Il Bosco d’arte

Non si deve arrivare al MoMA di New York per apprendere che l’arte può essere funzionale, Cattelan permettendo… Girovagando per le bellissime colline del Chianti, infatti, mi sono imbattuto in un bosco molto particolare. Se la vegetazione era tipica della macchia mediterranea (e già il termine “macchia” si rivela foriero di interessanti reminiscenze…), si intravedevano da lontano delle sagome che non erano certo naturali, offrendo colori, riflessi, curve, spigoli e linee rette difficilmente studiati da un botanico. Ferro, pietra, legno, plastica, gomma, un’apparente congerie di materiali che a volte sembravano minacciarti, altre invitarti benevolmente per saluto. Incuriosito, ho chiesto a un passante che cosa facessero lì quelle sculture, senza una recinzione, senza una misura di protezione da furti o danneggiamenti. Mi ha indirizzato a una bella villetta, adagiata sulla collina, costruita con gusto e competenza utilizzando pietra locale. “Lì c’è il Direttore…” mi aveva precisato. Dentro me, fantasticando, pensavo a un direttore di un eventuale museo ma il bosco ornato era privo delle caratteristiche formali minime di un museo. Un sorriso si faceva incontro alla mia citofonata, un sorriso aperto, di un uomo esperto ma anche legato ai valori di un territorio ricca di storia, di cultura, di arte, di prodotti, di terra. Timidamente: “Lei è il Direttore?”. “No, sono Gianni, il Direttore l’è andato in pensione!”. Il forte accento toscano sembrava esaltare una diffidenza nata lì, sul momento, davanti alla mia semplice domanda, quasi temesse che io fossi un rappresentante del suo vecchio mondo lavorativo. In effetti, come ho appreso subito dopo, Gianni, anzi, era stato fino a pochi mesi prima direttore di una banca toscana, e, congedandosi, si era dedicato a tempo pieno all’arte. Arte non era solo la sua attività di pittore e scultore, appresa dal grande artista Marcello Guasti deceduto nel 2019, ma anche la cura di un’iniziativa nata nel 2006 ma, si può dire, in continuo divenire se non perenne: il Bosco d’Arte. Il Bosco d’Arte capovolge di fatto ogni mia previsione: non è la natura condizionata dall’uomo a dover proteggere le sculture ma esattamente l’inverso, sono le installazioni che sono state messe lì per proteggere la natura, il bosco, dalle minacce dell’uomo. Così da 15 anni una serie di artisti ha donato le proprie opere che, posizionate nel folto bosco situato sul Passo del Sugame, nel Comune di Greve in Chianti, esercitano una moral suasion verso i cittadini incivili che sono soliti gettare rifiuti dove non devono, pregiudicando la natura e il diritto dei nostri figli e nipoti a goderne.

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