Dott. Marco Cosimi. Non solo medico ma uomo amante della sua professione

Abbiamo incontrato il Dott. Marco Cosimi Accademico d’Onore della Norman Academy (Presidente il Prof. Giulio Tarro – candidato Nobel alla Medicina) e Accademico della International Award Knight di St. George. Dirigente del Dipartimento di Chirurgia Generale dell’Ospedale da 30 anni, S. Eugenio di Roma, l’Ospedale della USL più estesa e grande d’Europa per competenza territoriale.
“Quando ho letto “Salute e S.P.A.” ho pensato subito ad una massima, una riflessione bella e profonda, del grande medico e di quell’uomo noto e per noi medici sempre di esempio perché da sempre ci laureiamo illuminati dal pensiero alto del suo  giuramento “Ippocratico” (un atto di fede umanitaria a quella scienza che mette sempre l’uomo al suo vero centro non meno del suo studio scientifico, clinico e patologico). Ippocrate amava infatti ricordare ripetutamente ai suoi numerosi allievi: “lascia che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo”.
Rileviamo grazie al grande lavoro frutto di passione e di osservazione degli autori nel corso degli ultimi 25 anni sul panorama sanitario Italiano quanto il ruolo ed insegnamento di Ippocrate, Padre della Scienza Medica, sia relativo oggi se tristemente concludiamo che la Medicina, al contrario di ciò che dovrebbe per noi medici poter sempre essere, stia divenendo gradualmente nei fatti: cioè non già più un’arte ed una scienza umanistica, che porrebbe l’Uomo al centro delle sue cure prima ancora ed unitamente anche alla patologia da curare. Il vero centro ultimo di interesse posto in evidenza dagli Autori con grande spirito di osservazione sono soltanto e soprattutto “le terapie” e cioè le strade progettate dall’uomo per poter curare la malattia ma non già il guarire necessariamente questo Uomo. Esiste una enorme e sproporzionata progettazione ed attenzione alla produzione “industriale” di terapia, tentativi di terapia e terapie mediche nuove, itinerari chirurgici in essere od altro ancora, ma essa, la terapia, altro non è se non che una semplice “strada”, un solo mezzo e non già un fine, nella sola speranza di poter giungere davvero a curare e guarire un Uomo ed una malattia, non già più un obiettivo davvero alto come la guarigione della patologia stessa oltre che dell’essere vivente, uomo, donna  o bambino che ne è affetto e che vive quella malattia. All’ideale umanitario della cura dell’uomo per la sconfitta della sua patologia comprendiamo che è nato un nuovo inventario di terapia che non pone più affatto l’Uomo al centro dell’atto medico: esso è infatti rivolto con attenzione netta soprattutto ed ancora alla centralità della sola “TERAPIA” e delle tante terapie proposte, e proponibili e vero centro di equilibrio della Salute. Che fine ha fatto l’Uomo, non già e più l’Uomo infatti, scansato ad oggetto mero e non più soggetto dell’atto medico. Gli Autori delineano con lucida osservazione e giusto distacco dai fatti la nascita di un sistema nuovo di salute sociale. L’Uomo è stato scansato dunque di fatto e del tutto dal centro delle attenzioni della medicina il soggetto partecipante in pieno all’atto medico, essendone egli il suo fine ma per mezzo dell’ideale della terapia/e dell’uomo: il centro unico finale per una società di salute e di equilibrio può dunque essere davvero soltanto la “terapia”?. Di fatto un nuovo soggetto ha scansato l’Uomo come paziente e dunque anche l’Uomo medico: la produzione ed ideazione di tante nuove terapie, dimenticando che la terapia traccia soltanto una direzione, un itinerario etico ed un percorso semplicemente verso la non affatto certa guarigione possibile ed a volte stranamente ancora troppo lontana e a volte magari per niente “terapeutica” ma soprattutto scopriamo addirittura che tra le sue regole essa non è e non sarà altro che una terapia per alcuni, alcuni uomini soltanto. E’ dunque uno sconvolgimento antropologico vero e proprio quello denunciato dati alla mano e passo passo nel corso degli anni ultimi dall’appassionante lettura di “SANITA’ SPA”: un libro