METTITI COMODA E ASPETTA

Il Tango argentino ha precisi codici di comportamento da rispettare che consentono solo al leader, ruolo comunemente dell’uomo, di invitare al ballo con il cenno del capo (cabeceo) e al follower, in genere la donna, di accettare apertamente l’invito. In tempi recenti, qualche deroga è consentita con le tande rosa.

Come nella vita di ogni giorno, alcuni “requisiti” fanno sì che la donna giovane e piacente possa avere più chances di essere invitata a ballare in milonga. Se questo accade all’inizio della “carriera” tanguera, in seguito ci vuole qualcosa in più di un bell’aspetto perché il fattore che rende democratico il Tango Argentino è la bravura. L’abilità nel ballo supera tutte le barriere estetiche e generazionali, non ci sono giovani o vecchi, grassi o magri, brutti o belli se c’è abilità e consapevolezza del proprio corpo con le sue abilità. Niente canoni estetici a cui adeguarsi, solo regole comuni da osservare e, soprattutto, il rispetto dell’altro.

Un luogo comune è pensare che il Tango sia un ballo maschilista, con la donna a complemento dell’uomo. Ricordiamo che il Tango dei primordi era più maschile che maschilista. Infatti nei sobborghi portuali di Buenos Aires, si ballava tra uomini immigrati di gruppi etnici differenti, spesso annoiati nelle pause di lavoro con in comune solo l’appartenenza alla classe povera. Gli affetti femminili erano lontani e c’era penuria di popolazione femminile. Così gli Italiani, spagnoli e francesi insegnarono alla malas mujeres dei bordelli i passi di una danza nuova.

L’evoluzione sociale ha valorizzato il ruolo che la donna occupa ma che da sempre ha occupato anche in un ballo che potrebbe sembrare poco incline a valorizzare le abilità femminili. La serata e la notte in milonga sono un momento forte per le tanguere, sia principianti che esperte. Donne che al giorno d’oggi sono abituate a gestire con autonomia le proprie relazioni, donano al partner di ballo fiducia nella guida dell’incontro di una tanda. Con rispetto e ascolto la coppia si connette e si inventa, perché il Tango ha in sé la bellezza dell’improvvisazione che rende ogni momento diverso e creativo. La fiducia nel partner destruttura l’individualità dei ballerini e crea la coppia di ballo. Chi balla solo per sé non balla il Tango.

La donna è il vero valore del Tango argentino sin dal momento in cui si espone al tavolo della milonga con coraggio e, nell’attesa, ascolta la musica o conversa con gli amici. Lo scopo non è l’invito al ballo ma vivere la situazione senza essere passiva, esserci anche solo come spettatrice sentendo il Tango e l’atmosfera circostante entrare nel modo del Tango. L’attesa è regola fondamentale per l’iniziazione, come il rifiuto della donna al cabezeo (invito con cenno del capo) dell’uomo. L’attesa è anche osservazione e studio di altre coppie danzanti, misura le proprie capacità e stimola a migliorare la tecnica.

Durante i tre minuti magici di ballo, la fiducia nell’altro sconosciuto crea la coppia e, mentre l’uomo ha la parte più impegnativa, guidando con abilità e determinazione, la compagna chiude gli occhi e segue le indicazioni con attenzione, dalla musica all’equilibrio e all’asse, abbellendo le figure con la creatività degli adornos. Nel caso in cui, però, la guida diventi incerta, la donna si ferma. La coppia è l’unica protagonista del ballo e la connessione è la loro creatura che nasce dall’abbraccio.

Quindi se una serata in milonga non è proprio andata come volevamo e non abbiamo ballato abbastanza (ricordiamo sempre che i ballerini bravi ballano solo poche tande), ma abbiamo conosciuto persone nuove, fatto due chiacchiere, visitato il banco espositivo dell’abbigliamento, ascoltato buona musica e vissuto la magia della milonga, non siamo state spettatrici ma pienamente partecipi alla vita di un gruppo sociale divenendo parte di esso. La prossima serata balleremo di più e con più consapevolezza.

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