La ballata dei due Mattei

Queste settimane di agosto si sono mostrate ineditamente intense per chi è appassionato di politica, che di solito passa queste afose giornate soffrendo sotto il sole infuocato in spiaggia, sudando in ufficio di rientro dalle ferie o camminando nelle vallate montuose in attesa della convocazione autunnale delle Camere. Quest’anno però le cose sono andate in modo diverso, perché l’audace colpo del solito noto (Matteo Salvini) ha infiammato in modo inaspettatamente inaudito le torride giornate d’agosto che siamo abituati a vedere fredde e inerti. Forse pago dei numeri enormi di consenso che i sondaggi gli hanno proposto fino a oggi, il leader del Carroccio (o il suo team di comunicazione, chi può dirlo) ha deciso che agosto era il momento giusto per staccare la spina al bizzarro governo gialloverde, convocando di sua sponte il parlamento per sfiduciare il povero Giuseppe Conte e andare immediatamente a elezioni, in vista delle quali si è premurato di chiedere al popolo italiano i “pieni poteri” quasi fosse una tornata elettorale di 97 anni fa. La mossa, che mostra una certa baldanzosità e un’arroganza non da poco [ma come, ti fai le vacanze facendo comizi in spiaggia e poi pretendi che le altre forze politiche siano a tua disposizione? N.d.R.], sembra essere stata per ora un boomerang: il parlamento non è – ancora – stato sciolto, Conte ha ritrovato l’orgoglio smarrito grazie a una lettera dai toni duri e forti e il Movimento sembra aver di riflesso smesso di regalare consensi a Salvini, mentre l’ex alleato Berlusconi sembra essere remissivo riguardo la proposta di ritorno in coalizione con la Lega.

Ma se Atene piange, Sparta non ride di certo: dall’altra parte della barricata il PD della segreteria fantasma Zingaretti preme analogamente per tornare a elezioni. Tuttavia, l’altro Matteo (Renzi) non sembra esserne convinto, a suo dire perché c’è la necessità di un governo di coalizione che salvi il Paese dal temuto aumento dell’IVA. Posto che tale circostanza sia assolutamente da arginare, dietro questo repentino cambio di rotta di Renzi (che fino a letteralmente l’altro ieri era assolutamente contrario a una coalizione con i 5 stelle!) sembra esserci la paura che, essendo Zingaretti questa volta a fare le liste elettorali, la sua frangia di sostenitori nelle fila dei parlamentari PD potrebbe essere ridotta all’osso. Senza contare che, con un governo di coalizione con i grillini, Salvini avrebbe gioco facile a scappare dalle responsabilità che dovrebbe assumersi in caso di aumento dell’IVA, causato da molte scelleratezze portate avanti dal suo partito (Quota100, Flat tax) senza che vi fossero le coperture finanziarie per sostenerle economicamente. I due Mattei sono dunque a uno snodo cruciale della loro storia politica: chi avrà la meglio?

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