In questa settimana la figura di Giorgia Meloni ha ricevuto un’inaspettata impennata di popolarità e notorietà. Non per le sue invettive contro gli immigrati, non per un suo discorso accorato alle masse, tantomeno per un suo intervento televisivo che ha colpito il pubblico per la sua arguzia o la sua veemenza. Giorgia Meloni è salita alla ribalta in quanto donna, madre, cristiana. Sembra assurdo se si considera che almeno il 60% della popolazione italiana femminile risponde a queste caratteristiche, eppure tale improvvisa crescita di popolarità non sarebbe dovuta alle posizioni politiche della ruspante leader di Fratelli d’Italia, quanto piuttosto a un montaggio musicale (Giorgia Meloni rmx) che sta letteralmente facendo impazzire i social in queste settimane.
La traccia musicale contiene un lungo elenco di urli da comizio della politicante romana che declama le sue peculiarità di “donna”, “madre”, “cristiana”, il tutto mentre lancia invettive contro chi, a suo dire, vuole costringere i veri cristiani con figli a carico a essere apostrofati come “genitore uno” e “genitore due” (scelta inclusiva che è stata intrapresa per evitare discriminazioni verso coppie omosessuali, N.d.R), il tutto unito con una certa abilità con una base dance eurobeat di sottofondo a rendere il brano un autentico tormentone. Non sono mancate infatti le condivisioni (ironiche e non) da parte di gruppi comici – primi fra tutti il collettivo romano “The Pills” – e utenti comuni della rete, fino ad arrivare alla stessa fonte delle grida, che giustamente ha gongolato della fama guadagnata e delle percentuali da capogiro del suo partito, fino alle scorse elezioni irrilevante e oggi forte di un 11% secondo i sondaggi più generosi.
Se da una parte questa fama, seppur guadagnata in modo grottesco, rischia di aumentare la popolarità di un politico i cui ideali sono più vicini alle ideologie del primo novecento rispetto a quelle della modernità, non bisogna disperarsi: di certo i supporter della Meloni non aumenteranno perché hanno ascoltato un brano dance, e i suoi detrattori non avranno altro che un feticcio in più su cui dibattere. Ciò che è da sottolineare è il rischio dello sdoganamento degli strali retrogradi del leader di FdI attraverso lo scimmiottamento degli stessi, come in passato è accaduto con i leader di altre forze politiche: la saggezza e la prudenza suggeriscono di non alimentare un fenomeno che, come la recente storia politica ci insegna, può soltanto generare benefici per la diretta interessata.