1)Realizzare sul territorio un raccordo interistituzionale fondato sulla collaborazione e finalizzato alla soluzione di problemi formativi
Una volta riconosciute le risorse educative del territorio e le loro specificità nei processi formativi, si possono individuare le condizioni di fattibilità per realizzare sul territorio un raccordo interistituzionale fondato sulla collaborazione e finalizzato alla soluzione di problemi formativi. Il progetto preso in considerazione per utilizzare il territorio come risorsa educativa, tenendo conto delle relazioni con il sistema sociale e produttivo, riguarda il comprensorio del comune di Chiari, provincia di Brescia, a partire da una delle tre scuole medie locali ( due pubbliche e una privata, cattolica), esattamente la scuola media statale Morcelli.Sul territorio di cui fa parte integrale e rilevante il comune di Chiari che da sempre (geograficamente, amministrativamente, economicamente) è il polo di attrazione per le comunità circostanti, esistono anche Istituti superiori come l’Istituto tecnico commerciale, l’Istituto per periti aziendali, una Scuola di formazione professionale regionale, una Scuola infermieri annessa alla relativa ASL ; in comuni adiacenti sono presenti due Licei scientifici di cui uno ad indirizzo sperimentale linguistico e un Istituto tecnico industriale di Stato a prevalente indirizzo meccanico. Sono presenti nello stesso comprensorio ed esattamente localizzate a Chiari un’ottima e fornitissima Biblioteca comunale con annessa Pinacoteca, una Fondazione Morcelli parapubblica di primo ordine, che organizza sovente convegni culturali, umanistici e pittorici, di notevole rilievo, una galleria privata di arte moderna che allestisce impegnative mostre di pittura poco e male pubblicizzate.
2) IL TESSUTO ISTITUZIONALE
Per usare termini ripresi dall’attuale sociologia dell’educazione, a fianco di queste agenzie formative ve ne sono altre molto utili e produttive al fine di un piano progettuale di sviluppo e raccordo interistituzionale del territorio : alcune importanti fonderie e aziende tessili, di cui una all’avanguardia nel campo dell’elettronica e robotica applicata alle macchine del settore tessile. A Chiari è viva e operante, quanto meno a livello di scuole medie di primo grado, una associazione dei genitori che si fa spesso promotrice di iniziative culturali come l’istituzione di corsi per attività musicali o di danza classica e moderna ; operano nel comune anche una sezione del Club alpino, sezioni dell’AIDO e dell’AVIS e società sportive che trovano nel locale palazzetto dello sport, nella piscina comunale e nelle altre palestre comunali un valido punto di riferimento e di appoggio. Nella scuola media statale Morcelli sono inoltre attivati corsi di scuola-bottega pomeridiani per quei ragazzi che vogliono svolgere attività di apprendistato artigianale e non solo artigianale strettamente legate alle offerte occupazionali locali, migliorando la propria formazione di base (evitando l’analfabetismo di ritorno, la stagnazione intellettuale e gli sbocchi nella droga) e corsi serali e notturni per lavoratori e casalinghe in cerca di un diploma di scuola media indispensabile, ma anche di un altrettanto necessario aggiornamento culturale. In questa impostazione scolastica si potrebbero sfruttare i germi di formazione permanente e ricorrente. Sempre nella media Morcelli si sono avviati collegamenti con l’Università del Sacro Cuore in relazione all’attività di orientamento che potrebbero essere sfruttati e intensificati in altre direzioni. Naturalmente tra le risorse educative del territorio vanno considerati i Comuni, i Consigli di Istituto, la Provincia, il Provveditorato agli Studi di Brescia, lo Stato, il Ministero della Pubblica Istruzione, l’ex IRRSAE-Lombardia ora ANSAS-NTL , “il distretto”, la Regione, le famiglie, le radio e le televisioni locali, le strutture ricreative e associative della Chiesa cattolica e altre agenzie minori che non è il caso di elencare.
3) LE POTENZIALITA’ INTERATTIVE DEL SISTEMA TERRITORIALE Per tentare di elaborare concretamente sul territorio un raccordo interistituzionale fondato sulla
collaborazione e finalizzato alla soluzione di problemi formativi, occorre partire dalle potenzialità interattive del sistema territoriale.