denuncia realistico e che mostrerà a tutti come è avvenuto che gradualmente si sia potuto promuovere al centro delle attenzioni del medico e della medicina cosiddetta “moderna” la terapia e non già l’interesse umanistico all’uomo ed alla sua patologia. Un percorso narrato con quel candore semplice, vero e sincero da testimoni privilegiati, narrando sempre e soltanto i fatti:  partendo dalla constatazione alta ed inalienabile che la tutela della salute dei cittadini e’ un fatto di Civiltà, che riguarda tutti, non solo chi sta male. Una indicazione, questa, che sarà alla base del Servizio sanitario nazionale istituito proprio quarant’anni fa’, nel 1978,: uno dei cambiamenti Istituzionali Italiani più profondi ed efficaci in Europa e per l’Europa nel campo del welfare. Il libro ci interroga sul valore etico dell’atto medico e sul suo cambiamento e dovrebbe essere letto da tutti, proprio perché per noi tutti la Salute è invece un fatto di Civiltà che riguarda la salute della Società stessa ed è opportuno che si vigili attentamente sempre su ciò da parte di ognuno di noi. Prendere coscienza della nostra piccolezza può aiutarci a riscattarci dall’arroganza in cui cade talora e più spesso lo “scienziato di oggi”. Il bellissimo libro suona infatti come un monito discreto ma efficace  per tutti i produttori di terapia.  Se Dio esiste ed è accessibile a noi, la sua mente e le nostre possono a loro volta differire l’una dalle altre in complessità e non in qualità”.
Romano, classe 1960, Marco Cosimi si laurea in Medicina e Chirurgia un anno prima del corso di studi regolare, presso l’Università La Sapienza di Roma. Riceve nel 1986 proposte di lavoro nel settore della Ricerca e dello Sviluppo e accetta nel 1987 un contratto per il gruppo Janseen Beers, consociato della Johnson&Johnson, come addetto alla Ricerca e Sviluppo. Tale opportunità gli consente di viaggiare fin dalla laurea accanto a colleghi che hanno fatto della Ricerca e dello Sviluppo Scientifico il principale obiettivo della propria vita. Specializzato presso la Scuola di Chirurgia Vascolare presso il prestigioso Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma, discute la tesi sperimentali di specializzazione con il Prof. Snider, allievo dell’illustrissimo Prof. Di Giovanni, pioniere Internazionalmente riconosciuto nella Chirurgia Vascolare arteriosa. Le specializzazioni acquisite totali sono tre. Con un’esperienza ospedaliera ventennale in Italia presso la U.O.C. di Chirurgia d’urgenza al S. Eugenio di Roma con il primario Prof. Vincenzo Blandamura, ricopre dal 2015 la posizione di Chirurgo Generale dello stesso ospedale.
Obiettivo principale è di condividere assieme gli entusiasmi, grazie alla divulgazione delle esperienze personali, nel continuo evolvere delle attività acquisite proposte in campo medico, mettendo al primo posto l’interesse del paziente. Già dalla  prima delle sue tre specializzazioni fin dalla sua iniziale formazione di chirurgo generale presso la Cattedra dell’ill.mo Prof. Giorgio Di Matteo nell’Università “La Sapienza” di Roma si è prodigato con passione nella speciale attività chirurgica e diagnostica uro-andrologica e fin da giovane medico ha approfondito ed applicato tra i primi in Europa su numerose migliaia di casi clinici anche tutta la diagnostica vascolare andrologica e pelvica più sofisticata ed innovativa,  ed anche invasiva (eseguendo ben oltre 1000 cavernosometrie per lo studio fisiopatologico accurato del distretto vascolare flebologico urogenitale) oltre alle migliaia di esami dinamici vascolari pelvici, colordoplleristici ed andrologici non invasivi, analizzando sempre criticamente la complessa mole dei dati fisiopatologici acquisiti e registrati negli anni. Dirigente da oltre 25 anni del Dipartimento di Chirurgia Generale del  S. Eugenio, il prestigioso Ospedale Romano della più grande USL d’Europa si è successivamente specializzato presso il noto “Policlinico A. Gemelli di Roma” in Chirurgia Vascolare di cui era Direttore l’Illustrissimo Prof. Di Giovanni, pioniere Internazionalmente riconosciuto