Domenico Vitagliano, lo chef “social” che ama condividere: “Perché insieme cuciniAMO”

L’idea che l’immaginario collettivo ha della figura dello chef è quella di un uomo burbero, introverso, magari un po’ scontroso, veramente a suo agio solo nel suo regno: la cucina. Lì ascolta i rumori dei suoi strumenti, annusa i profumi delle materie prime e dei suoi piatti, impartisce ordini alla brigata e dedica tutto se stesso per creare ciò che dovrà soddisfare i suoi ospiti. Ma, soprattutto, custodisce gelosamente i suoi segreti di professionista, tramandoli solo ai collaboratori più fidati e temendo di essere “copiato”.

Adesso, prendete tutto quello che abbiamo detto finora e, quando vi trovate con Domenico Vitagliano, dimenticatevelo.

Perché quel che avrete davanti è un uomo solare e allegro, al quale piace a tal punto condividere la passione per il suo lavoro da gestire i suoi canali social come un vero e proprio ritrovo per gli amanti della buona cucina, dove non solo postare gli scatti dei suoi bellissimi (e buonissimi) piatti, ma anche pubblicare le ricette complete con tanto di video per seguire alcuni passaggi delle preparazioni, o lanciare piccoli sondaggi e raccogliere ispirazioni e proposte.

«Sarà che la passione me l’ha trasmessa soprattutto mia mamma, sarà che per me la cucina significa famiglia, pranzi tutti insieme, momenti felici… ma penso che sia bello condividere con gli altri questo mondo. Per questo mi piace avere un rapporto diretto anche con quelli che sono i miei “follower virtuali”. Cerco di rispondere a tutti e di essere presente con costanza sui miei canali. Loro arrivano sulla mia pagina perché hanno gradito i miei piatti o perché amano mangiare bene o cucinare, quindi c’è già un punto di partenza comune. Allora perché non alimentarlo? Come dico sempre anche a loro, insieme cuciniAMO».

Domenico Vitagliano è ora chef di punta da Rossopomodoro in via Cimarosa, a Napoli. Ogni giorno deve rispondere alla clientela fatta sia dai suoi conterranei, notoriamente esigenti, sia dai tantissimi turisti che invadono il capoluogo partenopeo e che vogliono verificare se la fama culinaria della città sia meritata. E Vitagliano non delude le aspettative. Soprattutto i suoi primi piatti, come le linguine al granchio o il risotto con fiori di zucca in crema, guanciale e grana croccante, sono apprezzatissimi.

Dalla sua parte, una grande esperienza, iniziata presto e fatta di tanta gavetta e umiltà: «Ho iniziato il mio lavoro all’età di 13 anni. Non appena finite le scuole medie e mentre frequentavo l’alberghiero, entrai in un ristorante come “jolly” di qualsiasi reparto. “Rubavo” con lo sguardo più cose possibili, per imparare più in fretta. Dividevo le mie giornate tra studio e lavoro, girando vari locali tra Napoli e provincia. Pizzerie, rosticcerie, ristoranti… Più lavoravo e più capivo che i fornelli erano la mia vera passione».

Con la maggiore età arrivano le esperienze fuori dalla “comfort-zone” campana: la Riviera Romagnola, con i suoi hotel in cui non si doveva solo cucinare, ma anche gestire il settore.

«Sono poi stato per 5 anni a Roma, dove mi sono occupato come head chef di un’importante braceria. Nel 2017 mi sono trasferito a Milano, dove una catena napoletana mi ha offerto la gestione assoluta della cucina ed un’ottima retribuzione, per potermi permettere un grande sogno: il matrimonio. La mia famiglia non è facoltosa, mi sono sempre fatto tutto da solo e ne sono orgoglioso. La mia meta successiva è stata Perugia per un corso di alta formazione, ma poi sono rientrato a casa mia, a Napoli».

Purtroppo il motivo del rientro non è felice come Domenico meriterebbe: un brutto male colpisce la mamma, e se la porta via in meno di un anno. Ma il giovane chef reagisce con forza, soprattutto per non deludere sia la sua famiglia che il ricordo di chi non c’è più: «Ogni giorno do il meglio di me stesso come responsabile della cucina e portando avanti la mia grande passione. Con ogni mezzo e sempre col sorriso».

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