Quattro chiacchiere con Checco Zalone

Luca Medici, in arte Checco Zalone, diversamente da quanto si possa pensare è un uomo timido. Accoglie la stampa durante l’anteprima del nuovo film Tolo Tolo – nelle sale dal 1° gennaio – con un nervosismo disarmante. In sala, oltre all’orda di giornalisti del settore, erano presenti personaggi di spicco come Enrico Mentana, Ornella Vanoni e Nichi Vendola

Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Checco Zalone su Tolo Tolo, sulla politica italiana e sul fatto di essere definito “razzista”.

Com’è nata la collaborazione con Paolo Virzì?

«Mi ha chiamato e abbiamo cominciato a scrivere. A un certo punto ho costruito il personaggio su di me. Per le difficoltà, ho bestemmiato: avrei voluto che girasse lui! Ma è stato meglio l’abbia fatto io. Sul set grande sfortuna: venti settimane di pioggia nel deserto. Non succedeva da vent’anni».

Questo film segna la tua prima regia. Che effetto ti ha fatto?

«Nonostante le difficoltà mi sono subito trovato. Ma girare è davvero difficile».

Tolo Tolo mi ha fatto pensare che ci occorrano degli italiani nuovi.

«Può essere. Tolo Tolo non è un film su persone che cercano un futuro diverso, ma semplicemente un futuro. Cito De Gregori: La gente sa benissimo dove andare quelli che hanno letto milioni di libri e quelli che non sanno parlare».

La clip “immigrato” ha suscitato un polverone mediatico. Cosa ne pensi?

«Non m’aspettavo d’essere sulle prime pagine dei giornali. Dopo tre giorni, mi sono stancato di seguire la polemica. Comunque è pubblicità, va bene così».

Come mai hai chiesto a Nichi Vendola di fare una parte nel film?

«A Nichi basta che gli dai 1000 euro ed è spiritosissimo».

Allora dimmi: il tuo film è antisalviniano?

«Anche se tutto fa politica, io non mi metto a fare un film contro Salvini».

Ma Salvini ha detto pubblicamente che ti farebbe senatore a vita.

«Credo siano solo chiacchiere. Se non vedo i fatti… Salvini si sentirà deluso? Che caz** ne so? Non mi pongo il problema».

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