“Leonardo da Vinci. La scienza prima della scienza” in mostra alle Scuderie del Quirinale

Le Scuderie del Quirinale – fino al 30 giugno 2019 – offrono la possibilità di conoscere colui che a ragione è considerato tra i più grandi Geni di tutti i tempi. La mostra “Leonardo da Vinci. La scienza prima della scienza” – a cura di Claudio Giorgione e realizzata grazie alla collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci e la Veneranda Biblioteca Ambrosiana – propone una lettura completa dell’opera del maestro, cogliendo i plurimi aspetti del suo genio e scandagliando i principi più innovativi della sua arte.

Lo spazio espositivo è organizzato secondo aree tematiche che ripercorrono fedelmente la vita biografica e artistica dell’autore: è presente “lo studio dell’antico”, che caratterizzò l’arrivo di Leonardo a Milano nel 1482 e si esplicò soprattutto nella riscoperta dell’opera di Vitruvio nonché nell’interesse verso l’uomo “bene figuratus”; vi è poi la sezione dedicata allo studio analitico della prospettiva, dove la grandezza di da Vinci fu subito evidente ed è possibile osservarne alcuni esempi chiari tratti da due fogli del Codice Atlantico, ossia l’esame di una ruota dentata e il disegno abbozzato di un uomo impegnato nella raffigurazione di una sfera armillare attraverso un prospettografo. Non mancano poi le sezioni dedicate ai progetti idrici vinciani e a quelli destinati alla realizzazione di “città ideali”.

“L’ingegno del fare” è la sala dedicata all’interesse dell’artista verso le macchine da lavoro, il settore tessile e quello metallurgico, sulla scorta dello sviluppo tecnico e meccanico che tra Medioevo e Rinascimento aveva interessato il Belpaese: ancora una volta, il Codice Atlantico consente al visitatore di ammirare le immense doti tecniche del maestro e il disegno di un “Filatoio con fuso ad alette mobili”, particolareggiato ed elegante al contempo, ne è forse l’esempio più lampante.

La sezione “Teatri di macchine” ripercorre gli aspetti forse meno noti dell’opera di Leonardo: pochi sanno infatti che l’artista, tra i vari ambiti del Sapere in cui il suo genio spaziava, aveva interesse anche per le tecniche scenografiche, che ebbe modo di approfondire soprattutto alla corte degli Sforza: nella sala dedicata, è presente il disegno di un “Carro automore” progettato per uso teatrale.

Percorrendo la sala dedicata a “La biblioteca di Leonardo”, è possibile ammirare una serie di manoscritti in edizioni che verosimilmente sarebbero potuti appartenere alla sua collezione: nonostante fosse solito definirsi “omo senza lettere” – alla luce di una conoscenza di natura direttamente esperienziale e non intellettuale – egli possedeva infatti un assortimento di libri straordinario, con oltre 150 opere, di cui purtroppo oggi non rimane nulla, se non il Manoscritto Laurenziano (che è possibile osservare nella sala).

Sebbene Leonardo fosse ben consapevole dell’abominio rappresentato dalla Guerra, egli – una volta giunto a Milano – si dedicò allo studio di Archimede, Frontino e Vegezio, approfondendo l’ars bellica al punto da progettare armi e macchine dall’indiscutibile valore ingegneristico (complici i suoi studi prospettici): la “Balestra gigante” è uno dei disegni più belli dell’intera mostra, che raffigura un’arma a tratti mitica, dalle proporzioni gigantesche, irrealizzabile dunque (come ben sapeva l’autore) ma non meno geniale nei suoi dettagli.

Tra le grandi ambizioni di da Vinci, non può essere dimenticata quella di far volare l’uomo: basandosi su un’osservazione diretta della natura – e in particolar modo dell’anatomia degli uccelli – l’artista progettò delle vere e proprie macchine per il volo. Il disegno originario dell’“Aliante” – esposto nella mostra – è un capolavoro di tecnica, rigore e metodo, e le annotazioni al margine del foglio ci mostrano ancora una volta un Leonardo sistematico, scrupoloso, attento a ogni minimo particolare.

Il percorso espositivo termina infine con una sezione dedicata al “Mito di Leonardo”, atta a ripercorrere le fortune dell’opera vinciana nei secoli successivi al suo sviluppo: tra pubblicazioni e riscoperte postume, spesso si è assistito a deragliamenti della figura leonardesca in favore di immagini distorte e affatto storicizzate, come dimostra l’appropriazione indebita da parte del Fascismo del mito di da Vinci, la cui genialità venne strumentalizzata assurgendo a simbolo di autarchia.

Una mostra complessa, quella presentata alle Scuderie del Quirinale, che pur avendo il merito di far conoscere al grande pubblico le mille sfaccettature del Genio Leonardo da Vinci – alcune delle quali poco note, un’esposizione che non si addice solo agli addetti ai lavori ma a chiunque voglia con umiltà accostarsi al sapere.

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