Fast & Furoius 9: The fast saga. La recensione

Torna sul grande schermo dopo 4 anni dall”ultimo capitolo, il nuovo film del franchise diretto da F. Gary Gray. La saga che narra le vicende della famiglia Toretto torna in sala con Fast & Furious 9, primo film di una già annunciata trilogia conclusiva della saga cinematografica, la cui regia è stata completamenta affidata alll’ormai esperto Justin Lin.

Dagli eventi che hanno visto il protagonista Dom (Vin Diesel) e la sua squadra riuscire a salvare il figlio dalle grinfie dell’hacker Cipher (Charlize Theron) sono passati quattro anni, e le strade di tutti i personaggi hanno preso direzioni differenti. Dominic vive in una fattoria insieme a Letty (Michelle Rodriguez) e al piccolo Brian, cercando di tenersi lontano dai guai per il bene del bambino e provare a costruirsi una vita più tranquilla e senza pericoli mortali. La loro vita pacifica viene però interrotta quando vengono informati della scomparsa del Signor Nessuno (Kurt Russell) e della fuga di Cipher.

I due decidono di tornare sul campo insieme al resto della Famiglia per recuperare una pericolosissima arma satellitare e al contempo sistemare i conti con il passato, tanto con Cipher quanto con il ritrovato terzo fratello Toretto: Jakob (John Cena), che Dom si ritroverà contro come grande avversario insieme a un intero esercito privato.

La saga di Fast & Furious sembrava aver definitivamente virato verso un connubio tra humor, azione e avventura, ma l’aspirazione di Diesel a qualcosa di più è riuscita a scardinare questo equilibrio da blockbuster miliardario. L’analisi di ciò non tiene conto dell’evoluzione della trama ma bensì della ricercatezza di impatto narrativo che solo la tragedia ha, di come la drammaticità degli eventi e la loro conseguenziale “profondità” vogliano sovrastare prepotentemente sia la qualità che l’originalità dell’azione.

Il punto nevralgico della trama è la relazione tra Dom e Jakob, che sono infatti assoluti protagonisti del prologo che getta le basi della rivalità tra i due. Il rapporto tra i fratelli Toretto viene soprattutto definito a partire dal terribile evento che li ha visti spettatori inermi: La morte del padre. Da qui si procede per costruire e de-costruire le dinamiche di una fratellanza finora rimasta nascosta ma che, una volta introdotta, necessita giustamente di una giustificazione per esistere.

Ovviamente non tutto torna e anzi ci sono diversi passaggi che lasciano basiti per la superficialità della scrittura retro-attiva della saga, e questo anche guardando all’ormai sdoganato ritorno di Han, la cui sopravvivenza segna un terzo cambio di motivazioni dietro alla storia del franchise, come se quell’incidente a Tokyo avvenuto nel terzo capitolo fosse il punto zero e di continua ripartenza dei pretesti narrativi.

In conclusione si parla di un buon film di genere le cui qualità formali però si deteriorano e sfaldandosi sotto il peso dell’ambizione drammatica del progetto. Il Jakob di John Cena è un’interessante new entry della saga e nel genere l’attore ha già ottimi tempi e risulta abbastanza credibile, questo al netto del fatto che diretto da James Gunn in The Suicide Squad è tutto un altro attore, con tutta un’altra dimensione espressiva e una scrittura molto più affascinante. La speranza per il futuro è che il franchising ridimensioni le aspettative tornando un po’ alle origini mantenendo quella spettacolarità raggiunta nei capitoli 5 e 6.

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