati. In questo senso la diversificazione geografica e del canale di vendita ha aiutato le aziende strutturate ad affrontare la crisi. Chi ha saputo reagire ne uscirà rafforzato.

Il focus delle Tenute Stella sarà sempre quello di crescere qualitativamente e guardare il futuro con grande ottimismo e apertura mentale.

C’è una stanza del tempo in una delle storiche tenute dei Stella. Una stanza dove è possibile leggere i segni di una tradizione che non è destinata a scomparire. Tra vecchi bauli, oggetti d’altri tempi e i segni di una compattezza familiare e territoriale il futuro sembra più vicino e il passato è già domani.

“Bevendo gli uomini migliorano: fanno buoni affari, vincono le cause, son felici e sostengono gli amici”. Aristofane (450 a.C. – 385 a.C.)

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