“Pensieri lenti e veloci”

Avete mai giocato al Lotto “l’ambata”?Consiste nel puntare su un numero che uscirà su un unica “ruota”. La vittoria paga 11 volte la posta. La questione è: che probabilità ci sono che, non essendo uscito l’1 sulla ruota di Roma da 200 estrazioni, esca alla 201esima?

La logica ci dice: esattamente le stesse delle 200 volte precedenti ma i giocatori incalliti “sentono” che non è così… su questo errore di valutazione (Bias) si fonda la fortuna e la disgrazia di concessionari del lotto e giocatori.

Di questi bias cognitivi è piena la nostra vita e la influenzano in modo spesso decisivo: basta pensare alle fake news che girano su Facebook e ai movimenti di opinione che alimentano…

Il libro di Kahnemann, a distanza di 7 anni, conserva tutta la sua attualità proprio come strumento per smascherare i bias che in cui incappiamo quotidianamente.

Lo scopo dichiarato dell’autore è quello di mettere al centro la nostra capacità di prendere decisioni mostrando, inequivocabilmente, come questa sia, in molti casi, inattendibile e guidata da considerazioni che nulla hanno a che vedere con gli elementi che dovremmo effettivamente prendere in considerazione.

Scoprire i meccanismi di (mal)funzionamento della nostra mente attraverso esempi semplici ma efficaci e coinvolgenti rende il libro, anche ponderoso, molto godibile.

Si tratta di un’autobiografia intellettuale dove, attraverso casi reali e documentati ma anche simpatici aneddoti, l’autore illustra quello che gli psicologi sanno di come il nostro cervello si comporta in determinate situazioni e la modalità di richiamo delle informazioni necessarie a elaborare un giudizio.

Khaneman identifica sostanzialmente due processi del cervello, denominati sistema 1 e sistema 2. Il primo è quello sempre attivo, utilizzato per calcolare 1+1, guidare su una strada conosciuta e poco trafficata, applicare stereotipi; la caratteristica oltre la velocità di giudizio (ma non necessariamente la correttezza…) è di utilizzare poche risorse del cervello. Il secondo, più riflessivo, entra in gioco quando effettuiamo un’analisi più approfondita di una situazione o un problema, proviamo a risolvere 39*51 a mente, ci tratteniamo da un comportamento istintivo di reazione (sistema 1); la caratteristica è il grande dispiego di energia richiesto per attivare questo sistema.

In termini informatici è come se il sistema 1 fosse un processo in primo piano che intercetta tutti gli input della macchina rispondendo immediatamente; se questi input necessitano di più tempo di elaborazione entra in gioco il sistema 2. La questione è tutta qui: spesso ci affidiamo troppo al sistema 1 anche quando dovremmo usare il sistema 2 e commettiamo grossolani errori di valutazione, i cosiddetti bias cognitivi.

Colpevolizzare il sistema 1 è fin troppo facile ma la verità è che è quello che ci tiene in vita… Siamo sottoposti quotidianamente ad un fuoco di fila di migliaia di stimoli e riconoscere quelle che sono le informazioni importanti (in ottica evolutiva, prima di tutto, quello che può rappresentare un pericolo) è un compito impossibile se fatto in modo sequenziale (sistema 2): deve essere fatto velocemente ed efficientemente; può essere fatto solo utilizzando “il cervello come una macchina per saltare alle conclusioni”. Ma alcune volte queste conclusioni (per lo più giuste) sono sbagliate e ci portano a commettere errori di valutazione: ci sono più morti da eventi atmosferici avversi o da asma? Dite la vostra..

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