“UNA RIVOLUZIONE SILENZIOSA. PLAUTILLA BRICCI PITTRICE E ARCHITETTRICE” IN MOSTRA ALLA GALLERIA CORSINI IN ROMA.

“Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice”, è in mostra dal 5 novembre 2021 al 19 aprile 2022 nella Galleria Corsini di Roma, Museo di Arte Antica, riaperta al pubblico dopo un anno di chiusura. La prima esposizione personale riservata alla pittrice e architetta Plautilla Bricci, è curata da Yuri Primarosa, e raccoglie per la prima volta la completa creazione grafica e pittorica dell’artista. Il rinvenimento di documenti inediti sulla vita di Plautilla, la scoperta di nuove opere e il restauro dei suoi progetti architettonici, permettono di fare chiarezza su questa affascinante e interessante figura, il solo architetto donna dell’Europa preindustriale, evidenziata attualmente da Melania Mazzucco, con il libro “L’architettrice”. Un’opportunità perciò irrinunciabile per conoscere una donna volitiva, decisa e audace che, nel Seicento, si distinse nella pittura e diresse cantieri edili, ambiti prettamente maschili.

“Tirar su una casa. Scegliere le tegole del tetto e il mattonato del pavimento. Immaginare facciate, logge,

scale, prospettive, giardini. Per quanto ne sapevo, una donna non l’aveva mai fatto”.

Sono appunto parole di “L’architettrice”, un romanzo bello, intenso, pieno di poesia, nonostante la sua enorme adesione ad una realtà storica, quella della Roma del Seicento, problematica, caratterizzata da grande povertà, dissolutezza e immoralità. Tali fattori sono lo scenario della città barocca, maestosa, di eccezionale prerogativa artistica e architettonica, che fece diventare famosi uomini come Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini, Pietro da Cortona, il Cavalier d’Arpino e tanti altri meno celebri ma ugualmente di talento. Nell’Architettrice, vi sono personaggi noti, da Luigi XIV a Cristina di Svezia, a Roma per un ampio periodo, però principalmente spicca la personalità eccezionale e coraggiosa della protagonista Plautilla Bricci, che si afferma con ingente sforzo e impegno e con grande circospezione, attraverso una società totalmente maschilista. Vincitrice, e molte volte finalista, del premio Strega nel 2004 con il libro “Vita”, Melania Mazzucco pubblica infatti nel 2019 per Einaudi, la biografia romanzata su Plautilla.

E la mostra, che ha origine dal bestseller, ne è molto influenzata, trovando nella precisione dell’indagine documentaria il supporto per riscoprire una protagonista dell’arte.

Sono presenti 46 opere nell’esposizione, metà grafiche disegni e stampe, e metà pittoriche con svariati progetti architettonici e documenti inediti custoditi nell’Archivio di Stato di Roma e fino ad oggi mai analizzati dell’artista, vicino a capolavori anche loro inediti o non molto conosciuti dei Maestri a lei più prossimi. Un team di cinque esperti, si è occupato di svolgere un controllo unitario della professione e della vita di Plautilla, ricostruendone cronologia, catalogo delle opere, vicenda umana, (e addirittura le fattezze, considerando la presenza in esposizione di un suo quasi certo ritratto).

La rassegna che si sviluppa nelle meravigliose sale della Galleria Corsini, con un fil rouge espositivo in azzurro, fa risaltare infatti il collegamento della talentuosa architettrice con la sua epoca e il collegamento fra politica e religione.

Aprono la mostra due ritratti di donna con compasso in mano, che sono quasi certamente effigi dell’artista, quella di Los Angeles soprattutto. L’affascinante quadro del XVII secolo, a detta degli esperti e critici d’arte, è stato ritrovato in una collezione appunto americana da Gianni Papi, e ritrae il volto di Plautilla Bricci, sino ad ora ignoto. Nella didascalia è giustamente riportato un punto interrogativo. Ma la donna raffigurata con progetti architettonici e un compasso in mano, fra l’altro copertina del romanzo di Melania Mazzucco, con

stile realistico che sembrerebbero estromettere una idealizzazione metaforica, chi potrebbe essere se non la sola architettrice di quegli anni?

Chiarisce ciò Yuri Primarosa, curatore dell’esposizione: “il magnetico dipinto, riscoperto da Gianni Papi, ci tramanda con buone probabilità le vere sembianze di Plautilla: non si tratta infatti del ritratto di una nobile dilettante o di una semplice allegoria dell’architettura, bensì dell’effigie di un’architetta reale con gli strumenti del mestiere in mano, abbigliata con sobria eleganza secondo la moda di metà secolo. E’ la sola immagine di questo genere ad essere giunta sino a noi dal Seicento, come pure altrettanto singolare è la storia di Plautilla, unica “architettrice” di professione del Barocco europeo. L’opera, non a caso, è esposta in mostra accanto alla “Ragazza col compasso” della Galleria Spada (riferibile a mio avviso alla fase matura di Angelo Caroselli), entrata nell’immaginario collettivo quale effigie ideale della Bricci dopo la pubblicazione, per Einaudi, del romanzo di Melania Mazzucco L’architettrice ( nel 2019,Ndr)”.

