I monti Dauni rientrano tra quei luoghi perlopiù sconosciuti. Siamo in Puglia, nota per le meravigliose spiagge, le città storiche, il cibo, il buon vino. Ecco, il buon vino. Pensando proprio al vino pugliese impossibile non parlare di Primitivo, di Negroamaro, della loro potenza ed impenetrabilità. Sempre più spesso mi è capitato di trovare produttori impegnati a far comprendere a pieno le potenzialità di questo stupendo territorio.
Sui monti Dauni, nel crocevia tra Campania, Molise e Puglia, sorge Volturino, piccolo e caratteristico paese che diventa, specialmente nelle calde estati, meta di chi gradisce il fresco all’arsura della pianura o del mare. Sarà per quel vento che spesso soffia e che può essere refrigerio in estate così come lama in inverno. Solo tra le viuzze e le scalinate del paese, strette e accoglienti, si trova sempre riparo.
Siamo a 735 metri sul livello del mare. Le colline scendono dolcemente verso la pianura. Su uno dei crinali sorge Tenuta Planisium, una cantina nata nel 2015 con l’intento di produrre vino di eccellenza sfruttando vecchi vitigni e antiche tecniche coniugate con nuovi innesti e giusta tecnologia. Sempre nel pieno rispetto dell’ambiente, dai vigneti alla cantina, struttura questa creata dall’architetto Edoardo Venturini di Cantine Fatte ad Arte in maniera completamente ecosostenibile. Biologico il vino, ecosostenibile la struttura.
L’imprenditore è Antonio Valentino che con la moglie Emanuela, la sorella Lucia e la cognata Amelia gestiscono l’azienda con il preciso scopo di valorizzare il territorio.
Innovazione, imprenditorialità, investimento. Un percorso che ha portato Tenuta Planisium a produrre vini identitari e unici nel panorama enologico pugliese e nazionale, destinati ad un sicuro successo.
Qui si produceva il Nero di Troia e il Susamaniello. Due vitigni diffusi il primo per la grande capacità polifenolica, il secondo per la produttività. La capacità innovativa e la curiosità di Antonio lo portano a desiderare per la propria terra vini di prestigio. Per questo chiama a sé i migliori specialisti come l’enologo Alessandro Leoni e il professor Marco Esti dell’Università della Tuscia.
Tutto viene curato nei minimi dettagli. Dal processo di produzione fino alle etichette affidate ad importanti studi di design (Simonetta Doni di Firenze e Spazio Di Paolo di Pescara).
Il risultato sono vini di assoluto rilievo. Vini che rappresentano a pieno questo triangolo di Puglia con una precisa identità e riconoscibilità. Mi hanno colpito tutti per le loro epressioni autentiche, fini ed eleganti. Per la capacità di mantenere i sentori e i sapori della Puglia vera senza eccessi. Con eleganza e classe. Vini che possono, anzi, devono essere presenti sulle migliori tavole. Se lo meritano davvero! www.tenutaplanisium.it
I vini
Serritella dedicato al locale Santuario. Fiano di identità, immediato, fine, con incredibile bouqet.
Notamento (antico contratto prematrimoniale) Fiano, Pinot Bianco e Chardonnay impreziosito e ammorbidito dal passaggio in legno a dimostrare come in Puglia si possano produrre vini eleganti: meraviglia per il naso, stupisce per il sorso.
Briele (fonte storica) rosato da Nero di Troia. Bilanciamento eccezionale per un vino da raccontare.
I rossi sono un inno alla Puglia. Rivisitati per dare loro nobiltà e riconoscimento.
Capotorre (quartiere del centro storico), interpretazione elegante del Negroamaro. Non stucchevole, non avvolgente. Di carattere.
Montorso (monte tra i Dauni) da Primitivo. Immediato e raffinato.
Humara, la sorgente naturale del paese, Nero di Troia. Calore e potenza della Puglia. Elegante.
