Nel suo volume, Ferruccio De Bortoli promette che “Ci salveremo”. Come?

Viviamo in tempi strani. L’Italia di oggi è un Paese più che mai colmo di contraddizioni, di incertezze, a metà tra il passato e il futuro e difficilmente convinto delle sue potenzialità. Oggi il Bel Paese non sembra più così bello, ma questa credenza si ha perlopiù nella mente di chi, il Paese, lo vive e lo costruisce ogni giorno.

Questo è uno dei punti fondamentali dell’ultimo libro di Ferruccio De Bortoli, Ci Salveremo. Appunti per una riscossa civica. Tanto che il filo conduttore del volume edito da Garzanti passa più e più volte attorno alla svalutazione dell’Italia, della quale gli italiani stessi sono maestri.

L’ex direttore di Corriere e Sole 24 Ore ne fa il primo punto dal quale partire, conscio del fatto che nessun tipo di riscossa civica possa avvenire se manca anche solo la minima fiducia in ciò che si ha intorno e si esperisce quotidianamente. L’Italia – spiega De Bortoli – è un Paese le cui nere aspettative sono spesso rese tali dagli italiani stessi, mentre all’estero si alternano rispetto per le eccellenze italiane e confusione sul perché l’Italia non sfrutti appieno le proprie potenzialità. E, in fondo, gli “stranieri” non sono poi così migliori di noi.

De Bortoli si concentra su quest’ultimo punto, forse, perché spesso l’Italia è l’ultima ruota del carro in ogni tipo di statistica: corruzione, familismo amorale, scarsa fiducia istituzionale – tutti elementi riscontrabili quando a imperare è lo scoraggiamento. Un fattore di irresponsabilità, secondo De Bortoli. Il resto d’Europa ama spesso tenere duro, cosa che all’italiano non riesce sempre bene.

Ecco perché l’esortazione nel titolo: c’è da crederci, assicura De Bortoli. E, se il primo passaggio è proprio crederci, il secondo è una maggiore e più consapevole partecipazione da parte del cittadino. Se le ascese populiste sono state una risposta partecipativa, e allo stesso tempo distruttiva, allo status quo di un “establishment” inadatto, risulta ancora non pervenuta una riscossa civica, come la chiama l’autore, che parta dall’educazione civica nelle scuole, dalla cultura fuori di esse, dalla consapevolezza che il Paese stesso possa essere migliore.

Una consapevolezza da ritrovare nel suo capitale umano e sociale, nelle proprie virtù e in tutte quelle cose dell’Italia che, per quanto nascoste, funzionano e continuano a funzionare. Di esempi De Bortoli ne elenca molti – tanto che il volume non viene definito come di “appunti” per caso: è di per sé una gigantesca serie di casi di attualità e aneddotica incatenati fra loro. Negli esempi sta il sapere, stanno gli strumenti microscopici per poter guardare un quadro d’insieme che non è nero come sembrerebbe.

De Bortoli suggerisce le soluzioni, ma la risposta vera e propria sta al singolo e alla sua sensibilità. Ci sarebbe da chiedersi: “ci salveremo?”, con il punto interrogativo? L’autore, però, ne è convinto. L’Italia si salverà.

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