The Prodigy: il figlio della noia

Proiettato da qualche giorno nelle sale italiane, The Prodigy è un film diretto da Nicholas McCarthy, regista americano esordiante giunto al suo terzo film.

The Prodigy – il figlio del male narra la storia del piccolo Miles (Jackson Robert Scott) che manifesta atteggiamenti che preoccupano e spaventano la madre (Taylor Schilling). La donna, pensa che qualcosa di malvagio stia prendendo il sopravvento su suo figlio. Decide quindi di ricorrere all’ipnosi, scoprendo così che un demone ha scelto il corpo di suo figlio per tornare in vita.

La pellicola ricorda il capolavoro di William Friedkin, L’Esorcista del 1973. Quando McCarthy lo vide, di nascosto dai suoi genitori, ne rimase davvero colpito. Infatti, come nei film precedentemente da lui girati, ritroviamo la figura della donna al centro della vicenda: “Molti dei miei horror preferiti riguardano le donne: Mia Farrow in Rosemary’s Baby, Ellen Burstyn in L’esorcista. Anche se quest’ultimo ha dei personaggi maschili molto forti, mi ha sempre colpito il personaggio di Ellen. A un certo punto, mentre montavo questo film, mi sono reso conto di aver ripetuto quello che avevo fatto col mio primo lungometraggio: incentrarlo essenzialmente sulle donne, coi pochi uomini che appaiono che sono degli idioti o dei bastardi. Non saprei davvero il perché”.

Il cast è interessante: c’è il piccolo Jackson Robert Scott, che ricordiamo essere uno della banda bimbi di Muschietti nel suo IT e l’interessante madre Taylor Schilling, direttamente delle scuderie di ‘Orange is the news black’.

Il film è prevedibile, scene dopo scena, sequenza dopo sequenza. Il regista è molto bravo a creare la giusta suspense e ad azzeccare qualche inquadratura, anche se dopo i primi dieci minuti già sappiamo come va a finire. È un film già visto e rivisto altre cento volte e crea noia nello spettatore. C’è un problema di scrittura, ma dopo tutto l’idea di partenza non è malvagia.

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