Le possibilità di sviluppo produttivo, sociale e culturale del comprensorio clarense e quindi delle sue specificità nel processo formativo si giocano tutte all’interno della dialettica tradizione-innovazione in un rapporto di interdipendenza transazionale e non di prevaricazione dell’una sull’altra o viceversa.
Nel caso del comprensorio clarense la tradizione è rappresentata dalla sua vocazione agricola, manifatturiera e dal suo paesaggio rurale, nel senso anche di architettura rurale.
L’innovazione è configurabile in un tentativo di riconversione e miglioramento delle risorse agricole collegato con le istanze più moderne della salvaguardia dell’ambiente e del suo patrimonio secolare ed inestimabile in una logica produttiva, socializzante e formativa di dinamizzazione dell’ecosistema ambientale che cancelli la metafisica della conservazione-putrefazione del territorio. I poli di riferimento e di aggregazione di un progetto formativo e produttivo di tali dimensioni sono individuabili progressivamente, ma non in modo conclusivo ed esaustivo , nel costituendo Istituto agrario di Chiari, ma anche nell’Istituto per periti aziendali e nell’Istituto regionale di formazione a Chiari che potrebbe introdurre corsi di restauro non solo del patrimonio urbano antico, dal I4OO in poi, presente nella cittadina, dove tra l’altro qualcosa in questa direzione di marcia concretamente si sta operando senza un piano progettuale generale che coinvolga in modo organico e produttivo la campagna circostante, ma anche del paesaggio rurale. Subito viene in mente la cultura materiale delle cascine abbandonate. Nel quadro più generale delle tradizioni agricole della Lombardia l’Istituto agrario del comprensorio clarense avrebbe , nella peggiore delle ipotesi, una funzione catalizzatrice di antiche e nuove esperienze tipiche della Lombardia e del clarense : ci si riferisce alla cerealicoltura e all’allevamento su cui tra l’altro varrebbe la pena di aprire un lungo dibattito per la presenza nel comprensorio di una latteria sociale (annessa ad essa è un allevamento di maiali che fornisce biogas), In questo settore il costituendo Istituto agrario ma anche tutte le altre scuole e agenzie formative del territorio, a partire dalle materne-elementari e medie, potrebbero già aprire un discorso altamente formativo sulla gestione cooperativistica e sulla mentalità cooperativistica attualmente debole anche se un certo retaggio solidaristico cattolico è ancora parzialmente vivo attraverso una locale associazione di Volontari dei Vigili del Fuoco. Tale mentalità, sollecitata e consolidata, sarebbe molto utile socialmente ed eticamente in quanto rafforzerebbe anche certi valori etici e politici ampiamente e profondamente sviliti negli ultimi tempi.
4) TERRITORIO COME RISORSA
Qualche università di recente si è interessata di una antica, rinomata e prestigiosa tradizione manifatturiera tipica della Lombardia, la coltura e la manifattura del baco da seta ora in decadenza, a parte Como, in tutta la regione. Proprio il comprensorio clarense in un passato non lontano, fine I8OO, inizi I9OO, era tra i primi produttori della Lombardia nell’industria serica. Tutta Chiari ne porta ancora i segni nella architettura urbana e rurale. Sono rimasti in piedi i vecchi opifici ora trasformatisi in abitazioni o abbandonati e i canali e i canaletti disseminati dappertutto nel territorio. Alcune università lombarde hanno sviluppato da qualche tempo ricerche di archeologia industriale molto utili per sondare e riportare alla luce una realtà storica e produttiva perduta quasi nella memoria collettiva e una operazione di recupero produttivo di tali tradizioni storiche e di restauro del tessuto urbano e rurale implica un coinvolgimento sociale ed industriale della rete produttiva e formativa, in modo particolare l’accensione di corsi di restauro nei corsi di formazione regionale locale. Ne conseguirebbe una interazione costante tra realtà produttiva (per esempio una necessaria riqualificazione e sofisticazione della produzione serica e una sorta di “grafica” del territorio con il marchio d.o.c. della unicità nella complessa riprogettazione del tessuto urbano, industriale e rurale del comprensorio) e scuole locali che già dalle medie si assumono il ruolo determinante di riflessione critica degli specifici tecnico-artistico-produttivi messi in atto da tale complessiva e sofisticata manovra progettuale. Una manovra del genere deve prevedere rientri e uscite dal e nel mondo della produzione locale e dal e nel mondo della scuola in una dinamica interattiva nell’ottica
di una formazione ricorrente e permanente, tale da modificare eventualmente le stesse acquisizioni culturali di base e tecniche, stimolando nei discenti grandi e piccoli e negli stessi operatori della formazione una sensibilità critica che non accetta postulati teorici o tecnici per l’eternità, anzi assume in se stessa il ruolo di ricercatrice dei punti deboli delle grandi e piccole cattedrali costruite sulle certezze metafisiche. Ed è questo il compito di quella che, malgrado la crisi attuale, è e rimane il centro di riflessione critica e di propulsione epistemologica ed innovativa : la scuola.