nella Chirurgia Vascolare arteriosa con il suo allievo succedutogli in Cattedra, Prof. Snider, discuterà così con lui la sua tesi sperimentale di specializzazione. Rappresenteranno sempre fulgido e costante esempio di clinici e chirurghi valenti per l’umanità ed un esempio di grande professionalità per l’attenzione costante all’uomo, sempre al centro costante delle attenzioni non meno che la sua patologia: tra i suoi aspetti originali di studio diagnostico realizzati, focalizza per primo in Europa l’interesse diagnostico ed importanza, ad esempio della chemiometria N.I.L. a 760 nm nell’Imaging flebologico in real time, che consente l’esclusiva visione flebologica per sottrazione delle immagini anatomiche circostanti ed approfondendo gli studi anatomici topografici dei vari distretti venosi con un più facile approccio soprattutto del loro danno da stasi endoteliale venosa cronica proprio negli anni in cui si apriva il dibattito scientifico sull’acquisizione nota Internazionalmente dell’organo endotelio in anatomia umana normale. Con la sua terza specializzazione in Urologia presso la prestigiosa Università di Roma “Tor Vergata” di cui era Direttore l’Ill.mo Prof. Micali ed  acquisita fin dal 21/11/2001 e collaborando anche con il noto chirurgo plastico e ricercatore italiano Dott. Sergio Capurro, inizierà per vocazione personale il suo percorso destinato e focalizzato totalmente al recupero plastico e rigenerativo tessutale del trofismo e della struttura normale del tessuto venoso insufficiente e varicoso del pavimento pelvico individuando e comprendendo l’importanza soprattutto strutturale, oltre che circolatoria, dei vari plessi venosi pelvici sia nel pavimento pelvico femminile e maschile, constatandone per evidenza clinica in anni lunghi di studio e di osservazione, in conseguenza dei risultati terapeutici rigenerativi fleboterapici e rivolti al recupero anatomico e strutturale degli stessi plessi venosi, anche l’enorme, concreta e reale importanza nel recupero delle funzioni dell’organo endotelio nel pavimento pelvico, funzioni perdute per il grave danno endoteliale da stasi venosa cronica per insufficienza venosa cronica dello stesso plesso. Nella struttura del pavimento pelvico venoso dall’ano-retto fino alla sua continuità nel plesso venoso periprostatico: riconoscerà non soltanto una struttura fondamentale che se recuperata è in grado di correggere strutturalmente tutte le varie forme di prolasso pelvico stabilmente, cui si dedica concretamente da quasi 15 anni per tutti i suoi numerosi pazienti provenienti da ogni regione d’Italia, ma constatando e valutando una struttura venosa vasta ed intelligente che si dimostra invece del tutto assente nelle varici ano rettali o nell’insufficienza varicosa del plesso venoso di Santorini, per il danno cronico da stasi endoteliale del prezioso glicocalice ma che però può recuperare tale intelligenza nella pelvi con la produzione di circa 30 importantissimi mediatori chimici endoteliali oltre che di un gas ad origine metabolica noto come Ossido Nitrico di emivita breve di 6 secondi che lavorano intelligentemente se sono prodotti, per l’omeostasi globale delle funzioni dei tessuti pelvici e per la loro più fine regolazione funzionale. Oltre che per il benessere di ogni totale danno ossidativo metabolico da stress negli sfinteri, nelle strutture vascolari pelviche uro andrologiche ed uro ginecologiche, nei distretti dei corpi cavernosi, nei distretti ghiandolari circondati dai plessi venosi periprostatici. Nelle strutture proprie dei grandi plessi venosi pelvici è dunque chiaramente rilevabile il cervello pensante della pelvi e delle sue funzioni, la vera centralina per la corretta funzionalità di tutta la complessa fisiologia pelvica, una intelligenza autonoma inaspettata e riconoscibile una volta che è recuperata nelle sue funzioni solo da una anatomia venosa normale ed una volta recuperate tutte le gravi alterazioni emodinamiche flebologiche interne ed in grado di portare invece al danno endoteliale da stasi venosa cronica se è varicosa e che madre