Toponomastica femminile, associazione dedita alla valorizzazione delle Donne nella rappresentazione pubblica, con targhe, monumenti e intitolazione toponime, organizza per il corrente anno, ogni IV martedì del mese, un salotto virtuale su argomenti di vario interesse, in cui relatori e relatrici, esperte e cultrici della materia, discorrono di argomenti di varia società, evidenziando l’apporto offerto dalle Donne in generale o da talune figure femminili in modo specifico.
Questo il programma completo:
26 gennaio: Giornalismo
23 febbraio: Musica
23 marzo: Storia
27 aprile: Economia, politica, società mi
25 maggio: Geografia, turismo e ambiente
22 giugno: Letteratura
27 luglio: Scienze
24 agosto (spostato al 7 settembre): Cinema, teatro, Tv
28 settembre: Arti figurative
26 ottobre: Scienze filosofiche
23 novembre: Linguistica
21 dicembre: Gastronomia ed enologia
Per chi avesse perso qualche appuntamento, può recuperarne la visione consultando il canale You Tube dedicato o dal sito di Toponomastica Femminile.
Questo del 28 settembre è stato, dunque, il secondo incontro del mese, dedicato alle Arti figurative.
Gli eventi vengono solitamente aperti e chiusi da elaborazioni video ad opera del Centro di pedagogia dell’espressione L’Arca nel bosco. In questa occasione è stata ricordata l’artista svizzera, contemporanea, Loredana Müller.
In locandina erano previsti:
Livia Capasso “Alla scoperta di artiste”
Mauro Zennaro “Una lezione su Artemisia”
Consuelo Lollobrigida “Artiste tra Rinascimento e Barocco”
Ornella Urpis “Etere e tecnologia. Port Art Women: una chance per le donne”
Francesca Perani “Disintossicare l’architettura dalle ineguaglianze:un atto plurale”
In realtà, per motivi tecnici, la locandina è stata un po’ stravolta.
Sottolineiamo l’interessante profilo di Artemisia Gentileschi, tracciato dal prof. Zennaro, che inquadrando l’artista nel contesto storico-artistico in cui operava, ha analizzato la produzione artistica e, per mezzo delle vicende personali e delle violenza subite, prassi diffusa in quel contesto, il difficile, se non impossibile, rapporto fra artiste e mercato nel Seicento.
Situazione che pare sia ancora problematica, come ricorda la prof.ssa Urpis, per la difficoltà delle artiste di gestire e commerciare le proprie opere. Nel rapporto tra Donne e Arte, si concentrano i bias femminili del differenziale retributivo, della sperequata distribuzione dei carichi familiari, del complesso rapporto tra Donne e Scienze (siano economiche o informatiche).
Finalmente la prof.ssa Capasso offre una storia dell’arte al femminile. La difficoltà di reperire le opere di artiste, seppur di pregio, dimenticate nella Storia o erroneamente attribuite a uomini. C’è poi la questione di come la Cultura venga diffusa e tramandata: un racconto al maschile in cui le Donne sono celate. “La storia dell’arte che noi studiamo è distorta e parziale e non rende giustizia alle tante pittrici, scultrici, architette, miniatrici, ricamatrici, ceramiste, che hanno riversato nell’arte la loro sensibilità” afferma la professoressa e ci racconta delle tante Donne del passato e del presente che ancora faticano a trovare spazio, sebbene, dallo scorso secolo, entrate in massa nel mondo dell’arte, non solo come artiste o modelle, ma anche come critiche e collezioniste.
L’architetta Perani testimonia la difficoltà per le Donne di accedere a settori creativi e tecnici, come l’architettura, e di essere riconosciute e nominate con un giusto linguaggio. La questione non è solo nel titolo, ma nel rispetto delle professioniste, del loro genere non celato in un maschile assoluto, e non percepito come distonico e minoritario.
“In che modo possiamo essere interpreti credibili delle trasformazioni dello spazio abitato, se la professione in primis non riconosce al suo interno i valori di inclusione ed equità che richiediamo oggi al mondo costruito?” l’interrogativo delle Rebel Architette.
Un piacevole pomeriggio trascorso a ragionare di parità, futuro, arte e società.
Attendiamo con interesse il prossimo Salotto dedicato alle scienze filosofiche….