Seguono le due maestose pale d’altare: lo stendardo creato per la Compagnia della Misericordia di Poggio Mirteto: una tela di lino dipinta ad olio su ambo i lati, capolavoro della pittrice e unica opera di datazione certa, 1675. Mentre lateralmente la levatrice saggia la temperatura dell’acqua in un bacile di rame, sul retro si svolge il martirio di San Giovanni Battista; e la Madonna del Rosario dal Duomo di Poggio Mirteto, 1683 – 1687, entrambe restaurate per l’occasione.

Presenti ancora i progetti non realizzati della Bricci come la tomba del cardinal di Mazzarino e l’ambizioso progetto per la scalinata di Trinità dei Monti, 1660, che nel suo secolo era ancora un tratto di terreno ripido, scosceso e boscoso. E l’artista insieme all’abate Elpidio Benedetti come tutti gli architetti dell’epoca di Roma desideravano eliminare questa difficoltà architettonica, un progetto che avrebbe concesso alle carrozze di percorrere la scalinata.

Ad essi si uniscono poi la bella lunetta, probabilmente riservata ad un altare della chiesa di San Giovanni in Laterano, appunto per i Canonici Lateranensi, che raffigura Un angelo che offre il cuore di Gesù all’Eterno, nonché la Madonna col Bambino intenzionalmente rappresentata attraverso uno stile arcaizzante per i Carmelitani. E’ la Madonna acheropita, con Bambino, di gusto arcaizzante, che una giovane Plautilla dipinse per la chiesa di Santa Maria in Montesano di piazza del Popolo, 1640 circa. Il quadro ha sul retro la firma dell’artista e con una relazione che riferisce che a completare il dipinto, sarebbe stata la Madonna medesima. Caratterizzata da venerazione autentica, Plautilla era destinata a vivere in essenza di santità. Questo inizio , determinato da un avvenimento miracoloso, le assicurò un posto di primo piano nella realizzazione in serie di immagini devozionali di sante vergini e martiri.

L’opera è guarnita da un lungo cartiglio in cui è scritto:

“In monte sancto suo Carmelo steterunt pedes Eius”. Qui è chiaro il riferimento al passo biblico (1 Re 18,41-45) che narra della salita al monte per sette volte da parte del Profeta Elia che infine riuscì a incontrare Jahweh; mentre Acab che lo accompagnava, per evitare la pioggia, andò a mangiare e a bere.

Chiude la mostra un prestito straordinario: il quadro d’altare rappresentante San Luigi IX di Francia tra la Storia e la Fede realizzato da Plautilla per la cappella di San Luigi, 1676 – 1680, nella chiesa dei Francesi, totalmente progettata dall’architettrice per l’abate Benedetti, accanto alla cappella Contarelli. La cappella, la più preziosa della chiesa, è determinata da un trionfo di marmi policromi, dorature e un pannello di stucco azzurro con motivi di gigli d’oro che ne incornicia l’ingresso.

La pittura di Plautilla è spettacolare ed è alla stessa altezza dei maestri dell’età barocca come Artemisia Gentileschi , sempre nell’esposizione con un suo autoritratto, e uno stupendo Ritratto del cardinale Mazzarino di Pietro da Cortona, 1645 circa, per celebrare l’ascesa alla porpora del “Cardinale di Francia”. In verità, Mazzarino, fu un protagonista occulto nella vita di Plautilla poiché l’abate Benedetti, il suo prevalente committente, era il segretario del cardinale.

