L’era dei robot e del post umano

Sempre più i “compagni di vita” di cui ci circondiamo sono le creature (mai termine fu più giusto: “creature” nel senso di “create” dagli umani!) procreate dall’intelligenza artificiale che, fino a non molti anni fa, popolavano i film di fantascienza come Star Treck o Star Wars e i futuristici manga giapponesi. Non ancora le nostre esistenze quotidiane. Oggi ci accompagnano, senza che ce ne rendiamo pienamente conto, in ogni aspetto della vita. È giusto quindi tributare loro quanto meno un po’ di attenzione. Signore e signori: i robot!

Cominciamo da una normale giornata.

Una qualsiasi.

Anzi, dalla sera precedente alla giornata presa in considerazione.

Quando ci raccomandiamo con Alexa di svegliarci l’indomani mattina alle 6.00. E, una volta sveglie/i, sempre ad Alexa, chiediamo di mettere un po’ di musica, sentire le notizie, darci gli ultimi aggiornamenti sul meteo e magari anche una dritta su qualche ricetta facile e veloce da mettere in tavola per cena. Tanto a pranzo ci pensa il robottino del ristorante cinese a raccogliere le ordinazioni e a portarci i piatti direttamente al tavolo. Oppure quell’apparecchio il cui nome inizia con la “B” (ma non lo scrivo per esteso per non fare ulteriore pubblicità!) e in cui basta mettere dentro tutti gli ingredienti che trovi in giro per la cucina e la pietanza, bella e pronta, sta lì pronta per essere mangiata.

Poi, intanto che esci di casa, imposti il robot-aspirapolvere perché pulisca tutti i pavimenti, anche gli angoli più nascosti e irraggiungibili, così quando rientri la trovi svuotata di robaccia sparsa per terra. E poi, il robottino, tiene compagnia anche a Fido o a Micia, che a casa si divertono taaaanto a vedere questo oggetto misterioso muoversi imperterrito e indifferente ai loro ringhi e graffi.

Se abiti poi in qualche città del Nord (al Centro e al Sud ancora non ci sono e, ovviamente, stiamo parlando dell’epoca pre-Covid), appena hai finito di fare colazione puoi andare a scuola o al lavoro facendo il biglietto alla macchinetta erogatrice, passando il tornello automatizzato, salendo su un mezzo di trasporto senza autista, sentire annunciare la prossima fermata da una voce preregistrata, anche un po’ “metallica”, di un’annunciatrice fantasma.

A scuola, notizia di questi giorni (https://video.repubblica.it/scuola/scuola-un-robot-si-aggira-in-aula-tra-gli-alunni-cosi-salvaguardiamo-la-dad/373003/373619?ref=RHLF-BS-I270681290-P2-S5-T1) l’insegnante è presente in aula “virtualmente”, attraverso il monitor montato su un robot, capace di girare nella classe (le ragazze e i ragazzi sono sedute/i ai banchi) e interloquire, interrogare, spiegare la lezione….guardandosi negli occhi.

Anche al lavoro non si è orfane/i di robot. Magari non in Italia e non così diffusamente, ma i robot portano le pratiche alle scrivanie, smistano la posta, preparano i pasti, fanno da segretari/e ….. sono “colleghe/i”. Costruiscono automobili, manovrano le presse, tagliano lamiere, solo per dirne qualcuna. Non si limitano peraltro ai lavori “manuali”, magari non oggi, non in questa fase dell’evoluzione produttiva e scientifica, ma domani…. Intanto, stanno imparando. Si chiama machine learning e significa proprio questo: le macchine imparano dall’esperienza e si migliorano (da sole!) man mano che lavorano e si perfezionano, si “skillano”.

Al recente “Makers Fair” di Roma, questione di giorni fa, il weekend scorso per la precisione (10-13 dicembre 2020), appassionate e appassionati di meccatronica, informatica, inventori e inventrici hanno presentato idee e modelli che potrebbero essere disponibili già dal futuro prossimo. Come la digital fabrication, i microcontrollori, il retrocomputing, la sensoristica, l’Internet of Things, l’hacking, il cibo e l’agricoltura attraverso l’innovazione nell’alimentazione (cibi, macchine, robotica), i robot su ruote, gli animatroni, gli umanoidi, le macchine di Goldberg e…e…tanto altro ancora. Manca lo spazio per definirli, figuriamoci per descriverli e approfondirli in queste poche pagine!

Ah! In più, l’arte robotica.

Insomma. Si fa fatica a restare “sul pezzo”. Ci vorrebbe qualche RAM di memoria in più. Ma non per i robot, per noi!

Se poi qualcuna/o non fosse soddisfatto/a della ancor limitata presenza robotica attuale…la sera può sempre collegarsi a qualche piattaforma Tv on-demand e prendere ispirazione dalla fantasia di sceneggiature che si aprono su mondi popolati da robot umanoidi o con “innesti biologici” che, in pratica, ce li rendono un po’ “parenti”, oltre che compagni di vita.

Dopo tutta questa presenza silenziosa (o meno) di robot e di informatica, non so voi, ma a me sorge una domanda: e gli umani cosa faranno? Se i robot lavoreranno, prepareranno i nostri pasti, si occuperanno delle faccende domestiche, sostituiranno gli umani, correremo noi il rischio di finire rottamati/e? Non so. Chiedo a voi. Naaa. Meglio forse se vado a farmi 2 chiacchiere con un robot per capire se – bontà sua – può trovarci un pochino interessanti o quanto meno utili o se gli umani sono da “riconfigurare” totalmente. Che poi, che faccio, lo metto o no un punto interrogativo alla fine di questo paragrafo?

Ah e per Natale, un regalo “originale” da mettere sotto l’albero…un robottino!

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