natura invece ha finalizzato ad una omeostasi locoregionale altamente specifica con compiti fisiologici di vitale importanza per tutti i preziosi ruoli pelvici: dalla riproduzione alla sessualità, dalle regolazioni vascolari e sfinteriali più fini e complesse. Così come accade a livello dell’organo endotelio nelle camere vascolari cardiache anche nelle vaste camere dei plessi venosi pelvici sarebbe presente nel suo proprio “organo endotelio” la vera causa ultima delle patologie e comuni disfunzioni funzionali oltre che dei danni metabolici ossidativi locali cui portano tutti gli stress ossidativi se non considerati nel tempo. La vocazione del Dott. Marco Cosimi è dunque attualmente e totalmente incentrata sul prezioso recupero dell’organo endoteliale venoso pelvico, un vero e proprio organo funzionante di recente conoscenza ed acquisizione per la scienza medica anatomica ed istologica Internazionale e per un recupero di tutte le sue più complesse funzioni oltre che per la sua importanza strutturale e sottostimata attualmente anche dalle più attuali proposte tecniche chirurgiche moderne finalizzate alla stabilità del pavimento pelvico e ad una chirurgia “funzionale” anche per questo da sempre difficile da concepire ma che impiega da anni e proprio con particolare riguardo nei numerosi pazienti già operati e plurioperati alla pelvi e spesso provenienti da tutt’Italia con tutte le tecniche chirurgiche qualora si presenti recidiva o complicazione chirurgica. Le varici ano rettali e le varici dei plessi venosi pelvici non sono soltanto varici patologiche ma rappresentano per la pelvi la perdita reale della preziosa funzione di un vero “organo endotelio” che conosciamo bene, che studiamo in tutte le Università di Medicina nel mondo e che non dobbiamo affatto ignorare perché essenziale per la vita del nostro stesso organismo. In tutto questo egli riconosce la sua vocazione attuale di medico e l’amore forte nella sua professione.
“La scienza non è un corpo dottrinale monolitico ma una cultura che cresce ed evolve costantemente. La scienza attuale è derivata dalla matrice di quella classica del secolo XIX, proprio come la pittura di Pablo Picasso e di Jackson Pollock è derivata dalle matrici dell’arte del secolo XIX. La scienza ha tendenze in competizione proprio come la pittura e la poesia.”

Titoli:

• Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di ROMA “SAPIENZA” in data 27/11/1985 con voto 110/110 e lode
• Abilitazione professionale presso l’Università di CAGLIARI in data 02/sessione/1985 -Titolo equipollente all’attestato di formazione in medicina generale -annotazione ex art. 30 – commi I e IVD.Lgs. n. 368 del 17.8.1999
• Iscrizione all’Albo dei Medici-Chirurghi della provincia di ROMA in data 23/04/1986 con n. d’ordine 37028
• Specializzazione o titolo accademico in :
1. Chirurgia Generale presso l’Università ROMA “SAPIENZA” con voto 68.00/70 dal 24/07/1990
2. Chirurgia Vascolare presso l’Università ROMA “CATTOLICA S.CUORE” con voto 49.00/50 dal 26/10/1995
3. Urologia N. O. presso l’Università ROMA “TOR VERGATA” con voto 40.00/50 dal 21/11/2001

“Lettera dedicatami personalmente dal grande chirurgo Prof. Mario Giordani, Presidente
fondatore della ACOI (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani) ed a lungo stimato
corresponsabile anche nella S.I.C. ( Società Italiana di Chirurgia in Italia), ma soprattutto
padre geniale ed esempio perenne della grandissima tradizione Chirurgica Ospedaliera
Italiana, oggi scomparso ma in realtà sempre più attuale in noi tutti con il suo pensiero
assolutamente antesignano anche al ruolo centrale e portante pubblico e civile che
l’Ospedale deve sempre poter rivestire e che è anche per questo l’esempio vivente perenne
della memoria civile della chirurgia Italiana, Europea ed Internazionale, oltre che per il Suopensiero altamente originale ed assolutamente aggiornato, sempre orientato con sguardo
lungimirante al futuro medico, sociale e civile più elevato per il paziente ed il ruolo medico.”

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