Figlia d’arte, Plautilla Bricci, nata a Roma il 13 agosto 1616 e morta a Roma il 13 dicembre 1705, si forma nella bottega del padre Giovanni, il quale, facente parte dell’entourage del Cavalier d’Arpino, era anche musicista e compositore dilettante, attore e commediante, poligrafo e poeta, dove acquisisce non solo i rudimenti del disegno ma si muove attraverso un’arte che va al di là del panorama del periodo. Ed è infatti appunto il Cavalier d’Arpino a mettere a disposizione di Plautilla la prima rete di contatti e committenze. Determinante per l’artista il rapporto con l’abate Elpidio Benedetti, inizialmente appunto servitore del cardinale Giulio Mazzarino, poi di Jean – Baptiste Colbert; l’articolato intreccio di contatti garantisce a Plautilla Bricci l’ideazione di rilevanti apparati decorativi e la progettazione di opere insigni. A lui, si deve inoltre, l’opportunità per la Bricci di affermarsi come architetto, un evento senza precedenti per il periodo, tanto da richiedere l’invenzione di un nuovo vocabolo “architettrice”, scritto su un atto notarile per sancire il riconoscimento ufficiale di chi aveva sempre lavorato in incognito in un mondo riservato agli uomini. E’ fra il 1662 e il 1663 che l’architettrice progetta la sua opera più famosa: la Villa Benedetta fuori Porta San Pancrazio, chiamata anche il Vascello, abbattuta a causa dei bombardamenti dei francesi nel 1849, durante la Repubblica Romana. Ed è qui che Plautilla, competente nel dirigere le maestranze, lavora accanto ad artisti del livello di Gian Lorenzo Bernini e Pietro da Cortona; una rivoluzione silenziosa avviata dall’artista in virtù della stabile protezione del suo mecenate. E sempre mediante l’abate Elpidio Benedetti crea, riguardo le sue realizzazioni architettoniche, la cappella dedicata a San Luigi IX nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, come già citato. A coadiuvare la sua notorietà, anche l’amicizia con la potente famiglia Barberini, che le garantirono lavori legati alla corte di Francia. Dopo la morte del fratello Basilio, la Bricci, ormai anziana, entra nel monastero di Santa Margherita a Trastevere, dove morirà.

E’ampio il gruppo di donne del nostro patrimonio artistico, a cominciare da Artemisia Gentileschi. Le eccellenze femminili nell’arte pittorica comprendono figure di altissimo profilo quali: Ildegarda di Bingen, 1098 – 1179, o la badessa del convento di Hohenburg: Herrada di Landsberg, 1125/1130-1195, o ancora Guda Nun, Claricia, Diemudus, Anastasie e altre sino al Rinascimento in cui emergono esponenti come Suor Antonia, 1446-1488, Lavinia Teerlinc, 1510/1520-1576, e la più nota Sofonisba Anguissola, 1532-1625. Plautilla, secondo una giusta logica, è nella storia delle donne celebri e così, come Artemisia Gentileschi, Virginia da Vezzo, Anna Maria Vaiani, Maddalena Corvina, Giovanna Garzoni, frequentò le accademie e fu attrice e promotrice dell’evoluzione della storia dell’arte, la quale può essere ancora oggi riferimento delle generazioni di donne che attraverso la loro determinazione e la loro tenacia affrontano le svariate difficoltà della vita.

Il catalogo che accompagna la rassegna, stampato da Officina Libraria, ha nel suo interno i saggi di Yuri Primarosa, curatore della mostra, e di Melania Mazzucco, autrice de “L’architettrice”, e i contributi dei più importanti studiosi dell’artista e del suo ambito culturale: Aloisio Antinori, Carla Benocci, Maria Barbara Guerrieri Borsoi, Riccardo Gandolfi, Gianni Papi e Magda Tassinari, fornendo una nuova e aggiornata monografia sull’artista.

Palazzo Corsini è un vero e proprio gioiello nel cuore di Trastevere; la sua collezione è infatti una delle poche che ci sono pervenute completamente integre. Nel palazzo, che ospitò personaggi illustri come

Cristina di Svezia, sono presenti lavori di Caravaggio, Guido Reni, Rubens, van Dyck, Orazio Gentileschi, Maratta, Poussin, Annibale Carracci, Giovanni Lanfranco, Mattia Preti e molti altri.

Dopo 12 mesi di chiusura dovuta a indispensabili operazioni di manutenzione straordinaria, adeguamento degli impianti e riallestimento espositivo delle sale, la Galleria Corsini è ora pronta a ricevere il suo pubblico. Sono stati infatti eseguiti: l’adeguamento e messa a norma degli impianti elettrici speciali, il completamento del nuovo impianto di illuminazione, esteso oggi a tutte le sale, un nuovo bancone di accoglienza, book shop, l’istallazione della rete wi-fi, la guida digitale gratuita in italiano e inglese. Inoltre il rinnovamento della Galleria Corsini ha anche esteso il numero dei servizi igienici per i visitatori, attualmente accessibili anche a persone con disabilità. Mentre per l’apparato decorativo si è avuto un profondo restauro della volta dell’anticamera e della prima galleria, dei cornicioni interni e degli imbotti delle finestre, ricreando nel museo la sua magnificenza originaria, mediante anche un percorso di analisi conservativa delle sue composizioni.

Dall’insieme delle opere esposte, si impone dunque la figura di una donna, Plautilla Bricci, antesignana, prima architetta d’Europa, in un ambiente estremamente maschilista e puritano, in modo silenzioso ma comunque in grado di farle realizzare i suoi sogni artistici; una mostra assolutamente da non perdere.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares