Pompei, tra tutela dell’antico e nuove scoperte

Una nuova scoperta: l’iscrizione a carboncino che potrebbe cambiare la storia di Pompei come la conosciamo. (Antonio Ferrara/La Repubblica)

Che Plinio il Giovane si sia sbagliato? È ciò che da qualche giorno si chiedono gli storici alla luce di una nuova, inaspettata scoperta nel sito archeologico di Pompei: un graffito murario, finora rimasto celato all’occhio degli studiosi, allude alla data del 24 ottobre del 79 d.C.. Addirittura due mesi dopo quel 23 agosto, universalmente riconosciuto come giorno della terribile eruzione. La fonte, data ad oggi per buona da ogni manuale di storia romana, era proprio il letterato latino nella sua ben nota missiva a Tacito. Fonte che viene ora messa in dubbio, seppur non definitivamente scartata: urgeranno di certo ricerche più approfondite per poter stabilire la corretta datazione del catastrofico evento.

A favore della nuova teoria sussiste già qualche elemento che da tempo procurava grattacapo agli archeologi: è il caso della meno recente scoperta di melograni e bacche, frutti autunnali, pietrificati nel tempo da quella fotografia reale e perenne che è oggi il sito di Pompei. Lo stesso si direbbe di alcuni bracieri accesi, la cui presenza nel corso di una calda estate sarebbe stata quantomeno fuori luogo.

Che si riesca o meno a collocare l’eruzione su un calendario, con la definitiva precisione che la storia merita, per ora la notizia suscita lieto interesse e rinnovato entusiasmo per quello che è un luogo unico al mondo. Entusiasmo condiviso dalle istituzioni: il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli, si è recato sul luogo in occasione del rinvenimento della “Casa con giardino” e della “Casa di Giove”: è all’interno di questo lavoro, già di per sé dal valore inestimabile, che si situa la nuova e già famigerata scritta.

Un lavoro nato, dichiara Bonisoli, «dall’impegno costante delle strutture statali, nella ricerca così come nella tutela». Gli fa eco il direttore generale del sito, Massimo Osanna, che orgogliosamente rivendica un «grande intervento di stabilizzazione dei fronti, fondamentale per la salvaguardia del sito». Pompei, è noto, non sempre ha avuto vita facile e dovute attenzioni, rischiando più volte di finire vittima della mancanza di fondi e di organizzazione. Ma, almeno per oggi, si può raccontare una storia diversa: una positiva, misteriosa e affascinante.

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