Cita il Purgatorio l’iniziativa curata dal Comune di Ravenna e denominata “L’ora che volge il disio”. Un ciclo di letture perpetue dell’opera più famosa di Dante Alighieri per celebrare i 700 anni dalla sua morte

In occasione delle celebrazioni per il settecentenario della morte di Dante Alighieri, di cui la città di Ravenna custodisce la tomba, lo scorso 13 settembre, alle ore 18, ha preso il via il progetto “L’ora che volge il disìo”, ossia la lettura perpetua della Divina Commedia. Ad inaugurare questa speciale attività, è stato il sindaco Michele de Pascale, leggendo in diretta streaming il primo canto dell’Inferno. Da quel giorno il progetto prevede che quotidianamente – è stato escluso solo il 25 dicembre -, presso la Tomba di Dante venga letto un canto della Commedia. E’ uno dei tanti modi per celebrare l’universalità dell’opera dantesca, permettendo a chiunque lo desideri, tra cui anche personaggi famosi, di cimentarsi nella lettura di una delle opere più illustri della storia della cultura italiana.

In particolare, sul sito www.vivadante.it è possibile consultare il calendario delle letture, candidandosi come lettori o lettrici dell’opera più famosa di Dante; c’è stata, ad oggi, anche la partecipazione di personaggi illustri. Venerdì 25 settembre è stata la volta di Benedetta Craveri, nipote di Benedetto Croce, che si è cimentata nella lettura del XII Canto dell’Inferno. Critica letteraria e scrittrice, Craveri è nota a livello internazionale come autrice di saggi e monografie sulla vita intellettuale dei salotti francesi che, in età moderna, hanno ruotato attorno alla corte di Versailles. E’ inoltre membro dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana e all’attività accademica alterna la partecipazione a programmi radiofonici e televisivi oltre che con la collaborazione alle pagine culturali di quotidiani e periodici internazionali.

La lettura dell’attuale ciclo vedrà la proclamazione del XXXIII canto del Paradiso nel giorno di Venerdì Santo, 2 aprile, poi, dal giorno precedente la Pasqua, le letture riprenderanno da “Nel mezzo del cammin di nostra vita”, con la discesa nuovamente nel buio dell’Inferno dantesco.

Si può aderire al progetto curato dal Comune di Ravenna e dalla Fondazione RavennAntica anche telefonando al numero 328.4815973, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 16.

Fino a marzo, l’orario di raduno stabilito è quello delle 17, mentre con la primavera e la bella stagione, in particolare dal mese di aprile – e fino ad ottobre – la lettura avrà luogo alle 18.

In origine la Tomba di Dante fu una semplice cappellina fatta predisporre, nel 1321, da Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna, per rendere omaggio alle spoglie del grande poeta; nel 1483 Bernardo Bembo, che governava la città per conto della Repubblica di Venezia, finanziò il rifacimento del piccolo ambiente e commissionò allo scultore Pietro Lombardo il bassorilievo marmoreo con il ritratto di Dante, presente all’interno della Tomba. Tra il 1780 e il 1782, per volontà del cardinal legato Luigi Valenti Gonzaga (1725-1808), venne costruito l’attuale mausoleo, su progetto dell’architetto ravennate Camillo Morigia (1743-1795) che realizzò un tempietto neoclassico dalle linee essenziali e dal sobrio decoro. L’interno della tomba, rivestita di marmi in occasione del Centenario del 1921, conserva l’arca sepolcrale che racchiude le ossa di Dante: sulla fronte è inciso l’epitaffio latino composto dal poeta Bernardo Canaccio nel 1327. Ai piedi dell’arca è posta una ghirlanda di bronzo e argento donata dall’esercito vittorioso nella Prima Guerra Mondiale; a destra è presente l’ampolla realizzata dallo scultore triestino Giovanni Mayer e offerta dalle città giuliano-dalmate nel 1908. Al centro del piccolo ambiente pende una lampada alimentata con l’olio delle colline toscane che ogni anno, durante la seconda domenica di settembre, il Comune di Firenze offre in ricordo della morte del poeta, avvenuta nella notte fra il 13 e il 14 settembre 1321.

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