Articolo 1: chi siamo?

In occasione della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della legge sull’introduzione dell’Educazione Civica nella scuola italiana, diamo seguito alla promessa di una rubrica sui primi 12 articoli della Costituzione dell Repubblica Italiana (vedi articolo di inizio agosto: https://www.eventiculturalimagazine.com/arte-e-cultura/educazione-civica-scuola-idea-rubrica-un-articolo-un-articolo/).

Il primo articolo della nostra carta costituzionale ha a che fare con l’identità del paese. È una sorta di presentazione che dà le coordinate di base, i fondamenti su cui costruire il resto. Sembra ironico che oggi si introduca esplicitamente a scuola lo studio di questo testo fondativo, che nel momento attuale suona come un monito severo. Siamo ancora una Repubblica «democratica»? La partecipazione del demos è autentica e sostanziale? E ancora, siamo ancora fondati «sul lavoro», come ciò che nobilita l’uomo? I tassi i affluenza alle urne (54,50 alle scorse europee) e di disoccupazione (al 9,7%) stanno lì a domandarcelo. Non si tratta dunque solo di problemi politici o economici, ma di una questione esistenziale della Repubblica Italiana in quanto tale, per come è stata immaginata e vissuta. Si tratta di chiedersi cosa sia questo «popolo», come sia cambiato, che forma abbia assunto.Infine il primo articolo esorta a porre con serietà e onestà intellettuale la fondamentale questione della dinamica fra «sovranità» del popolo e «forme e limiti della Costituzione». Niente di più attuale. Siamo in un momento storico in cui ad essere in forte crisi è il rapporto fra l’esigenza di partecipazione dal basso e il riconoscimento delle regole del gioco del costituzionalismo liberal-democratico, anche in un’ottica europea. Infatti «sovranismo» e «populismo» sono nati, anche come termini, come distorsioni e incomprensioni (da parte di destra, centro e sinistra) di «sovranità» e «popolo». Non è peregrina allora l’idea di ripensare i fondamenti della nostra «casa comune», come la ha definita il capo dello Stato Mattarella nel suo discorso il 31 dicembre 2017. Ripartendo dalle basi si potrà illuminare di luce nuova l’attualità, mettendo in ordine le vere priorità e il senso profondo delle questioni politiche, economiche, sociali, ecologiche e antropologiche che si annunciano all’orizzonte.

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