Una vita “cucita” nello stile di Pierre Cardin

Pierre Cardin, uno stilista che ha suscitato reazioni positive e negative trasgredendo i canoni tradizionali della moda e le convenzioni ormai invecchiate. Ed ebbe il coraggio di mettere in discussione, secondo il proprio gusto, i “Come” e i “Perché”. Incontrò molti ostacoli nel riesaminare la moda con i suoi mutamenti, creò molte combinazioni di colore dando un nuovo stile a delle configurazioni mai viste, prendendo posizione ambivalente accogliendo l’idea di una società che aveva voglia di cambiamento.

Il suo fascino e la sua esuberanza lo hanno portato sulle passerelle con le sue creazioni che hanno vestito star del cinema e della tv, come Elizabeth Taylor o più recentemente nella saga cinematografica “The Avengers”. Un gigante della moda che a 98 anni si è spento nel ricordo delle sue origini italiane ma francese nel suo essere. Ha disegnato una moda che ha rappresentato lo stile italo-francese e che lo ha portato al successo.

A 14 anni iniziò la sua esperienza nel settore con un sarto a Saint-Etienne facendo un pò di gavetta. Nel 1945 a Parigi rimase folgorato dopo aver collaborato con la maison di Elsa Schiaparelli che lo portò a dire: “È questo il mestiere che voglio fare”. La sua bravura e la sua voglia di emergere in questo mondo lo portò a diventare primo sarto con Christian Dior nel 1947 dopo che Balenciaga lo rifiutò. Arrivò il grande salto nel 1950, quando riuscì a fondare la sua maison, con un suo linguaggio della moda, artista fra tanti, certo, ma con un occhio ad un complesso modo di vestire, creativo, unico e manifesto della sua idea e concezione di creare abiti usando linee geometriche e cromatismi vivaci aprendo uno stile unisex fino ad allora mai usato con tratti affascinanti e che poteva vestire l’una e l’altro.

Fu uno dei pionieri di quello che oggi chiamiamo moda internazionale, infatti aprì in Giappone nel 1959 un negozio di alta moda. Le sue collezioni furono esposte nella sua Espace Cardin a Parigi, da lì passarono anche i grandi artisti di teatro e musicisti, per promuovere nella loro arte la loro visione della vita che lo stilista amava molto. Cardin aveva un concetto molto ampio del bello, amava la vita, il mondo del Jet-set e non si limitò a fare solo alta moda ma ampliò il suo mondo con l’acquisto di celebri ristoranti parigini Maxim’s, si espanse a Londra, Pechino, New York. Diversamente da altri stilisti, considerò un concetto di arte più ampio del solo “Vestire” ma i regalò il fascino delle cose belle, come “Il palazzo delle bolle”, progettato dall’architetto Lovag Antti, che creò un design con forme sferiche dal pavimento al soffitto, un luogo che accolse feste, serate ed eventi mondani.

Cardin si occupò personalmente di arredare gli interni del palazzo con pezzi da lui disegnati e sculture facendolo divenire un monumento storico e ricordato in un documento filmato sulla vita dello stilista, che fu presentato a Venezia nel 2019 come “House of Cardin”.

Una mente brillante, un uomo che diceva: “Ho sempre creato per i giovani”. Amato da molte donne del cinema ebbe un solo rimpianto, quello di non aver avuto figli. Le sue sfilate sono state una voce fuori dal coro, come quella sulla Muraglia Cinese o nella Piazza Rossa a Mosca, ha vestito il gruppo musicale dei Beatles creando per loro giacche senza collo che sono rimaste nella storia come simbolo di un grande gruppo musicale. Pioniere del Prêt-Àporter ebbe uno stile avanguardistico ridisegnando la storia della moda. Membro della Chambre Syndicale De La Haute Couture Et Du Prêt-Àporter e della Maison Du Haute Couture dal 1953 al 1966.

La moda ha sempre offerto strumenti per percorrere tutte le strade che si desiderano affrontare, la moda non è composta solo da abiti ma è carattere e riflesso stesso di chi la crea.

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