5) UN PROGETTO PILOTA
Naturalmente questa manovra progettuale coinvolge in modo quasi totalizzante le autorità locali e regionali, comuni, Provincia, Regione, “distretto”, ex IRRSAE-Lombardia ora ANSAS-NTL, che, anch’essi, fungono da agenzie tecniche e formative stimolatrici di tale processo progettuale che nell’ottica dell’interazione progressiva non può ritenersi mai completamente esaurito. Non meno interessate dovrebbero essere le banche locali che già oggi appaiono ampiamente e profondamente impegnate nella sponsorizzazione di convegni, mostre e progetti di restauro. Tale progetto di recupero produttivo e di restauro, nel senso non conservativo ma dinamico e interattivo delle strutture urbane e rurali rispetto agli uomini e alle loro attività, è un piano pilota tale da consentire una messa in opera di una miriade di attività collegate e indotte ; innanzitutto tale iniziativa non solo rende tutto il territorio un atelier aperto e dinamico ( per atelier si intende anche qualcosa di profondamente radicato nella cultura della tradizione e dell’innovazione) ma anche un polo di aggregazione altamente qualificato dal punto di vista formativo e culturale ; tale polo di aggregazione potrebbe trovare nella Fondazione Morcelli, nella Pinacoteca, nella Biblioteca e nella Galleria privata delle sedi di elaborazione teorica più sofisticata delle scuole che potrebbero rivolgersi ad esse come centri di informazione, di ricerca e di creatività in un rapporto costante di reciproco scambio. Scuole, Biblioteca, Fondazione, Galleria privata dovrebbero poi creare un pool insieme alle banche e alle industrie locali interessate al fine di valorizzare e pubblicizzare in Italia e all’estero l’immagine-prodotto : ecosistema clarense.
6) CONFRONTO INTERNAZIONALE E CORPO DOCENTE
Interessante e proficuo da tutti i punti di vista sarebbe il confronto del modello clarense con eventuali altre esperienze simili in Europa e fuori d’Europa. Questo interscambio con l’estero dovrebbe essere dialettico ed interattivo. All’interno di tale costituendo pool si svilupperebbe anche una specializzazione operativa delle mansioni svolte da tutti gli operatori. In questo caso per operatori si intendono soprattutto gli alunni delle scuole, ma senza dimenticare gli insegnanti, che in questa attività potrebbero scoprire proficue occasioni di autoaggiornamento. Gli alunni e i professori dovrebbero diventare gli operatori specializzati del settore : esperti di marketing, di pubbliche relazioni, di pubblicità con tutte le conoscenze annesse e connesse soprattutto ma non solo al campo delle lingue straniere. In questo caso un ruolo strategico potrebbe giocare il liceo scientifico sperimentale linguistico del comprensorio “inventando” profili professionali ad hoc.
La locale ASL sarebbe garante e sollecitatrice di un processo di riconversione e innovazione agro-industriale e turistica anche in funzione di una più attenta salvaguardia dell’ecosistema, del suo disinquinamento e de suo consolidamento. Un progetto del genere di così ampia e profonda portata è concepibile e attuabile a condizione che il corpo docente sia pienamente consapevole del ruolo strategico che sempre di più esso assume nei processi formativi ; ma nell’attuale situazione, a meno che non ci sia una precisa, chiara e determinata volontà politica, un tale progetto sarebbe destinato a sicuro fallimento e pretestuosamente portato ad esempio come tipico capitolo uscito dal libro dei sogni di una intellighenzia italiana ammalata di efficientismo inconcludente e di elusivo e vuoto modernismo .