Brunello Cucinelli, uno e molteplice: la moda,il capitalismo umanistico, le idee.

“Bellezza è semplicità, questo è un tema fondamentale – scrive Cucinelli – e la semplicità non è l’eliminazione delle parti, ma sintesi prodotta da un grande lavoro di conoscenza e di scelta”. Questa citazione è tratta dal libro Il Sogno di Solomeo, edito da Feltrinelli, nel quale lo stilista ed imprenditore umbro racconta la sua vita e i valori alla base della sua attività. Per chi scrive di moda, la lettura di questo volume rappresenta, per certi aspetti, un’esperienza insolita, poiché l’autore dedica molte pagine a descrivere l’idea di mondo, di società, e di essere umano che guida la sua azienda. Il discorso intorno alle creazioni è racchiuso in un ambito limitato, ancorché illuminante. La distanza tra il pensiero e la creazione dunque è soltanto apparente, dal momento che la cifra stilistica di Cucinelli è contenuta precisamente nella rapporto osmotico tra l’idealità e l’azione. D’altra parte è proprio l’imprenditore-filosofo, a cui l’Università degli Studi di Perugia ha conferito non a caso una laurea honoris causa in Filosofia ed Etica (questo è solo uno dei tanti riconoscimenti istituzionali di cui è destinatario), a sottolineare la centralità delle idee, che precedono la creatività ed il successo, quando scrive: “Ho sempre pensato che l’idea è più importante della sua attuazione, come l’intelligenza lo è del sapere, perché mi piace più la causa che l’effetto. Quindi nella cronologia delle cose realizzate non considero l’anno di nascita quello dell’inizio o della conclusione, ma quello del loro primo concepimento”. Tutte le creazioni (dalla linea donna fino agli accessori) combinano antico e moderno in una sorta di rinnovato minimalismo chic, che posiziona l’azienda in un contesto del tutto peculiare, lontano anni luce dalla corsa alla collezione di tendenza tipica del pret-a-porter. Il genio creativo si espande dall’azienda al borgo che dà il nome al libro, Solomeo, situato in provincia di Perugia, la cui conservazione e valorizzazione è centrale. Recupera edifici storici e la valle ai piedi del borgo, portando avanti una concezione dell’attività imprenditoriale del tutto innovativa: la ricerca del profitto infatti non distrugge il tessuto sociale e comunitario, ma lo sostiene e lo eleva a fattore distintivo. Bisogna fare un passo indietro nella sua biografia per capire quanto la transizione dalla vita contadina alla realtà industriale avesse trasformato la famiglia di origine, rendendo visibile ai suoi occhi di bambino la fatica del lavoro da operaio svolto dal padre, segnato da umiliazioni e sacrifici. Per questa ragione, Cucinelli porta avanti un discorso neoumanista che gli fa dire che “la persona non va rispettata soltanto nelle forme, ma anche e soprattutto nella sostanza.” Lo sguardo di Cucinelli è ampio, i suoi viaggi di lavoro lo portano in posti lontani come la Cina e la Mongolia di cui apprezza le culture e la differenza, maturando così una concezione ‘universalista’ (anche questa distante anni luce dalla diatriba superficiale tra globalismo e sovranismo) che non si sottrae di fronte ad argomenti di scottante attualità come le migrazioni e l’avvento del multiculturalismo: “io penso che la cultura di un popolo è come un grande albero che ha radici profonde: nuovi germogli innestati sui suoi rami ringiovaniranno la sua linfa e saranno figli del suo genio”.

Foto tratta dal sito https://shop.brunellocucinelli.com/it-it/

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