Lo chef Davide Massatani racconta il suo amore per il cibo. La sua passione da sempre lo spinge verso una cucina etica e di qualità.

L’amore per la cucina è qualcosa che si capisce immediatamente: così è stato per Davide Massatani, attualmente chef e gestore presso la nota Norcineria Massatani, nel cuore umbro di Foligno, in provincia di Perugia.

Davide è il più giovane della famiglia – ed erede dell’attività – e da sempre ha sempre nutrito una fortissima passione per tutto quello che avesse a che fare con la cucina e con il cibo. Il suo interesse, racconta, è nato quando aveva solo otto anni e, per puro caso, è venuto a contatto con la kermes gastronomica “I primi d’italia”.

Vedendo passione, concentrazione, creatività e adrenalina, ha amato immediatamente il mondo frenetico e rumoroso che per la prima volta stava scoprendo; per questo motivo, presto non ha più potuto farne a meno.

Una volta arrivato alle scuole superiori ha scelto di frequentare la scuola alberghiera ad Assisi; crescendo, poi, la sua passione è aumentata sempre di più, fino ad un incontro che ha segnato per sempre il suo percorso: quello con lo chef Marco Gubiotti.

Quest’ultimo lo ha instradato nell’arte dell’alta gastronomia, per poi dargli un’opportunità di una breve – ma estremamente intensa – esperienza al ristorante Reale di Niko Romito (rinomato due Stelle Michelin).

Sempre grazie a Marco, poi, Davide ha conosciuto quello che è stato il suo vero e proprio mentore: lo chef Alfonso Caputo del ristorante La taverna del capitano (due Stelle Michelin), che tutt’ora reputa suo formatore. Con la vicinanza e i consigli di Alfonso, infatti, Davide è riuscito ad acquisire la filosofia di una cucina che ha sempre presente il rispetto della materia prima, l’importanza della selezione dei prodotti e della scelta dei produttori.

Dopo aver affinato a pieno il suo metodo di lavoro, Massatani è volato in Francia dal tristellato Auberge De L’ill, dove ha perfezionato ancora di più le sue competenze.

Nel frattempo, ad essergli di grande aiuto è stata anche la scelta di intraprendere uno specifico percorso universitario: si è infatti laureato in Scienze e tecnologie agroalimentari presso la facoltà di agraria a Perugia. Tale scelta gli ha permesso di raggiungere una nuova consapevolezza – sicuramente maggiore rispetto a quella precedente – nel suo approccio al trattamento degli alimenti: ha infatti iniziato ad utilizzare tecnologie specifiche e particolari accortezze apprese negli studi scientifici.

In università, tra l’altro, Davide ha conosciuto anche la moglie Francesca, essenziale per la sua attività. In quanto veterinaria, lo ha condotto tenendolo per mano verso l’etica e la biodiversità di allevamenti e produttori, riuscendo tra l’altro a dargli ogni giorno ispirazione e forza.

Secondo Massatani, il complimento e l’osservazione positiva che gli viene fatta più frequentemente è quella che riguarda il suo modo di cucinare e di creare piatti: sempre nel rispetto della natura, per lui è assolutamente fondamentale.

Ad oggi, Davide si definisce una persona responsabile e attiva, sempre pronta ad intraprendere nuove esperienze e mossa da un costante desiderio di imparare. Tale energia è sicuramente riscontrabile nella Norcineria di famiglia: qui vengono perseguiti rigorosi standard di qualità, senza che i suoi gestori dimentichino mai il rispetto per la tradizione.

Difatti, la generazione che le ha dato vita teneva estremamente al valore dei prodotti proposti. Lo stesso nonno Massatani – che Davide ha potuto conoscere e vivere a pieno – andava sempre in cerca di prodotti particolari e tale attenzione – che indubbiamente nasconde in sé un fortissimo amore per la propria professione – è stata tramandata poi di padre in figlio.

Nonostante Davide venga da una formazione nel mondo della ristorazione – e abbia, dunque, un approccio leggermente diverso all’attività – nella realtà familiare è riuscito ad unire le due anime della sua vita, con una tendenza che, sebbene sia ristorativa, tiene sempre presente l’importanza della valorizzazione del prodotto.

Massatani la spiega così: in definitiva, cerca di offrire piatti meno instagrammabili, ma più mangiabili; e questo perché la cucina realmente buona è una sempre povera. Proprio come vuole la tradizione gli ha insegnato italiana.

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