Nel Diario di una striker, Federica Gasbarro racconta i suoi Fridays for Future

Solo ventiquattro anni, ma le idee già chiarissime. Federica Gasbarro, attivista di Fridays for Future, è stata l’unica italiana a partecipare – al fianco di Greta Thunberg e altri novantanove giovani – al primo Youth Climate Summit di fronte nientemeno che alle Nazioni Unite. Un’esperienza indimenticabile che, forse, rappresenta solo un primo passo verso il futuro di una ragazza votata con tutta se stessa alla causa dell’ambiente.

Federica Gasbarro ha voluto raccontare il suo attivismo in Diario di una striker, edito da Piemme. Una storia che non è solo la sua, ma quella di tutti e in particolare di quei giovani che erediteranno questo mondo. Il volume, certo, rappresenta di per sé il personale diario di una ragazza nel fiore della vita, corredato da grafica giovanile e ricorso a citazioni ispiratrici di grandi personaggi, ma soprattutto caratterizzato dal tono entusiasta e a tratti scanzonato di una ragazza di ventiquattro anni – seppure al netto di invidiabili maturità e coscienza civica.

Ma Diario di una striker non è solo un’autobiografia: quando si tratta della lotta ai cambiamenti climatici, è sempre fondamentale ricordare di avere a che fare con l’autobiografia del mondo intero. L’esortazione al coinvolgimento permea abbondantemente attraverso ogni singola pagina del libro. L’astuzia narrativa, in questo caso, sta nel trasformare il dettaglio dell’autobiografia nell’interesse generale, evitando dunque di rendere il volume una mera, narcisistica descrizione di se stessa e della propria battaglia.

La Federica che “impara”, che capisce di dover seguire fino in fondo la spinta attivistica, è efficacemente condensata in “Meg”. Ella è la destinataria delle epistole che costruiscono il diario, da rinvenirsi nell’autrice stessa, o per meglio dire ne «la parte di me che mesi fa era ancora tiepida riguardo a questo tema, insicura di se stessa e di ciò che voleva». Di fatto, però, la figura di Meg va a corrispondere in toto con il lettore come interlocutore primario di una Federica che, scrivendo, non si limita a raccontare di sé: fa luce, invece, sullo stato del mondo e sulle questioni relative al clima.

Federica tira in ballo dati scientifici – non opinioni – e racconta di Greta Thunberg e dell’ispirazione fornitale – quell’ispirazione che, con ogni evidenza, confida di poter passare come una torcia olimpica al lettore perché anche questi decida di informarsi e agire a sua volta. L’unico modo perché il movimento possa un giorno avere un impatto mondiale e sortire effetti concreti.

Il Diario di una striker è certamente rivolto a un pubblico giovane, fatto mai nascosto fin dall’introduzione: un adulto potrebbe forse mal digerire il “targeting” del testo, pur senza disdegnare l’utilissima quantità di informazioni su Fridays for Future, sul tema ambientale e sulla figura della celebre Greta. Anzi: è uno di quei libri per ragazzi la cui lettura a molti, troppi adulti non farebbe affatto male, per capire un movimento nato dai futuri cittadini di un mondo che spera di continuare a sopravvivere, riparando con una rivoluzione pacifica agli errori di chi è venuto prima.

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