IN PIAZZA DI SPAGNA I CENTO PITTORI Successo di pubblico per i cento anni dalla nascita di Novella Parigini.

Roma – L’Associazione “Cento Pittori Via Margutta” omaggia la celebre Novella Parigini in occasione del Centenario della sua nascita con il prezioso supporto dell’archivio de “Il mondo dell’Arte”. Lo scorso weekend il Presidente Luigi Salvatori, il vicepresidente Antonio Servillo, il consiglio direttivo e tutti gli artisti hanno accolto le autorità cittadine tra cui la consigliera del municipio delegata Giulia Callini. Ad arricchire l’esposizione, l’artista Elvino Echeoni ed il concerto della fanfara della Legione Allievi Carabinieri di Roma ed i numerosi visitatori italiani e stranieri. Da sempre l’Arma vicina agli artisti ed alla popolazione presenzia con il Capitano Nico Giaquinto del Comando Carabinieri di Piazza Venezia e la fanfara diretta dal maestro Danilo Di Silvestro: eleganza e insuperabile maestria da parte del numeroso complesso di strumentisti.
Proprio Elvino Echeoni, che intraprese con Novella Parigini un lungo sodalizio artistico a partire dalla fine degli anni ’70, è sempre rimasto spiritualmente legato alla pittrice, della quale ora ne cura l’archivio. Proprio su questa scalinata di Piazza di Spagna Novella Parigini esponeva i suoi quadri ispirati agli ’50-’60, quelli della “Dolce Vita”, di cui fu uno dei simboli, eleggendo Roma, ed in particolare via Margutta, a palcoscenico delle sue vicende esistenziali ed artistiche. Di lei ognuno ricorda la generosità e la nobiltà d’animo che l’hanno contraddistinta in vita evidenziandone le nobili origini.
Numerosi gli artisti provenienti da tutta Italia e oltre che da sempre appartengono alla storica associazione dei Cento Pittori Via Margutta, la famosa strada meta preferita degli artisti fin dal Rinascimento.
Non resta che attendere il prossimo appuntamento dal 17 al 19 dicembre: la 116esima edizione della Mostra Cento Pittori Via Margutta in occasione del 51° anniversario, ritornerà “en plen air” nell’anno delle celebrazioni dantesche, a 700 anni dalla sua morte.
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Testo e foto di Cristoforo Russo

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