Se consumare buon cibo insieme rende anche due estranei più vicini, figuriamoci cosa può succedere se due amici non solo cucinano insieme ma decidono di condividere questa loro passione pensando un locale al centro di Roma, nel quartiere Prati, dove ogni dettaglio è pensato per sottolineare la loro passione comune non solo per il cibo ma anche per il mare.
Non potevano non cogliere l’occasione di realizzare un sogno comune: creare un posto che al centro della città faccia sentire come se ci si trovasse in un borgo marinaro.
Così si approda a Banchina 63, dove il mare è fonte di ispirazione non solo per il menù ma per ogni dettaglio. Un’atmosfera calda e accogliente che ha il fascino degli ambienti marinari: il legno della boiserie di colore blu profondo come il mare, la rete appesa al soffitto della sala grande tempestata da cristalli che riflettono la luce nell’ambiente come fossero raggi di sole che si specchiano sull’acqua, le lampade made in Italy disposte a parete che ricordano quelle utilizzate per la pesca notturna.
C’è mare dappertutto, anche nella seconda sala, che pur essendo più intima e raccolta intima vive quasi suggestioni marine nella sapiente disposizione delle luci. Non manca uno spazio esterno per le sere d’estate. E fin qui il locale.
Ma Banchina 63 è la realizzazione di un progetto comune di passione e amicizia. Angelo Zigrino e Luca Mancini hanno portato in questo locale la semplicità e la forza della loro ventennale amicizia, cresciuta all’ombra di esperienze professionali tra le più qualificanti nel costante sogno di creare qualcosa che li rappresentasse pienamente.
Pesce sempre freschissimo nella eccezionale proposta dei crudi di mare (ostriche, Rosso di Mazara, tonno pinna gialla,…) o nel gusto raffinato di una classica cena di pesce, vini bianchi selezionatissimi ghiacciati al punto giusto, accoglienza al top e un pizzico di mondanità.
Gli ingredienti per diventare un punto di riferimento per chi ama il pesce ci sono tutti.
Ma ancora non basta. Banchina 63 dispone di un bar fornitissimo con le marche più rinomate di alcolici di eccellenza e un barman altamente specializzato che potrà preparare un cocktail classico o in alternativa un drink fatto su misura per il cliente.
D’altronde Benjamin Franklin diceva “Non ci può essere una bella vita dove non c’è buon bere”. E questa filosofia a Banchina 63 è assolutamente rispettata.
Ma tutto qui deve essere eccellenza. Ed ecco che accanto a una selezione di pasta (esempio sono gli spaghettoni trafilati in bronzo di Benedetto Cavalieri) e riso curata per esaltare al massimo il sapore del pesce, possiamo trovare i pani di farine selezionate, firmati dall’amico Giancarlo Giambarresi, maestro dell’arte bianca e presidente Confesercenti dei Panificatori di Roma, autore anche di dolci e biscotti.
Al centro di ogni tavolo troviamo sempre un cestino speciale: una coppa d’argento con pani e panini di varie forme e composizioni, tenuti in caldo da una piccola fiamma.
Due cuochi, dicevamo, ma soprattutto due amici che riescono a fondere le loro peculiarità e le loro creatività in piatti unici che raccolgono in sé non solo gli elementi distintivi dei due professionisti, ma anche le tendenze nuove e più fusion e gli elementi della cucina tradizionale. Potremmo fare un lungo elenco di piatti ma ci limiteremo a quelli realizzati con pesci meno blasonati come le Alici Baciate, ripiene di caprino su caponatina di verdure e dressing di peperoni arrostiti o il baccalà, tipico della cucina popolare romana, che diventa un piatto gourmet servito mantecato in crema di zucca con cozze, vongole e pomodoro appassito.
E da buoni amici i nostri due chef hanno ritagliato degli angolini nel menù per proporre ognuno qualcosa che li identifichi fortemente: l’anima romana di Luca Mancini propone anche i superclassici Amatriciana, Carbonara e Cacio e pepe, mentre la Puglia di Angelo Zigrino riaffiora negli Spaghettoni burro e alici con granella croccante di taralli al peperoncino, oppure nella Zuppetta di gamberi con burrata andriese e olio alla vaniglia.
Ogni esperienza culinaria che si rispetti non può non concludersi ovviamente con un dessert. E qui entra in scena il pastry chef Antonio Pianese con le sue proposte irresistibili. Noi golosi poniamo l’accento sul Tortino caldo con cuore di cioccolato bianco, noci dolci e salate, crema leggera rum e castagne, e sulla Gianduia Che Passione: bavarese alla nocciola e al cioccolato fondente 70%, cuore vivo al cacao speziato e salsa al passion fruit. La scelta è davvero problematica anche perché ogni meraviglioso dessert è un vero e proprio paradiso di equilibrio e dolcezza. Non può mancare il Tiramisù che qui viene rispettato nella sua prima formula: mascarpone, savoiardi e caffè Arabica.
Angelo e Luca hanno lavorato tanto con passione e impegno ed entrambi partendo da casa e dalle loro tradizioni familiari sono arrivati a realizzare quel sogno di eccellenza gastronomica e ospitalità che hanno raggiunto proprio qui, nei 70 posti a sedere di Banchina 63 che con la sua apertura ha voluto sfidare la difficoltà di questo momento storico. Un sincero in bocca al lupo nell’attesa di ritornare a quella normalità tanto sospirata.