Perché Castel Sant’Angelo si chiama così?

Il celebre monumento romano vanta una storia millenaria. Nato come mausoleo di Adriano nel 135, nel corso del tempo si è trasformato profondamente. Nel V secolo, l’imperatore Onorio lo fece diventare un avamposto di difesa della città, includendolo nella cintura delle Mura Aureliane. Anche i papi si servirono di questa fortezza, e nel IX secolo Leone IV lo inglobò nelle strutture di difesa dell’area vaticana. E fu proprio qui che Papa Clemente VII, nel 1527, trovò rifugio durante il Sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi. Castel Sant’Angelo divenne poi residenza papale Paolo III, nel 1534. Fu solo nel XIX secolo che si smise di utilizzarlo come fortezza, diventando una prigione politica. Dall’inizio del XX secolo assunse la funzione che ha ancora oggi: quella di museo, collocandosi nella top 5 dei musei più visitati d’Italia.

Ma per quale motivo si chiama ‘Castel Sant’Angelo’?

Bisogna tornare indietro nel tempo, al 590, quando Roma venne colpita da una terribile epidemia. Talmente dilagante che colpì anche il papa del tempo, Pelagio III, decretandone la morte. Fu il suo successore, Gregorio I, passato alla storia come Gregorio Magno, a cercare di risolvere la situazione. Radunò il popolo romano per una processione religiosa con lo scopo di placare l’epidemia, considerata il simbolo dell’ira divina. Alla testa della processione fu posta l’immagine della Vergine. Fu proprio nel momento in cui imboccarono Ponte Elio (l’attuale Ponte Sant’Angelo) che al papa apparve l’immagine dell’arcangelo Michele che rinfoderava la spada insanguinata. L’angelo apparve proprio sulla sommità del Castello, dove oggi ne vediamo una statua in bronzo, la sesta della serie. Quel gesto fu interpretato come il segno che l’epidemia sarebbe finita. E così fu. Ma dopo il 590, purtroppo Roma fu colpita da molte altre epidemie. E l’arcangelo Michele poté venire in aiuto. Ma resta comunque un simbolo intramontabile, che continua a vegliare sulla capitale da uno dei suoi monumenti più suggestivi e ricchi di storia.

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