Il Rosolio

Il suo fascino d’elisir raro e prezioso vanta tradizioni plurisecolari. La leggenda attribuisce la sua invenzione a un medico padovano, tale Michele Savonarola vissuto nel XV secolo. Il tutto avvenne dopo la prescrizione del preparato come medicinale a una sua paziente, il dottore volle addolcire la pozione con l’aggiunta di miele e di olio di rose.

Questa “ alchimia “ebbe successo e grande sviluppo nei conventi. L’arte liquoristica dei monaci benedettini di Santa Maria Novella e dei frati Certosini si ampliò nell’interpretazione del Rosolio o alchermes di Firenze : infusero con alcool, miele ed essenza di rose , anche cannella, garofani, vaniglia, coriandolo, noce moscata, gelsomino, ireos ; il tutto colorato con la cocciniglia ( rosso carminio, in arabo “al-quirmiz”,alchermes )

Ai tempi di Caterina dè Medici , il rosolio fu l’irresistibile ambasciatore del gusto italiano all’estero. L’aromatizzazione delle bevande con petali di rosa era in effetti usanza praticata sin dall’antichità classica, ma per poter indagare sul rosolio ottenuto dalla distillazione, bisogna arrivare agli alchimisti dell’inizio del Rinascimento. Dal dottor Savonarola in poi il Roseum Oleum passò dalla sperimentazione degli alchimisti ai mercanti di liquori.

La fortuna del Rosolio si diffuse quindi in Europa, soprattutto dopo che, con i cuochi e pasticceri della corte medicea, anche i liquoristi italiani , così come i cioccolatai, si trasferirono a Parigi al seguito di Caterina, andata sposa ad Enrico II.

Dopo la Rivoluzione Francese il Rosolio si afferma sempre di più, conquista salotti piccolo-borghesi, si confonde con tanti altri liquori come la Cerasella, Corfinio, Maraschino, Certosino, Menta, Aurum, Nocino, Laurino, Cordiale, Anice e continua, continua.

Ma che cosa è il Rosolio ? Un liquore preparato dalla miscelazione e macerazione con alcool, zucchero e acqua nella stessa proporzione, con in più una essenza che gli attribuisce il nome : rosolio alla rosa, rosolio alla menta, rosolio al limone, rosolio al caffè……ecc.

Non è finita l’identità del Rosolio, bisogna ancora addentrarsi nella diverse formulazioni ed interpretazioni della parola Rosolio: si confonde con Ratafià, Vespetrò, Alchermes, Acqua di rose, Liquore dei Medici, elisir…Elisir di lunga vita.

Oggi – Personalmente , quando apro la vetrina di nonna e ammiro quei bicchierini con piccoli lavori bordati di oro , mi viene a mente quella atmosfera famigliare tramandata a noi della sacralità di riempimento del liquore dai caldi riflessi rosati. Un viaggio nella memoria a riscoprire quella tradizione ed emozione di un fascino dei sapori e dei profumi nella loro semplicità.

Servito a fine pasto, ma prima del caffè , si degusta fresco ma non gelato, in minutissimi sorsi, accarezzato, prima che dalle labbra, dagli occhi. Sulla tovaglia candida , si notano luminosi e iridescenti colori, riflessi carichi di trasparenze rosa.

Su vassoi argento o ceramica floreale non devono mancare cioccolatini, gianduiotti, spumini, amaretti, torroni, friandises, macarons. Si raggiunge così un edonismo necessario per armonia del palato, del corpo e della mente.

Rosolio ai fiori d’arancio e alla rosa di Gualtiero Marchesi :

Miscela di distillati e di infusi di varie specie vegetali aromatiche tra cui fiori d’arancio, fiori di rosa, bacche di vaniglia, frutti di ciliegie e di lamponi , opportunamente dosati fra di loro, a cui si aggiunge una leggera nota speziata di cannella e garofano. Al composto così ottenuto, viene aggiunto sciroppo di zucchero raffinato che ne amalgama la fine dolcezza e alcool buongusto per raggiungere la giusta gradazione. Dopo un periodo di lungo affinamento, il liquore viene accuratamente filtrato e messo in bottiglia.

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