Le Pagine Viaggianti di Monica Maggi: nuova vita ai nostri libri!

Monica Maggi mi accoglie con quella sua aria un po’ da folletto buono delle fiabe, un po’ da intellettuale aliena atterrata dalla galassia delle biblioteche siderali. Il sorriso, di quelli che scaldano il cuore, e gli occhi vispi di chi ha visto tanto dell’umanità. Monica dalle mille vite, da giornalista, scrittrice, redattrice, direttora, artista, insegnante, coach e volontaria. Monica dalle mille anime, dalla pazienza infinita, sensibile, empatica con i fragili, gli anziani, i bambini, le ragazze, gli stranieri. Monica mamma, nonna, amica, figlia e sorella… Monica entusiasta che crede nella cultura, nell’impegno sociale, nel volontariato, nella politica, quella vera, quella praticata tra la gente più di quella predicata nei concistori, che si entusiasma per le nuove avventure, che siano per il recupero dei libri, per dare una casa a cuccioli abbandonati o fare lezioni di lingua e integrazione agli immigrati….

Pagine Viaggianti è il nuovo progetto di Monica, per il tramite dell’associazione culturale Libra, che si basa sulla raccolta e il salvataggio dei libri destinati alla distruzione e al macero, che vengono poi donati in punti di grande affluenza di pubblico, in luoghi socialmente significativi (piazze, metro, mercati). L’iniziativa, attiva a Roma dal 2013, ha ricevuto il sostegno permanente del Comitato Scientifico dell’Unesco ed è patrocinata dalle Biblioteche di Roma. Nella pratica Monica (e i suoi volontari e volontarie) accetta donazioni di volumi di genere vario, li cataloga, li distribuisce nei vari punti di smistamento e li dona ai lettori passanti.

Pagine Viaggianti per il suo spirito solidale e culturale ha riempito anche luoghi di dolore e necessità, come quando allestì gli spazi comuni delle tendopoli post terremoto del centro Italia, i centri sociali, le case rifugio e così via. Perché la cultura è un ormeggio a cui aggrapparsi nei momenti di disperazione, perché un libro è un amico silente che non ti abbandona e ti aiuta a sognare e sperare in nuove avventure.

E dalla mente fervida e le mani laboriose di Monica sono stati creati gli accessori al dono:
“Questi segnalibri nascono dalle pagine di vecchi libri non leggibili. Perché capita di trovare libri che sono talmente maltrattati che non si possono neanche tenere tra le mani. Ma mi dispiace buttarli, e allora li riciclo così. Oppure imbottisco le scatole tra libro e libro, quelle scatole che spedisco dovunque. Però lo confesso pubblicamente: a volte butto libri. Me ne vergogno un po’, ma poi mi passa. Perché sono quei libri che mi vengono lasciati come si fa con i cani legati al palo della Muratella (canile municipale di Roma, ndr), o i gattini gettati in un cortile. Buttati dentro sacchetti o rinchiusi in scatoloni mi lasciano libri improponibili, illeggibili: guide turistiche smangiucchiate, mattoni di best seller ormai superati, collezioni di Selezione, manuali di scuola guida, riviste di cucina taglio cucito e pasticceria. E ovviamente le immancabili enciclopedie.”

E ancora Monica ci racconta altre divagazioni creative al progetto: i biglietti parlanti.

Ho pensato a qualche cosa di speciale da fare, nella mattina di sabato e domenica al Foro Contadino.

Qualcosa che dia il meritato omaggio al “libro”, come mondo, salvagente, casa dei desideri, rifugio dell’anima, strumento di conoscenza.

Venite in massa, in gruppo, in famiglie, singolarmente, in coppia. Venite e portate un biglietto bianco, colorato, a righe o a quadretti. Scriveteci poche parole, forse una soltanto. Rispondete a questa domanda: cos’è un libro, per me.

Io porterò un grande ramo, tagliato dalla mia secolare quercia che ho dovuto abbattere mesi fa. Appenderemo i biglietti lì.

In fondo il libro dall’albero proviene. Proviamo a riaprire questa “circolarità”, che è della vita.

E non c’è niente da fare, io ribadisco “non portate scolastici, niente riviste, le guide no per favore” ma tant’è.

Amo questo progetto come una creatura viva” e, cara Monica, questo si percepisce!

Perché il libro merita rispetto da tutti e sempre.

 

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