L’estate che racconta l’Italia

Cartoline dell’estate italiana, immagini del Paese più che delle vacanze. Puglia, Salento, poco sopra Otranto, mare: famiglie in ferie, nonni con i nipotini, pochi stranieri – ma la collocazione geografica lo può spiegare -; giornate in spiaggia, attività sportive pubblicizzate ma non incoraggiate, aperitivo con i giochi; e la sera lo spettacolo, prima per i bambini, poi per gli adulti, che rispondono in coro e a modo alle sollecitazioni dei conduttori sui talent, i reality e le trasmissioni televisive più trash e non mostrano insofferenza quando qualunquismo e volgarità integrano la scarsa vena dell’ ‘ artista’ di turno. La cosa più fresca? La spigliatezza e la ‘professionalità’ degli animatori, magari studenti che si pagano così le loro vacanze, prendendosi (e prendendoci) un po’ in giro.

Piemonte, parco del Monviso, sui sentieri intorno alla montagna alle cui falde nasce il Po. I percorsi del ‘giro di Viso’ sono molteplici, ma tutti, per forza di cose, sconfinano in Francia: gli ‘umani’ completano l’escursione in tre o quattro tappe, i ‘mostri’ la fanno in un giorno o due; quelli ‘cotti’, come me, abbandonano. Nei rifugi, dove dal primo pomeriggio iniziano ad arrivare gli escursionisti di giornata, una stragrande maggioranza di francesi, molti tedeschi, qualche olandese –svizzeri e belgi, se ve ne sono, si confondono con le lingue -, pochi italiani (e quei pochi autoctoni, locali).

Non c’è campo e non c’è connessione: si soffre un po’. I servizi sono essenziali, l’alloggio spartano, il cibo buono ma semplice, la spazzatura ciascuno se la deve riportare a valle, l’unica ‘trasgressione’ possibile e consentita è un bicchierino di genepi prima di andare a dormire – 22.00, luci spente -. Nessuno si lamenta – se non dei muscoli che gemono -, nessuno alza la voce, nessuno recrimina, tutti s’adeguano e sono reciprocamente solidali.

Scendendo, un po’ mesto e tanto pesto, verso una fermata di pullman lontana tre ore di marcia, mi chiedo come sarebbe l’Italia se in vacanza ne riempissimo i rifugi, oltre che le spiagge.

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