Nel mondo del food, dove la tradizione incontra l’innovazione, ci sono chef che non si limitano a cucinare ma creano, esprimendosi attraverso sapori, texture e aromi. Daniele Ciriaco è uno di questi maestri della cucina, il cui percorso nel mondo culinario è stato sempre guidato da passione, dedizione e sperimentazione.
Per due anni, Daniele Ciriaco ha cambiato diverse cucine, alla ricerca dell’ambiente giusto per esprimere la sua visione culinaria. Solo quando si è unito al team del gruppo alberghiero Maximiliam, specificatamente presso il rinomato Hotel Abner’s 4 stelle a Riccione, ha veramente trovato il suo posto. Qui, tra professionalità e amore condiviso per l’arte culinaria, Ciriaco si è sentito a casa, apprezzato fin dall’inizio e libero di esprimere la sua arte.
L’approccio di Ciriaco alla cucina va oltre il semplice atto di preparare delle pietanze. Per lui, cucinare è uno stile di vita, un modo di approcciarsi al mondo che lo circonda. Crede fermamente che ogni cucina abbia il suo chef e, piuttosto che competere, ognuno porta uno stile e un sapore unici al tavolo, soddisfacendo palati e gusti diversi.
A prima vista, con il suo portamento orgoglioso e i tatuaggi, Daniele potrebbe facilmente essere scambiato per una rockstar. Tuttavia, sotto questa apparenza si nasconde uno chef dedito all’umiltà e al duro lavoro, che preferisce la vita dietro le quinte della cucina piuttosto che i riflettori. Rifiutando il titolo formale di “Chef” per una connessione più personale con il suo team, Ciriaco sottolinea l’essenza di essere un “cuoco” — un artigiano che fa parte di un viaggio culinario collettivo.
Ciriaco si trova all’incrocio tra tradizione e innovazione, e sostiene un equilibrio che onora l’eredità culinaria tradizionale pur abbracciando l’evoluzione della cucina. Vede il progredire di questo settore come un processo naturale, che arricchisce l’arte senza cancellarne le radici. Questo sviluppo, alimentato dalla curiosità e dal coraggio di sperimentare, è ciò che guida la filosofia della cucina di Ciriaco.
Al centro della sua etica c’è il rispetto per gli ingredienti, il fondamento su cui si costruiscono i suoi capolavori culinari. Si sfida con una “follia lucida” nell’abbinare gli ingredienti, spingendo continuamente più avanti i confini dell’arte culinaria. Per Ciriaco, la cucina è libertà, non vincolata da costrizioni tradizionali, mossa dal desiderio di evocare emozioni e offrire esperienze gastronomiche uniche.
“Non ho mai lavorato un giorno nella mia vita.” Questa dichiarazione racchiude l’essenza di ciò che lo spinge a dedicare la sua vita a ciò che, per lui, non è lavoro ma passione. Ciriaco ammette anche che parte del suo successo lo deve al suo team, un gruppo di persone appassionate e infaticabili, che si ferma solo quando i suoi compiti sono finiti. L’importanza di avere colleghi che sono anche amici non può essere sottovalutata, perché da solo, Ciriaco non avrebbe potuto mai raggiungere l’eccellenza culinaria per cui è conosciuto.
Le amicizie all’interno della cucina sono forgiate nel calore dei fornelli, costruite su un rapporto basato su forte intesa e rispetto reciproco che va oltre i legami tipici tra colleghi. Questi artigiani del gusto, combinando le loro abilità manuali, sono capaci di trasformare l’immaginazione di ieri nella realtà di oggi. Il lavoro di squadra è essenziale, non solo per stabilire obiettivi comuni e fornirsi supporto reciproco, ma anche per imparare gli uni dagli altri, anche nelle situazioni più sfidanti. “Siamo amici senza pregiudizi!” ci dice Ciriaco.
Più leader che chef, ci tiene a incoraggiare il suo team, rimanendo pragmatico: non tutti diventeranno chef stellati, ma c’è la possibilità comunque di diventarlo, quindi bisogna continuare a dare il massimo. Il supporto reciproco all’interno della cucina è di vitale importanza per portare a casa risultati eccellenti. Competitivi ma non avversari, i cuochi nella cucina di Ciriaco si spingono a vicenda verso risultati sempre migliori, condividendo, dibattendo, ispirandosi a vicenda e talvolta anche discutendo. L’attenzione rimane sulla crescita professionale del team, nessuno deve rimanere indietro. Questo spirito collaborativo vuole creare una “comunità” dove tutti, liberi da giudizi, contribuiscono a una visione condivisa di grandezza.
Con numerosi riconoscimenti al suo attivo, Daniele Ciriaco rimane con i piedi per terra, considerando ogni riconoscimento non come una validazione ma come una motivazione per eccellere ulteriormente. Il suo
consiglio agli chef in erba è di armarsi di pazienza, passione e dedizione, guardando sempre avanti, verso ciò che la cucina può diventare.
L’amore di Ciriaco per il cibo è nato nella cucina di sua nonna Bianca, una passione che lo ha portato a riconoscimenti significativi, come il premio per l’Innovazione e la Presentazione al Concorso di Pasta Italiana. Il suo percorso, segnato dal sudore e da un desiderio implacabile di ritagliarsi uno spazio nel mondo culinario, è frutto di un profondo impegno verso il suo mestiere.
Capire la scienza dietro gli ingredienti è fondamentale per Ciriaco, perché questo gli permette di creare piatti non solo visivamente accattivanti ma anche deliziosi e nutrizionalmente vantaggiosi. Questa fusione di arte e scienza è ciò che definisce il suo stile: una manifestazione di sensibilità, stile ed eleganza.
Con il sogno di aprire il proprio ristorante, Ciriaco mira a continuare ad incantare i commensali con le sue creazioni, contribuendo all’apprezzamento e all’evoluzione della cucina italiana.
La storia di Daniele Ciriaco è pervasa di perseveranza, passione e creatività senza freni. È una narrazione che non solo celebra l’arte della cucina ma ispira anche altri a inseguire i propri sogni culinari. Mentre Ciriaco continua ad innovare e ispirare, il suo lavoro è un promemoria che al cuore della grande cucina non ci sono solo abilità o tecnica, ma un profondo amore per l’arte che trasforma ogni pasto in un’esperienza indimenticabile.
