Camilla Ancilotto: l’artista della scomposizione

Camilla Ancilotto è sicuramente un’artista sui generis, capace di non farsi restringere in confini delimitanti, pronta ad osare e a fare dell’arte non un clichè ma una musa ispiratrice del suo inarrestabile talento. Ed il suo talento trova già una sua espressione quando da bambina, leggendo un libro che proponeva al lettore diverse possibili conclusioni, Camilla fa suo il concetto della scomposizione e ricomposizione dell’arte. Un dialogo infinito che permette ad ognuno di avere un contatto diretto con l’opera, che non viene solo osservata, ma toccata, analizzata e realizzata molteplici volte. Un’arte puzzle che viene definita “pitto-scultorea”, realizzata da tasselli girevoli che posti su un’unica superficie, frammentano le diverse immagini che possono essere ricomposte in modi sempre alternativi. Un vero è proprio inno all’estrosità dell’arte, sempre capace di spingersi oltre il finito e il reale, per perdersi nell’esplorazione conoscitiva di qualcosa che è più celato e profondo. La sua prima opera, Camilla l’ha realizzata in occasione della sua tesi di diploma presso il Fine Arts di New York, dove ha accostato una Venere che si trasforma nell’immagine di un pesce. Una mescolanza artistica che riducendo le immagini in puzzle, dà la possibilità di giocare con i pezzi mostrando nelle diverse composizioni un qualcosa di sé stessi. Una propensione analitica, dell’Ancilotto, che lei stessa dichiara di essere un suo personale intento, ricercato in questo dialogo delle sue opere con l’essere umano, che attraverso di esse si fa conoscere. Una sorta, dunque, di arte sperimentale, in grado, nelle sue diverse trasformazioni, di portare in superficie una parte dell’essenza umana.

Affascinata dalla scomposizione e ricomposizione infinita, Camilla, nel 2017 riesce a realizzare opere policrome scomponibili, prendendo ispirazione dall’antico rompicapo “Tangram” che permette di conseguire infinite figure partendo da pochi elementi geometrici. Da questo spunto l’Ancilotto dà vita e forma ad un suo nuovo ciclo artistico chiamato “Ab Ovo”, grazie al quale verrà selezionata per il contest internazionale di Art Rooms Fair Roma. Le opere create per questa serie “Ab Ovo”, sono delle strutture di tipo modulare di diverse dimensioni, costituite da nove solidi realizzati in poliuretano e in acciaio specchiato riflettente. Realizzazioni che, grazie ad un vivace gioco di cromie e riflessi sanno dare lucentezza alle opere dell’Ancilotto, esposte negli spazi interni ed esterni dell’albergo milanese Mandarin Oriental, che gli hanno fatto, per un periodo, da galleria espositiva

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