Wukuang Hashitate, oltre i limiti del clone

Nella Cina di oggi tutto è possibile. Persino clonare un intero paesino di 800 abitanti, situato nell’Alta Austria. Probabilmente siamo davanti all’ultima frontiera del plagio. Dopo profumi, capi d’abbigliamento, auto, apparecchi elettronici, palazzi e qualsivoglia oggetto riproducibile, ora anche strade, palazzi e chiese. E così la pittoresca e idilliaca cittadina austriaca di Hallstatt, nel Salzkammergut, tra l’altro patrimonio dell’umanità, ha talmente colpito gli architetti cinesi che l’hanno visitata, da indurli a progettare, probabilmente in gran segreto, un clone nella Repubblica popolare cinese, con tanto di laghetto incluso. Parliamo della futura Wukuang Hashitate. Luogo “d’importazione” prescelto? Il distretto di Boluo, nella provincia meridionale del Guangdong. Tale plagio non deve essere andato a genio agli abitanti del paesino per così dire “originale”, tanto che il primo cittadino di Hallstatt, Alexander Scheuzt, ormai davanti al fatto compiuto, non ha esitato a precisare: «La popolazione non ha affatto gradito che tutto ciò sia capitato alle loro spalle. Architetti e ingegneri cinesi hanno visitato Hallstatt e appuntato di nascosto ogni dettaglio, ogni angolo del paese (…). Non ci siamo mai accorti di architetti cinesi venuti per spiare lo stile architettonico della nostra cittadina; ogni anno arrivano da noi quasi 800.000 turisti giornalieri che fotografano tutto e tutti». Tra l’altro, lo stesso sindaco è venuto a conoscenza della vicenda solo in seguito all’arrivo di alcuni rappresentati austriaci in visita a Hong Kong, motivo per cui le sue dichiarazioni risultano decisamente poco biasimabili. Non la pensano certamente così gli artefici materiali di tale progetto, in cui figurerebbe la presenza della società statale cinese China Minmetals, leader nel settore dei metalli, ormai però attiva anche in campo immobiliare, che sul suo portale web descrive il clone di Hallstat come «un sofisticato complesso residenziale in stile europeo». In effetti, questa non è la prima volta che i cinesi dimostrano tale forma di amore, molto discutibile, nei confronti delle architetture europee. Una torre Eiffel è presente a Shenzhen, al confine con Hong Kong. Nei dintorni di Shanghai sorgono mini versioni di Venezia, Barcellona e della tedesca Anting. Nel 2005, vicino Chengdu, capitale della provincia del Sichuan, è nata una British Town, costruita sulla falsariga di Dorchester. E che dire della cinese Thames Town, città in stile britannico, munita anche di un Tamigi artificiale! Davvero difficile capire quali siano gli estremi giuridici oltre i quali il “copia e incolla” di un’intera città potrebbe essere impugnato come atto illegale. Noi intanto teniamoci stretti gli originali e auspichiamo che, in futuro, i cinesi si accontenteranno di continuare a clonare solo i paesaggi europei, senza riprodurne anche gli abitanti, ovvero noi.

Silvia Di Pasquale

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares