In Tv ci sono gli Internazionali di tennis. Mi colpiscono i suoni che emettono i giocatori. Ogni volta che c’è un incontro sorrido per gli uh ah ih che si sentono. Il suono è liberatorio, è il nostro primo modo di comunicare.
Mi ricordo che da piccola quando sbadigliavo, sbuffavo, sospiravo “rumorosamente”, la mia mamma mi riprendeva perché non era buona educazione. Quanti divieti, inibizioni, uffa!
Se avessi avuto un bosco vicino a casa ci sarei andata per urlare quanto volevo, ma purtroppo abitavo in un palazzo di otto piani a Roma e in un appartamento dalle pareti di cartone!!!
Fantozzi nei film quando si faceva male, correva e andava ad urlare lontano…a scoppio ritardato! Troppo buffo.
Emettere suoni è terapeutico, esprimere e buttare fuori quello che altrimenti rimane bloccato dentro.
Guido spesso delle meditazioni dinamiche ed utilizzo degli strumenti per esprimere emozioni represse. Ho lavorato con il gibberish che il maestro Osho usava proprio per aiutare le persone a staccare la mente, dicendo parole, suoni senza senso in una sorta di scioglilingua velocissimo. Interessante anche la meditazione per far lavorare i primi chakra, quelli della sopravvivenza, dell’energia vitale, del radicamento, saltando con le braccia alte e urlando uh uh uh. Ho notato che spesso le persone, anche se in ambiente protetto, sono in imbarazzo davanti agli altri, si vergognano a lasciarsi andare. Allora intervengo e stuzzico i più bloccati giocando e ridendo con loro. Tutto si trasforma, come un’onda contagiosa e tutti cominciano a ridere e a fare i gorilla pazzoidi.
Anche nei laboratori di teatro o in altri lavori di gruppo vengono utilizzate queste tecniche. E’ sempre più difficile ritrovare il nostro lato bambino che si libera attraverso il corpo e la voce. Ballate, giocate, prendetevi a cuscinate, è un modo semplice ed efficace per riabbracciare il vostro benessere.