Poi le due punte di diamante, prodotte solo in particolari annate.
Sciambolo, canto tipico dei pastori, un Primitivo con 12 mesi di barrique e 12 di bottiglia: unico ed elegante.
Privilegiato, da Nero di Troia ad esaltare questo vitigno. Forte, voluttuoso, bilanciato, ampio, intenso, non banale. La consacrazione per una cantina che porta la Puglia in un’altra dimensione.
Sui monti Dauni, nel crocevia tra Campania, Molise e Puglia, sorge Volturino, piccolo e caratteristico paese che diventa, specialmente nelle calde estati, meta di chi gradisce il fresco all’arsura della pianura o del mare. Sarà per quel vento che spesso soffia e che può essere refrigerio in estate così come lama in inverno. Solo tra le viuzze e le scalinate del paese, strette e accoglienti, si trova sempre riparo.
Siamo a 735 metri sul livello del mare. Le colline scendono dolcemente verso la pianura. Su uno dei crinali sorge Tenuta Planisium, una cantina nata nel 2015 con l’intento di produrre vino di eccellenza sfruttando vecchi vitigni e antiche tecniche coniugate con nuovi innesti e giusta tecnologia. La struttura ecosostenibile è stata creata dall’architetto Edoardo Venturini di Cantine Fatte ad Arte. Biologico il vino, ecosostenibile la struttura.
L’imprenditore è Antonio Valentino che con la moglie Emanuela, la sorella Lucia e la cognata Amelia gestiscono l’azienda con il preciso scopo di valorizzare il territorio.
Un percorso il loro che ha portato Tenuta Planisium a produrre vini identitari e unici nel panorama enologico pugliese e nazionale, destinati ad un sicuro successo.
La capacità innovativa e la curiosità di Antonio lo portano a desiderare per la propria terra vini di prestigio. Per questo chiama a sé i migliori specialisti come l’enologo Alessandro Leoni e il professor Marco Esti dell’Università della Tuscia.
Tutto viene curato nei minimi dettagli. Dal processo di produzione fino alle etichette affidate ad importanti studi di design (Simonetta Doni di Firenze e Spazio Di Paolo di Pescara).
Il risultato sono vini di assoluto rilievo. Vini che rappresentano a pieno questo triangolo di Puglia con una precisa identità e riconoscibilità. Mi hanno colpito tutti per le loro epressioni autentiche, fini ed eleganti. Per la capacità di mantenere i sentori e i sapori della Puglia vera senza eccessi. Con eleganza e classe. Vini che possono, anzi, devono essere presenti sulle migliori tavole. Se lo meritano davvero!
Serritella dedicato al locale Santuario. Fiano di identità, immediato, fine, con incredibile bouqet.
Notamento (antico contratto prematrimoniale) Fiano, Pinot Bianco e Chardonnay impreziosito e ammorbidito dal passaggio in legno a dimostrare come in Puglia si possano produrre vini eleganti: meraviglia per il naso, stupisce per il sorso.
Briele (fonte storica) rosato da Nero di Troia. Bilanciamento eccezionale per un vino da raccontare.
I rossi sono un inno alla Puglia. Rivisitati per dare loro nobiltà e riconoscimento.
Capotorre (quartiere del centro storico), interpretazione elegante del Negroamaro. Non stucchevole, non avvolgente. Di carattere.
Montorso (monte tra i Dauni) da Primitivo. Immediato e raffinato.
Humara, la sorgente naturale del paese, Nero di Troia. Calore e potenza della Puglia. Elegante.
Poi le due punte di diamante, prodotte solo in particolari annate.
Sciambolo, canto tipico dei pastori, un Primitivo con 12 mesi di barrique e 12 di bottiglia: unico ed elegante.
Privilegiato, da Nero di Troia ad esaltare questo vitigno. Forte, voluttuoso, bilanciato, ampio, intenso, non banale. La consacrazione per una cantina che porta la Puglia in un’altra dimensione.