Primo Maggio: il bagno di sangue di Haymarket Square alle origini della Festa dei lavoratori

Il Primo Maggio di ogni anno molti Paesi in tutto il mondo celebrano la Festa dei lavoratori: ma da dove ha origine questa ricorrenza?

I festeggiamenti nascono con il preciso obiettivo di ricordare le strenue lotte sociali volte alla conquista del diritto degli operai alla giornata lavorativa di 8 ore, la cui prima legislazione in materia venne approvata nello Stato dell’Illinois (Stati Uniti) nel lontano 1867, diventando poi il modello di riferimento delle successive battaglie che la Prima internazionale socialista avrebbe condotto per l’ottenimento di un’analoga normativa in Europa. Le origini della ricorrenza sono da rintracciare nella manifestazione avuta luogo a New York il 5 settembre 1882 a opera dei Knights of Labor – l’Ordine dei Cavalieri del Lavoro – e in quella successiva del 1884, avente l’obiettivo di ottenere che le celebrazioni avvenissero una volta l’anno.

Fu però la rivolta di Haymarket (Chicago) dei primi giorni di maggio del 1886 a favorire la scelta di questa data. In quest’occasione, uno sciopero operaio di fronte alla fabbrica di attrezzature agricole McCormick si risolse in un drammatico bagno di sangue, quando le forze dell’ordine spararono sui protestanti provocando due morti e diversi feriti. A quel punto, una manifestazione carica di dissenso e malcontento – organizzata da alcuni gruppi anarchici del posto – prese piede a Haymarket Square, esattamente dove si teneva il mercato delle attrezzature agricole; il 4 maggio una bomba venne lanciata contro la polizia, provocando la morte di sei agenti e il ferimento di cinquanta di questi; le forze dell’ordine risposero col fuoco e ancora incerto rimane il numero delle vittime e il nome di chi lanciò per primo la bomba. Ciò che è certo invece è che quello di Haymarket Square fu il primo attentato della Storia americana condotto con il tramite esplosivo della dinamite, plasmando nell’opinione pubblica l’immagine evocativa dell’“anarchico bombarolo”.

Il 28 agosto 1887 la Giustizia statunitense stabilì la pena di morte per Michael Schwab, Samuel Fielden, August Spies, Albert R. Parsons, Adolph Fischer, George Engel e Louis Lingg (in seguito a una mobilitazione dell’opinione pubblica internazionale, per i primi due si optò per la comminazione dell’ergastolo), la reclusione a 15 anni per Oscar W. Neebe nonché la condanna – in alcuni casi anche a morte – di numerosi anarchici. L’11 novembre dello stesso anno si procedette alle esecuzioni capitali, precedute dalle ultime strazianti parole dei condannati: «Salute, verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte!», «Urrà per l’anarchia!», «Lasciate che si senta la voce del popolo!», «Viva l’anarchia!». Il Presidente statunitense, Stephen Grover Cleveland, decise allora che proprio il primo maggio sarebbe dovuto diventare il giorno utile per la celebrazione del tragico evento, salvo poi fare subito dietrofront dinanzi al timore che la scelta potesse strizzare troppo l’occhio al socialismo. Nei giorni successivi le condanne a morte, Chicago scese in piazza per commemorare il sacrificio di Spies e compagni; in Italia, appena venuti a conoscenza del martirio dei loro omologhi a stelle e strisce, i lavoratori

livornesi si mossero prima alla volta delle navi battenti bandiera americana attraccate al porto della città e poi contro la Questura, presunto nascondiglio del console statunitense. Nel 1894 il Canada ufficializzò la ricorrenza del Primo Maggio e il suo esempio venne poi seguito da molti altri Paesi in tutto il mondo. Nel Belpaese fu nel 1889 che la Seconda Internazionale socialista formalizzò la celebrazione, che divenne poi pienamente operativa nel 1891 tramite il dispositivo della ratifica.

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