Parigi, riparte del vertice sul clima

Parigi è una città che da 2 settimane (causa la tragedia del 13 novembre 2015) cerca di dimenticare ma vive comunque nell’angoscia che tutto può succedere da un momento all’altro. Il presidente Hollande nonostante i fatti e la paura che circonda lo stato francese ha confermato lo svolgimento del vertice sul clima. Il 30 novembre 2015 Parigi si prepara ad accogliere i maggiori esponenti politici del pianeta (tra cui Putin e Obama) per un vertice così importante che riguarda le condizioni climatiche e soprattutto le misure che i capi di stato e di governo decideranno per migliorare le nostre vite. Nulla è più come prima, stato d’emergenza e leggi speciali, sono queste le misure restrittive che la Francia e Hollande hanno attuato in vista dell’importante vertice sul clima. Il divieto di manifestare per gli ambientalisti perché nonostante l’allerta e le forze dell’ordine il pericolo è sempre in agguato. Vietata da ieri anche la vendita nei supermercati e il trasporto di sostanze infiammabili, alcol denaturato, acetone, e di bombolette di gas, tutto “utilizzabile da individui isolati o in gruppo contro le forze dell’ordine”. Ma la cosa che più interessa in questo momento (ai cittadini non solo francesi ma di ogni parte del mondo occidentale) è di prendere il ricercato numero uno Salah Abdeslam. L’unico sopravvissuto alla cattura o uccisione degli attentatori della strage del 13 novembre; la caccia all’uomo continua a non dare risultati ed è sempre più plausibile l’ipotesi della sua fuga in Siria. Sia la Francia che Bruxelles sono due tra le nazioni dove il ricercato è stato avvistato. Secondo il quotidiano Le Parisien, tra settembre e ottobre Salah aveva acquistato una decina di detonatori elettrici in una società di articoli pirotecnici di Saint Ouen l’Aumone, nella banlieue di Parigi. E’ stato lo stesso gestore ad avvisare i servizi di sicurezza all’indomani degli attentati e della diffusione dell’identikit. Vedendo i tratti del volto del ricercato, il commerciante si è ricordato dell’“insistenza” dell’uomo nell’informarsi sull’affidabilità degli apparecchi. Il giorno dopo la strage – stando invece alla testimonianza di Ali Oulkadi, uno degli ‘autisti’ di Salah a Bruxelles il 14 novembre che dice di averlo lasciato a Schaerbeek – il terrorista era ossessionato dal numero delle vittime della mattanza. Gli aveva chiesto di controllare ancora e ancora sul telefonino, spiega il legale di Oulkadi, Olivier Martins. Ma l’unico terrorista rimasto in vita la notte di venerdì 13 novembre, sembra essere sparito nel nulla. Le sue tracce si perdono in Belgio e, secondo alcune, sarebbe ormai in Siria, favorito da amici e coperture che già all’indomani della strage gli avrebbero fornito un rifugio nel suo quartiere, a Molenbeek. La Francia cerca di ritrovare la sua anima e di ricominciare a vivere ma la paura c’è e sarà presente ancora a lungo nella “propria vita”.

Noemi Deroma

 

 

 

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