Una gita ad Ariccia per la Sagra della Porchetta

Ariccia è una ridente cittadina che sorge nei dintorni a sud di Roma, una delle località più note dei Castelli Romani. Le origini di Ariccia si perdono nel mito: il poeta latino Ovidio ne “Le metamorfosi” attribuisce la fondazione a Atene Teseo Ippolito, in fuga dalla Grecia, accusato di incesto con la madre Fedra, della cui moglie locale Aricia, avrebbe ereditato il nome. Solino, invece, nel suo “Collectanea rerum memorabilium” afferma che fu Archiloco, con alcuni Siculi a fondarla e così battezzarla.

Le sorti della cittadina seguirono l’epilogo della Roma antica e il medioevo vide susseguirsi fasti e decadenza di casati nobiliari: dai Conti di Tuscolo ai Malabranca, ai Savelli, fino ai Chigi che nel 1600, avvalendosi dell’opera di Gian Lorenzo Bernini, resero il borgo un esempio fulgido di architettura barocca, con l’assetto ancor oggi a noi visibile.

Ariccia è tristemente nota per il suo ponte, costruito a metà del 1800, sotto il regno di papa Pio IX per migliorare la viabilità della via Appia e fatto saltare dai tedeschi durante la II Guerra mondiale, nel disperato tentativo di rallentare l’avanzata anglo-americana. Il ponte fu ricostruito nel dopoguerra, ma crollò nel 1967 ed ancora oggi ci sono allarmi sulla stabilità del viadotto.

Con la sua altezza di 72mt. ed una lunghezza di 312mt. il ponte si è meritato la tragica nomea di “ponte dei suicidi” per l’elevato numero di persone che si sono tolte la vita gettandosi nel vuoto, nonostante le reti di protezione e le tensostrutture apposte lungo tutto il ponte.

A rendere invece famosa la cittadina in tutto il mondo, la sua specialità gastronomica: la porchetta.

La porchetta è un piatto antico, tipico dell’Italia centrale, consiste nella cottura allo spiedo arrosto di un maialino intero, giovane di un anno, del peso massimo di un quintale, svuotato, disossato e condito con rosmarino, aglio, sale e pepe. La tradizione vuole che la porchetta sia rosolata nel forno a legna, ma questo metodo di cottura non assicura il rispetto delle severe norme in tema di igiene e non garantisce una cottura uniforme a temperatura costante e tende a seccare le parti più magre del maiale.

Ariccia reclama la maternità di questa prelibatezza, come la descrisse Gadda ne “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”: la porca co un bosco de rosmarino in de la panza, piatto della tradizione, servito in locali dalla mescita sfusa di locale produzione vinicola dei Castelli, dette fraschette, oggi, a dir il vero, persa la connotazione popolare, divenute luoghi di ristorazione per turisti.

Ed è proprio nel primo fine settimana di Settembre che Ariccia festeggia la sua tradizione con la Sagra della Porchetta, giunta alla 69ma edizione. Una tre giorni culinaria, accompagnata da spettacoli ed intrattenimento che culminerà nella notte della Domenica con lo spettacolo pirotecnico ad illuminare la Vallericcia. Una occasione per una gita fuori porta ad assaporare questo cibo semplice e gustoso, con un occhio al colesterolo, ma, soprattutto, con massima attenzione al vinello fresco per i guidatori!

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